A due settimane esatte dal ritorno in campo del Genoa in campionato, contro il Parma allo stadio Ferraris nella giornata di martedì 23 giugno , abbiamo voluto confrontarci con Alessandro Pilati e Gabriele Stoppino, preparatori atletici del Genoa. Li abbiamo raggiunti rigorosamente via telefono per rispettare le norme di distanziamento e sicurezza legate all’epidemia da Covid-19. Ci siamo fatti raccontare, direttamente dalla nuova palestra del centro sportivo “Signorini”, come abbiano ritrovato il gruppo rossoblu dopo i “compiti” a casa, a quali carichi di lavoro lo abbiano sottoposto e quali siano i dettagli da curare in vista della ripresa del campionato dopo oltre due mesi di stop forzato. Ecco cosa ci hanno risposto.

Siamo in compagnia del professor Pilati, che qualche anno fa a Neustift disse che si “stava lavorando per far correre il Genoa negli ultimi dieci minuti in modo tale da fregare le squadre avversarie”, e di Gabriele Stoppino, preparatore atletico di Nicola sin dai tempi del Lumezzane, e poi al Livorno, Bari, Crotone. 

Professor Pilati, come hanno svolto i compiti i giocatori del Genoa durante il lockdown?

“Sembrerà un paradosso, ma per il semplice fatto di essere obbligati a non far nulla – costretti a stare chiusi in casa -, non appena c’è stata la possibilità di svolgere delle attività all’aria aperta, seguendo quelle che erano le indicazioni fornite dai preparatori, i ragazzi si sono scatenati. Per questo motivo dal punto di vista aerobico si sono presentati in maniera buona nella stragrande maggioranza dei casi: questo ci ha consentito di iniziare a lavorare su aspetti più specifici potendo tralasciare l’aspetto di costruzione aerobica che si deve eseguire nella fase pre-campionato. Rimaniamo sempre sorpresi e soddisfatti, anche se sappiamo che sono tutti professionisti e vogliosi di lavorare”.

Professor Stoppino, con le bilance non ci sono stati problemi quindi?

“Assolutamente perfette le bilance. Come diceva Alessandro (Pilati, ndr) grazie a questo abbiamo potuto saltare la parte che solitamente si fa nei ritiri prima prima delle stagioni vere e proprie. Abbiamo già potuto lavorare a buona intensità come piace al mister. Ad ogni modo non avevamo dubbi su professionalità e dedizione al lavoro dei ragazzi”.

Professor Pilati, cosa avete fatto ad oggi dopo una lunga sosta? È la prima volta che nel calcio si riprendono i lavori dopo 50/60 giorni 

“È chiaro che questa è una situazione nuova e quindi come tale va affrontata, con qualche dubbio, ma quello che secondo me noi siamo stati in grado di fare è stato proporre con gradualità molte sedute in palestra, quindi limitando le sedute voluminose che generassero dolori muscolari. Come dicevo prima, ci siamo concentrati principalmente su lavori a buona intensità sul campo privilegiando il lavoro con la palla, ciò non toglie che ci siano stati degli allenamenti di corsa. Non è che per il motivo che abbiamo detto prima abbiamo concluso le corse: si svolgono in percentuale ridotta, e questo per l’appunto ci ha permesso di sviluppare una buona intensità di lavoro. Siamo molto soddisfatti del percorso fatto fino adesso: speriamo che dia frutti.”

Stoppino, è come prepararsi durante un ritiro estivo o si tratta di qualcosa di diverso, considerando che lì si possono fare partite con altre squadre? State continuando a fare quello che avete fatto durante il lockdown?

“L’entusiasmo è quello. Abbiamo trovato i ragazzi con lo stesso entusiasmo e con la stessa voglia di lavorare. Ovviamente è diverso perché si disputerà un torneo nuovo, fatto di partite ogni tre giorni dopo un periodo in cui non c’era mai stato un blocco di lavoro così ampio prima di riprendere gli allenamenti. Come abbiamo già detto, i ragazzi si sono fatti trovare molto pronti e siamo fiduciosi e soddisfatti”.

Pilati, saranno i dettagli a fare la differenza?

“Si, hai detto bene: credo proprio sia quella la cosa da cercare di evidenziare. I dettagli come un buon livello di idratazione o il mantenimento delle calorie introdotte. La società ha fornito delle vasche dl freddo dove i ragazzi dopo gli allenamenti possono accedere eseguendo un protocollo di recupero molto importante. Tutte queste piccole cose, sommate, possono aiutare ad ottenere risultati. Questa è una cosa che la società ha curato assieme a noi, ascoltando consigli e idee. Speriamo che tutti ciò porti a frutti importanti”.

Stoppino, cambierà qualcosa o ci saranno allenamenti specifici per quelli che hanno giocato meno?

“Sicuramente per cercare di tenere tutti allo stesso livello cercheremo di sfruttare sia il dopo partita che il giorno dopo perché per questo tour de force di partite ci sarà sicuramente bisogno di tutti”.

Come si curano i carichi di lavoro per preservare i giocatori dagli infortuni? Sappiamo che ce ne sono molti in giro…

“Sicuramente come diceva Alessandro, grazie a tutti i mezzi che ha dato la società per poter lavorare, abbiamo la possibilità di controllare qualsiasi cosa facciano durante l’allenamento. Abbiamo staff medico e nutrizionista preparatissimi, pronti a curare il dettaglio per ogni giocatore e sicuramente questo aspetto può far la differenza in un periodo cosi fitto di partite”.

Pilati, oggi c’è molto più pallone che palestra rispetto alla preparazione estiva?

“Nell’arco di queso mese abbiamo già svolto più di dieci sedute in palestra, a queste si vanno ad aggiungere le micro-sedute che i ragazzi svolgono nei momenti antecedenti la seduta sul campo, quindi non mi sento di dire cosa ci sia di più. Di sicuro c’è molta attenzione nel cercare di colmare i deficit che un giocatore può avere, le problematiche individuali. Il lavoro in palestra è una parte integrante, ma chiaramente il lavoro sul campo ha la sua predominanza”.

Stoppino, sono le nozioni scientifiche a fare la differenza o si allena con una creatività differente?

“Sicuramente la scienza dà un aiuto, ma ovviamente quello che vale per uno non vale per tutti i giocatori, quindi cerchiamo di individualizzare più possibile i carichi sia per le conoscenze che abbiamo dei giocatori sia per le nostre”.

Pilati, l’allenamento sarà la partita? Avete già studiato qualche cosa per giocare ogni tre giorni?

“La partita diventerà la parte fondamentale ed è quella che genererà i carichi più grandi dal punto di vista psicofisico, ma come diceva prima Gabriele non possiamo tralasciare i soggetti che giocano di meno: dobbiamo essere sempre pronti a mantenere un ottimo livello a tutta la rosa. È chiaro che giocando tre volte a settimana sarà complicato inserire nei momenti giusti gli stimoli, però noi ci proveremo e cercheremo di mantenere ad un ottimo livello quelli che rimangono un po’ indietro”. 

Stoppino, saranno allenate diversamente le riserve? Studierete qualche cosa alla fine delle partite facendo allenamenti specifici per chi non ha giocato?

“Quello sicuramente: è impensabile far lavorare un giocatore che fa una partita di 90′ il giorno dopo. Seguiremo anche le esperienze che abbiamo sempre seguito durante il campionato per cercare di far recuperare il carico delle partite a chi ha giocato meno per far si che sia pronto per giocare”.

Cosa dite ai tifosi del Genoa? Siamo pronti?

“Di sicuro non ci faremo trovare impreparati. Siamo pronti. Nicola è sempre carico, neanche da dire: e anche per noi un modo per farci tenere alto il livello di attenzione, e questa è una cosa super positiva”.


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