Nulla di nuovo dopo 56 giorni di calciomercato ufficiale nella prima giornata di calcio ufficiale del  2019. Nulla di nuovo perché in campo si sono visti i calciatori e le formazioni schierate nello scorso maggio e tatticamente ancora di meno, già con l’obiettivo del solo risultato da parte di parecchie squadre.

La bellezza è il ritorno in panchina a sorpresa di Sinisa Mihajlovic dopo 40 giorni dall’annuncio della malattia. In bocca al Lupo Mister. 

La griglia di partenza del venerdì e del sabato, annunciata dai giornali sportivi, è stata manifestata solo nei risultati.

Vincono Juventus, Napoli, Atalanta e Lazio anche se date in quarta fila. Ad eccezione della Dea di Gasperini che ha continuato a macinare gioco e recuperare risultati e gol contro la Spal in vantaggio per 2-0 e della Lazio che è stata invitata da Quagliarella e compagni a prendersi un caffè al Ferraris visti gli spazi e gli errori difensivi. Immobile li ha sfruttati, non tutti grazie alle grandi parate di Audero. Di Francesco in questa settimana di calciomercato dovrà mostrare i denti. Poco importante se arriverà Vialli: durante la sosta il calciomercato è finito sino a gennaio.

La Sarri-mania non colpisce i tifosi bianconeri. La Signora ha vinto a Parma indossando l’abito di Allegri e apparendo come una  succursale FIAT dove si vende l’usato automobilistico sicuro e garantito. Sarri più che il gioco dovrà risolvere le grane De Ligt, che ad un giornale olandese ha “dichiarato” di non ho capito perché lo hanno comprato per 80milioni,  e Dybala. Dybala o Higuain sarà “l’essere o non essere” dell’ex bancario che dovrà fare bene i conti. Mandzukic in panchina altro problema? Calciomercato bianconero in uscita: senza inglesi e cinesi appare difficile. Più facile nell’ultimo giorno dei saldi il giro veloce di centravanti.

Il Napoli di Ancelotti sbanca Firenze con la banda Bassotti ma soffrendo. Troppe polemiche per il rigore concesso da Massa di Imperia a Mertens. Già alla prima giornata di campionato le prime firme viola parlano in politichese avvisando Comisso che il calcio italiano è un Bar Sport in cui i misteri delle sviste arbitrali possono intrecciarsi con la permalosità di chi ha parecchia voce in capitolo. Attenzione che le lamentele non erano dirette agli arbitri.  Nel mirino la Juventus, criticata dallo Zio d’America al suo arrivo.

Il Milan di Giampaolo è ancora dietro i banchi di scuola. Il cantiere rossonero è aperto, a Giampaolo bisogna dare tempo e fiducia anche se gli consigliamo di fare una telefonata a Ballardini per farsi non tanto insegnare, quanto dire la strategia utilizzata per far fare gol al polacco. La filosofia calcistica nelle grandi piazze non è accettata. Brava l’Udinese di Tudor ad approfittare degli esperimenti di Calhanoglu regista e Suso trequartista. Le idee dell’ex Mister doriano ci sono, ma bisognerà lucidarle anche con il calciomercato.

Mihajlovic in panchina, felsinei anche. Giocare più di 80’ contro Juric e compagnia in superiorità numerica e non fare risultato lo avrà fatto ammattire e non avrà gradito che la squadra sia andata a rallentatore e abbia misurato i passi come fatti da lui dopo 40 giorni di cure pesanti nell’area tecnica. Juric salvato da una perla su punizione di Veloso, già al secondo e al terzo centro. Non era sicuramente l’erba del Ferraris a non farlo esprimere al meglio, ma sospiri e mugolii ogni volta che toccava il pallone. Veloso non era lento, era solo genero del Capo. Bravo Juric a rifare la squadra in inferiorità numerica.

Cellino sbanca Cagliari su rigore. Il Brescia ha fatto il corsaro sull’Isola perché il decantato tesoro durante il calciomercato dei sardi è mancato, tanto da far gridare ai tifosi di Nainggolan dopo i primi 45’ di gioco del campionato: tirate fuori le palle.

Il Torino in forma ha fatto vedere la preparazione iniziata prima contro il Sassuolo di De Zerbi, che deve oliare vecchi meccanismi tattici. Le teste di Belotti e Zaza fanno ben sperare per il ritorno inglese di Europa League.

Al lunedì sera irrompe l’Inter con quattro reti al Lecce. Non gradita la “taranta” di Conte a Lecce dove aveva avuto i natali. Inter alla Conte con lavoro sulle corsie laterali e con la regia di due play. Tutto permesso dalla band Liverani e dal tecnico che, pur avendo un gioco, non ha saputo arginare il grande lavoro del Biscione sugli esterni. Fa gol Lukaku ed è già l’Inter dell’attaccante belga. La domanda facendo una lettura critica della partita è stata vera gloria del cognome (Conte) più gettonato non solo nel calcio? Troppi i palloni concessi ai salentini con cross in area nerazzurra con parate e uscite di Handanovic ed errori evidenti  degli attaccanti giallorossi.

Roma-Genoa. Bello il titolo della Gazzetta dello Sport di Bianchi: “Il Genoa visita i fori romani”. È la giusta foto della gara dell’Olimpico. Onesto il tecnico portoghese: “senza equilibrio non si va da nessuna parte”.

È piaciuto Andreazzoli non solo ai tifosi genoani. L’identità di cercare sempre di produrre qualcosa non mettendosi in difesa, vicino alla propria porta, per strappare un punto è un buon viatico per il futuro del Vecchio Balordo. Ancora non c’è il marchio di fabbrica del “nonno” del campionato, ma continuando a ricercare gioco e qualità arriverà.

Il campionato italiano per gli arbitri dopo le arringhe da Tribuno del Presidente Nicchi nel giorno prima di incominciare a fischiare è iniziato come nella prima giornata della Premier League con il Vaffaday.

Gli inglesi il VAR lo hanno già chiamato il nuovo mostro dei campi inglesi e i tifosi sono diventati i nemici comuni della tecnologia.

Adesso il lunedì successivo alla prima giornata di campionato leggere che Massa e Valeri due internazionali saranno appiedati lascia perplessi, dopo le dichiarazioni del Presidente Nicchi di venerdì scorso: “inizia il nostro Rinascimento. Siamo vicini alla perfezione“. Per Rinascimento forse intendeva quel periodo artistico che si era sviluppato a Firenze dalla metà del XIV secolo e non la rinascita dell’AIA, già caduta sempre a Firenze sabato sera se squalificheranno due arbitri internazionali che dopo ventiquattrore non si è ancora capito se ci sia stato il tocco tra i piedi del viola e dell’azzurro.

Il VAR continuerà a spaccare anche giornalisti e opinionisti favorevoli che invocheranno un utilizzo migliore con maggiore chiarezza. Gli addetti ai lavori, allenatori e giocatori, sono spaesati. In Premier Pep Guardiola, che è stato uno dei fautori del VAR in Premier, ha detto: “al VAR vanno a prendere il Caffè spesse volte”.

Il segretario Lukas Brud, segretario generale dell’IFAB, ha dichiarato al Times il più famoso giornale inglese che “ci vorranno almeno dieci anni per mettere a punto il VAR”. Dichiarazione pesante anche perché in Inghilterra hanno già un’unica stanza dei bottoni VAR a Stockley Park.

A questo punto c’è da chiedersi se tutta la colpa sia degli arbitri in campo e dietro il televisore. Quanti tifosi avrebbero fischiato i rigori o presunti per fallo di mano segnalati nel primo round della stagione?

Il calcio, oltre che con il pallone, si gioca anche con il movimento degli arti e perciò questa nuova introduzione di nuovi metodi e conseguenze del fallo di mano non potrà diventare come nel fuorigioco, valutato per millimetri da immagini tridimensionali, senza il concetto di volontarietà.