I numeri del derby li lasceremo alle tabelle fornite dalla Lega Serie A, che descrivono già perfettamente l’andamento di una gara che, sbloccata nei primi minuti delle due frazioni di gioco, ha gettato il Genoa nello scompiglio generale. Inutile infierire: basterebbe il dato che indica come il Genoa, nella sfida che più dovrebbe portare motivazioni, non abbia mai tirato in porta nell’arco dei 90′ dall’interno dell’area di rigore. La partita che poteva assicurare punti pesanti per la salvezza e risollevare il morale, non solo è stata persa sul piano del gioco e dei numeri, ma anche della tenuta mentale. Tutti temi sui quali si è dibattuto molto già nelle due conferenze post partita.

A mente fredda, però, il Genoa si riscopre tremendamente fragile. Ritorna terza peggiore difesa del campionato dopo Chievo, Empoli e Frosinone. E già questo dato fa preoccupare in vista delle ultime sei giornate. Ancora, pur volendo considerare in trasferta anche la gara di ieri, si trova a rivestire gli scomodissimi panni di terza peggiore difesa lontano dal Ferraris, sempre dopo Chievo ed Empoli.

E il KO nel derby acuisce oltremodo un altro paio di dati: la formazione rossoblu ha fatto un punto nelle ultime quattro giornate, è terzultima nel mese di aprile per punti conquistati da gennaio in avanti segna con estrema difficoltà. La media gol a partita, tra l’altro, si avvicina rapidamente sotto il numero uno (1,09). Non a caso, tantissime sono diventate le gare terminate a reti bianche dopo l’addio di Piatek: troppe per non rappresentare più delle prove. In tal senso, il derby ha incrementato una statistica che era già ampiamente negativa alla vigilia: col centravanti polacco in campo su cui catalizzare il gioco, il Genoa aveva chiuso solamente 3 partite su 19 senza andare in gol (16%). Si parla di un periodo dove in panchina si erano già avvicendati tre allenatori differenti. Un periodo che ha data precisa come limite temporale: 22 dicembre 2018.

Le ultime due gare dell’anno passato contro Cagliari e Fiorentina sarebbero terminate senza segnare, malgrado Piatek in campo, e avrebbero lasciato spazio alle vacanze e al ritiro spagnolo di San Pedro de Pinatar. Una delle ultime parentesi di Piatek in rossoblu, perché poi sarebbe arrivato a gennaio con la sua cessione. Ed è qui che il dato generale si sarebbe pericolosamente invertito.

Dopo aver cercato di regolare la difesa, su tredici incontri, a partire da Genoa-Milan, oltre la metà (7) sono terminati senza che il Genoa segnasse e solamente in due di queste occasioni (contro Chievo e Frosinone) il Genoa ha saputo fare punti. Dall’addio di Piatek, che vantava 13 reti all’attivo quando ha lasciato Genova per il Milan alla vigilia della 20esima giornata, il Genoa ha insomma segnato 10 reti in tredici giornate. Dall’inizio del girone di ritorno, in questo dato specifico, ha fatto peggio solamente il Chievo (8), che ieri ha matematicamente sancito la sua retrocessione in Serie B.

Si parla di un preoccupante trend al ribasso, specialmente se l’obiettivo è diventato quello di salvarti il prima possibile. Un trend che trova la sua genesi nel mercato di riparazione, che ha visto scomparire contemporaneamente, tra mercato e infortuni, tre calciatori che potevano tornare utili oggi come ieri: Romulo, Piatek e Hiljemark. Un mercato dal quale si cercava di allontanare il più possibile lo spettro Piatek, ma invano. Perché la cessione di gennaio, oltre ad aver destabilizzato un ambiente già in aperta contestazione, ha messo alla berlina di tutti il Grifone, incapace di fare punti pesanti con le squadre di medio/bassa classifica, ad eccezione della vittoria esterna di Empoli e del pareggio col Bologna (le uniche due squadre che il Genoa deve cercare di tenersi dietro in virtù degli scontri diretti a favore, ndr).

Riannodando i fili, avrebbe ragione chi dice che nelle ultime tre stagioni, a questo punto del campionato, il Genoa aveva segnato comunque meno di quello attuale (25 gol l’anno scorso, 32 nella stagione 2016/17), ma è altrettanto vero che aveva sempre trovato il modo di scoprire nel finale di campionato qualche profilo, da Medeiros a Bessa, che risolvesse situazioni intricate. Tutti profili pescati nel mese gennaio. Al Genoa, in vista del Torino e delle prossime sei sfide, servirebbe come il pane anche oggi scoprire qualcuno dei rossoblu arrivati a gennaio. E scoprirli decisivi per la salvezza.

LE STATISTICHE DEI SINGOLI CALCIATORI ROSSOBLU

LE STATISTICHE DI SAMPDORIA-GENOA SAMGEN


I NUMERI DEL GENOA 2018/2019 (aggiornati alla 32° giornata della stagione 2018/19)

  • PARTITE GIOCATE: 32
  • VITTORIE: 8 (25%)
  • PAREGGI: 10 (31,2%)
  • SCONFITTE: 14 (43,8%)
  • GOL FATTI: 35
  • GOL FATTI/partita: 1,09
  • GOL SUBITI: 51
  • GOL SUBITI/partita: 1,59
  • GOL FATTI IN CASA: 19
  • GOL FATTI IN TRASFERTA: 16
  • GOL SUBITI IN CASA: 19
  • GOL SUBITI IN TRASFERTA: 32
  • GARE A PORTA INVIOLATA: 6
  • PERCENTUALE GARE A PORTA INVIOLATA: 6 su 32 (18,7%)
  • PUNTI CONQUISTATI: 34
  • MEDIA PUNTI: 1,06 (a partita)
  • VITTORIE IN CASA: 6
  • PAREGGI IN CASA: 6
  • SCONFITTE IN CASA: 4
  • PUNTI IN CASA: 24
  • VITTORIE IN TRASFERTA: 2
  • PAREGGI IN TRASFERTA: 4
  • SCONFITTE IN TRASFERTA: 10
  • PUNTI IN TRASFERTA: 10

I NUMERI DI PRANDELLI DA TECNICO DEL GENOA IN CAMPIONATO (aggiornati alla 32° giornata della stagione 2018/19)

  • PARTITE TOTALI: 18
  • VITTORIE: (22,4%)
  • PAREGGI: 7 (38,8%)
  • SCONFITTE: (38,8%)
  • GARE A PUNTI: 11
  • % GARE A PUNTI: 61%
  • GOL FATTI: 16
  • GOL FATTI/partita: 0,8
  • GOL SUBITI: 21
  • GOL SUBITI/partita: 1,16
  • GARE A PORTA INVIOLATA: 4
  • PERCENTUALE GARE A PORTA INVIOLATA: 4 su 18 (22,2%)
  • PUNTI CONQUISTATI: 19
  • VITTORIE IN CASA: 3
  • PAREGGI IN CASA: 4
  • SCONFITTE IN CASA: 2
  • VITTORIE IN TRASFERTA: 1
  • PAREGGI IN TRASFERTA: 4
  • SCONFITTE IN TRASFERTA: 5