Nel corso della trasmissione Porta A Porta sono intervenuti il ministro dello sport Vincenzo Spadafora e il presidente della FIGC Gabriele Gravina, nel corso di una trasmissione dedicata ai 50 anni dalla vittoria dell’Italia nel mondiale messicano in finale contro la Germania. Interrogato sulla possibilità di far entrare un maggior numero di giornalisti all’interno degli stadi, Spadafora risponde lasciando la frase in sospeso: “Il presidente Gravina mi ha scritto una lettera in merito e già per la prossima partita, cioè da domani, l’abbiamo autorizzato”. Il riferimento è probabilmente all’aumento del numero di operatori per i quali è consentito l’ingresso, salito a 50 unità per i giornalisti e a 20 per i fotografi.

Spadafora ha poi risposto a una domanda sul Comitato Tecnico-Scientifico, che avrebbe fatto dietrofront sull’ammorbidimento della quarantena in caso di contagio da Coronavirus all’interno di una squadra di Serie A: “È stato presentato un protocollo, validato e sulla cui base si è detto di poter cominciare il 20 giugno. Poi la FIGC ha proposto modifiche e supplementi. Il Comitato, proprio qualche ora fa, ha detto che da un punto di vista scientifico è d’accordo ma bisogna cambiare la norma dei 14 giorni. Per cambiarla, o si fa un emendamento o va cambiato in un prossimo decreto legge e non penso ci siano i tempi efficaci per farlo già dal 20. Lo faremo il prima possibile, ne parlerò con Conte e Speranza ma probabilmente come tempi sarà più facile agganciarsi a un nuovo DL”. 

Secca la risposta di Gravina: “Non abbiamo nessuna intenzione di indietreggiare di fronte al grande impegno di questi mesi. Dobbiamo ad essere in linea con la politica di respiro internazionale. Non conosco i dettagli della novità di oggi, ma il CTS ha dato parere favorevole e per quanto mi risulta – anche se ho un altro ruolo – Non abbiamo mai detto che la quarantena dovesse essere eliminata. Infatti è stata confermata, con una differenza: rispetto al cittadino italiano che non gioca a calcio, i calciatori vanno in ritiro e devono continuare quindi la loro attività: questo abbiamo richiesto, perché loro si allenano tutti i giorni. Con tutti negativi, non capiamo come possa esserci una violazione del comma 7. Siamo fiduciosi che l’interpretazione su quella norma possa essere autentica e pensiamo di poter applicare oggi quel che il comitato ha deciso nella riunione dei giorni scorsi. È un problema e speriamo che possa essere risolto. Non blocca il nostro campionato ma è un problema”. 

Sulle partite in chiaro: “Siamo a buon punto. Ho avuto disponibilità da parte di tutti i soggetti, anche perché se avessi ascoltato solamente il parere di Sky sarebbe stato un problema. Bisogna trovare una modalità che accontenti tutti. Anche nell’offrire contributi i nun tepo minore. Nel giro di 24 o 48 ore avremo una risoluzione. Quante partite in chiaro? Credo un paio. Credo che ci sarà uno spazio per tutti, perché se questa cosa la si fa sarà per la consapevolezza di tutti – Sky, Rai, DAZN – di voler offrire un servizio importante in un periodo storico importante per i cittadini”. 

Sul ritorno al calcio amatoriale: Mi appello al comitato tecnico scientifico perché guardi con particolare attenzione questo tema che è molto semplice: il ministro Speranza vuole che si rispetti il distanziamento e nel calcetto come in tutti gli altri sport di contatto amatoriali non è possibile. Mi auguro che il 25 giugno ci si possa mettere a un tavolo con le regioni e se non sarà in tutta Italia penso che si possa fare un discorso differenziato di regione in regione. Perlomeno sarà quella la direzione in cui mi muoverò io”.

FIGC ringrazia CTS, ma Spadafora avverte sulla quarantena: “Serve nuovo decreto legge per cambiare”