Perù è ricco di paesaggi. Luci, ombre. La ricerca più comune su Google, legata al paese natale di Isabel Allende e del premio Nobel Mario Vargas Llosa, è “montagne variopinte”. Variopinta è anche la pelle, la vita di José Paolo Guerrero Gonzales. Dopo la bottiglietta lanciata ad un tifoso dell’Amburgo, qualche fallo deprecabile e una rinascita sportiva in Brasile con la maglia del Flamengo, il TAS di Losanna aveva richiesto una squalifica di 14 mesi per assunzione di cocaina, sostanza rilevata in un controllo dopo la sfida di qualificazione giocata contro l’Argentina di Sampaoli. Nemmeno il tecnico dell’Argentina, per inciso, sta vivendo una situazione piacevole.

Dopo aver eliminato con una rete al limite del regolamento il Brasile nella Copa del 2016, ecco che la Blanquirroja si appresta a mettere i bastoni fra le ruote di Francia e Danimarca in un girone potenzialmente memorabile. L’attacco multicolor, degno della nazione con le montagne arcobaleno del Vinicunca, darà con tutta probabilità filo da torcere ad ogni avversaria a partire da sabato sera.

LA STELLA – Sarebbe troppo facile e forse arrogante valutare una nazionale sulla base di un calciatore come Guerrero, ma è quello che tutti fanno anche in patria. Tatticamente, soprattutto in Copa America, il gioco del Perù si ha trovato una figura chiave nel duttile e affidabile Yoshimar Yotun, con un lungo vagare tra Brasile, Svezia e Stati Uniti. Dal bianconero del Vasco da Gama all’azzurro del Malmö, passando per il viola dell’Orlando City, la parola chiave è ancora una volta multicolor.

https://twitter.com/SeleccionPeru/status/1005545313367674880

PORTIERI – Caceda, Carvallo, Gallese

DIFENSORI – Advincula, Corzo, Trauco, Ramos, Rodriguez, Araujo, Loyola, Santamaria

CENTROCAMPISTI – Flores, Hurtado, Tapia, Yotun, Aquino, Cueva, Cartagena

ATTACCANTI – Guerrero, Carrillo, Farfan, Polo, Ruidiaz

COME SI SCHIERA – Due vittorie esaltanti contro Croazia e Islanda hanno dato conforto ad una nazionale che ha dovuto cambiare modulo per il ritorno del “Barbaro”, ora supportato dall’intramontabile Jefferson Farfan (Lokomotiv Mosca) e la coppia formata da Cueva e Carrillo, quest’ultimo reduce da un’esperienza non esaltante ma formativa al Watford dei Pozzo.