Mancano due giorni al derby. Claudio Ranieri ritroverà Thiago Motta, affronterà per la prima volta il Genoa da allenatore della Sampdoria con uno scomodo ruolino di marcia da mantenere intatto: con il suo predecessore, Marco Giampaolo, non è mai incappato in una sconfitta nella stracittadina. Tempo di conferenza stampa, nell’antivigilia, proprio per Ranieri.

Gara particolare e importante per la classifica

“La Samp arriva al derby dopo tre sconfitte, quindi come peggio non si potrebbeSappiamo che è un derby molto sentito da tutti, dal pubblico, dalle società, dagli allenatori. Giocheremo contro un Genoa che ha già sposato la filosofia del suo allenatore e per questo dovremo stare attenti ed essere pratici”. 

Chi l’ha preceduta in panchina ha sempre fatto bene nei derby. Un motivo in più per continuare questa striscia

“Già ogni partita fa storia a sé, figuriamoci i derby. Azzerano tutto, chi sta meglio e chi sta peggio. Mi aspetto una partita gagliarda e difficile: che vinca il migliore. Poche parole prima del derby? Il derby si carica da solo: lo caricano i media e le tifoserie. L’allenatore deve essere un buon equilibratore”.

Come stanno Ramirez e Depaoli?

“Stanno bene, ma c’è chi ancora non sta al 100%. Sono recuperabili”. 

Qual è il segreto da mettere in campo nei derby?

“Dico sempre messo il cuore. Sarà una partita in cui dovremo essere bravi tatticamente, ma la componente del cuore ti fa dare qualcosa di più”.

Cosa toglierebbe al Genoa se potesse?

“Prima fatemelo giocare, poi vi dirò. Sarà una partita fisica? Sì, ma perché tutte e due le squadre vorranno vincere: si giocherà per la vittoria. Una vittoria darebbe slancio a tutte e due le squadre. Cercherò di fare il meglio possibile con la mia squadra e penso alla mia squadra, cercando i punti deboli degli avversari. Loro faranno altrettanto”.

Che idea si è fatto del Thiago Motta allenatore?

“Segue la filosofia di quando era giocatore: uno o due tocchi e far andare la palla. La sua squadra è molto attenta nel possesso palla per arrivare con più uomini nell’area di rigore. Mi sembra un allenatore di carattere, che fa giocare bene le sue squadre. Quando l’ho avuto io era il mio allenatore, era l’Inter del Triplete. Lui era il mio punto di riferimento, tanto che ho detto che ero arrabbiato con lui perché quando è andato via dall’Inter si è spenta la luce. Quando dico che sono arrabbiato lo dico in senso amichevole, in modo carino. Tra l’altro ci siamo rivisti anche in Francia. Non ci siamo mai risentiti, non ho il suo numero: lo incontrerò sul campo e lì ci saluteremo”.

Il Genoa può, cercando di fare la partita, mettere la Samp nelle condizioni di esprimersi al meglio?

“Vero, noi siamo andati in difficoltà contro squadre che hanno fatto un gol e poi si sono chiuse. È logico. Il mio pensiero è che la Sampdoria non sia mai stata abituata a lottare. Ha sempre fatto un girone di andata stupendo e poi un finale in cui, non avendo molto in cui credere a livello europeo, non ha mai lottato fino in fondo per entrare in Europa. Ora siamo in piena lotta retrocessione e dobbiamo giocare da squadra per cui ogni partita è un’ultima spiaggia. Poi non è l’ultima spiaggia, ma devi avere una filosofia per cui ogni partita sia la nostra finale. Paura? No, paura no. Contro il Parma forse abbiamo giocato meglio che contro l’Udinese. Quando sprechi 3/4 palle gol, può succedere. Forse la bella partita di Cagliari ci ha fatto pensare che “no, noi siamo nelle sabbie mobili”. Dobbiamo stare attenti ad ogni passo che facciamo”.

Nel derby contro il Genoa bisognerà avere equilibrio?

In tutte le partite bisogna avere equilibrio e tutte le squadre che metterò in campo dovranno avere equilibrio. Poi ci stanno le prestazione dei giocatori: a queste devo porre io rimedio”.

Esiste un’ipotesi Gaston Ramirez dietro alle due punte? “Possibile. Metto sempre giocatori che stanno in un buon momento: dobbiamo continuare così”.

Un messaggio ai suoi tifosi e agli avversari a poche ore da una sfida cruciale per i destini di entrambe le squadre di Genova? 

“Non so ancora cosa mi colpirà del derby, fatemelo giocare e ve lo dirò. Mi dicono sia una partita speciale, ma in più con molta signorilità nello sfottò fra i tifosi. Questo per me è il massimo. I nostri tifosi sono insuperabili per il fatto che ci accompagnano per tutta la partita: poi all’ultimo, se non sono contenti, fanno sentire fischi e rimbrotti, ma per tutti i 90 minuti restano dietro le nostre spalle a spingerci: così è perfetto. Che vinca il migliore, e mi auguro che entrambe le squadre a fine stagione restino in Serie A“.


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