Quando il Biscione Inter, anche se non un drago, entrerà a fare il riscaldamento dovrà essere domato non solo da San Giorgio ma da tutto il Tempio rossoblu. Ad affrontarlo con audacia ci penseranno Ballardini e i ragazzi cercando di ferirlo sul piano del gioco, non buttando via il pallone, pressando giusto nel momento giusto (alto sarebbe meglio contro l’Inter), usando la testa più sgombra dei nerazzurri, soffrendo non solo dietro, nascondendo il pallone davanti, colpendo con idee mancanti in questo momento il team di Spalletti.

Il Genoa di Ballardini dopo aver ritrovato spirito e motivazione è alla ricerca di qualcosa di diverso rispetto alle altre prestazioni. Il materiale e il gruppo umano a disposizione di Ballardini sono buoni, e tutto è sempre confermato in qualsiasi conferenza stampa dal tecnico ravennate.

Il  Grifo dopo le prestazioni contro Lazio e Chievo in trasferta, anche contro l’Inter, tra le mura amiche, vorrà dimostrare estetica di gioco e velocità di esecuzione per cercare la via del tiro e del gol. Le due gare vinte non sono mai decollate per tutti i 90’ di gioco ma hanno dimostrato una buona organizzazione di gioco.

Il Genoa 2017/2018 non è stato facile da amalgamare per il Balla. La squadra era stata pensata per giocare in un altro modo. La bravura del tecnico e del suo staff è stata sin qui quella di vincere con altre armi.

Ballardini sembra aver trovato la soluzione ai vecchi mali del Genoa. La principale è stata prima non prenderle. Adesso la seconda sarà provare a pungere dentro i sedici metri, tirare da lontano, sfruttare qualche pallone inattivo, tutto condito con semplici idee tattiche, equilibrate ed atte a valorizzare la qualità dei suoi calciatori.

La formazione contro l’Inter a stamattina non cambierebbe molto per 9/11 rispetto a quella vincente delle ultime due trasferte. I dubbi nostri tutti sulla corsia di destra. Pereira o Lazovic in gran spolvero e decisivi nelle due vittorie; ancora più coperto Rossettini, anche lui in gran forma sulla linea difensiva. Rosi o Lazovic sulla linea di centrocampo. Rossettini e Lazovic sono i favoriti sugli esterni di difesa e centrocampo. Lapadula vuole il posto ma se Galabinov ha recuperato il ballottaggio potrebbe favorire il bulgaro. Ballardini in conferenza stampa alle 14 qualcosa chiarirà, non tutto.

Capitolo Inter. I  tre punti contro il Bologna regalati dalle amnesie del Bologna e da un gol di un giovane mai tenuto in considerazione per 24 giornate di campionato hanno fatto trovare la parola Champions ad una Inter balbuziente in gioco e condizione fisica e mentale. Per molti ciò sarebbe dovuto ai limiti della rosa.

Champions nel mirino dei disperati cinesi milanesi di entrambe le sponde: e la si può anche ottenere considerato che gli avversari non fanno niente di meglio per giocarsela. Al lungo inverno dell’Inter è bastata una vittoria invocata da lungo tempo per non gelare le speranze europee. Tutto ciò avviene per merito della classifica che è ancora confortante non per meriti propri.

Otto gare senza esultare per una vittoria non ci sono mai state nella storia del Biscione. La vittoria con il Bologna per chi vede il bicchiere mezzo pieno potrebbe essere quella per svoltare, almeno sul piano mentale.

Quelli che non guardano la classifica e i risultati delle altre pretendenti alla Champions si infuriano con i cinesi che non hanno investito a gennaio oppure con i calciatori che non hanno carattere. Si dimenticano che la crisi interista è fisica: in tal senso la classifica dei km percorsi non deve ingannare. Il Biscione continua ad essere la squadra che corre di più ma striscia senza intensità e a vuoto e gli emblemi della crisi sono Perisic e Candreva sulle corsie laterali che finiscono come i centrocampisti Borja Valero e compagnia ogni gara sulle gambe come se fossero alla fine di un campionato massacrante e non in mezzo ad un campionato, pur senza giocare coppe infrasettimanali.

Il lavoro di viaggiare tanto in estate e accelerare la preparazione ha dato dei frutti, anche senza gioco, nella prima parte del campionato. Il problema della rosa ristretta non può essere un alibi considerato che Spalletti ha usato solo 12 calciatori con 17 e più presenze, come Sarri che si gioca Campionato ed Europa.

La crisi dell’Inter è pure mentale, richiamata dalla fragilità del gruppo, e pur cambiando allenatori dopo il Triplete tutti si sono sempre persi. È qui che bisognerebbe capire quello che è successo ai nerazzurri, e non da questo campionato.

L’idea di gioco di Spalletti sul contenimento degli avversari è una coperta corta. Il filosofo di Certaldo per esprimere la qualità dei propri uomini e del proprio calcio non è riuscito in 24 giornate e domani darà la precedenza agli equilibri difensivi. Il cercare di costruire la squadra dal basso in un gioco di passaggi che inizia dalla difesa con l’obiettivo di richiamare gli avversari in pressing per cercare di scoprire la zona alle spalle del centrocampo è sempre stata e lo sarà una scelta rischiosa soprattutto quando quelli di fronte hanno nelle loro corde una fase estremamente organizzata di pressione e recupero pallone.

Il 4-2-3-1 nerazzurro contro il Grifo potrebbe cambiare dopo l’ultima gara, nella quale per avere in saccoccia i felsinei Spalletti è stato salvato dal giovane Karamoh, francese 19enne proveniente dal Caen andato in campo dal primo minuto che aveva debuttato con il Genoa all’andata, a settembre (dopo quell’esordio ha giocato solo pochi spezzoni di gara sia di campionato che di Coppa, ndr) e dall’ingresso dell’ultimo arrivato Rafinha, brasiliano cresciuto nel  Barcellona subentrato al 60’ di gioco a Brozovic a furore di popolo.  A Rafinha, anche con scarse condizioni fisiche, sono bastati alcuni dribbling per entrare nella difesa di burro di Donadoni e nel cuore non solo dei tifosi, ma anche dei media milanesi.

La formazione dell’Inter è in attesa dei miracoli dei medici per Perisic e Icardi: ad oggi difficile che vengano rischiati. Dietro al posto di Miranda giocherà Ranocchia. In campo nuovamente dal primo minuto Karamoh e anche Rafinha con Eder centravanti.

Genoa-Inter affidata al fischietto di Fabbri di Ravenna, colui che dietro il televisore del VAR ha fatto più interventi. Nato nel 1983, è impiegato. Arbitro dal 2000, nel 2009 alla Lega Prof: nel 2012 alla Can B. La prima gara in serie A l’ha diretta alla fine del campionato 2012/2013. Solo 4 gare in tre anni prima di passare a giugno 2015 alla Can A. 46 gare dirette in carriera con 14 rigori e 7 espulsi. In stagione 11 gare di cui Inter-Atalanta 2 a 0 . Mai il Genoa quest’anno, anche se in carriera con il Genoa sono stati 4 gli incroci: un pareggio e 3 sconfitte tutte in trasferta. Con l’Inter una vittoria, quella già citata.

Primo assistente Alassio di Imperia, secondo De Meo di Foggia; quarto uomo Di Paolo di Avezzano. VAR: Giacomelli di Trieste; AVAR Tasso di La Spezia. Ci saranno quindi due assistenti liguri. Rizzoli ha mica chiuso il borsellino? 

I principi di Ballardini: un racconto “leale” e umano dal settore giovanile al Genoa