Torna Ballardini per la terza volta sulla panchina del Genoa. La prima nel novembre 2010 sostituì Gasperini: fu compito non facile per quello che aveva fatto il tecnico di Grugliasco in casa rossoblu. Salvò il Grifone in 28 giornate di campionato ancora da giocare con 11 vittorie, 7 pareggi e 10 sconfitte. Il secondo ritorno fu sulla carta più facile dovendo sostituire Delneri reduce da una sfilza di sconfitte (9 sconfitte su tredici gare): in tal senso, in 17 giornate di campionato salvò nuovamente il Genoa con 4 vittorie, 9 pareggi e 4 sconfitte.

Nella sua terza avventura avrà a disposizione 26 giornate per cercare nuovamente di portare via il Genoa dai bassifondi della classifica. Non sarà operazione facile, come quando subentrò dopo Gasperini, considerato anche che i calciatori in ogni intervista hanno sempre dichiarato di essere favorevoli a Juric “tradendolo” poi con prestazioni come quella di Ferrara. Il Genoa del derby, dove a fare la differenza sono stati i dettagli-errori e non tanto il gioco, che hanno fatto pendere la bilancia ad est della Lanterna, se si fosse visto contro gli estensi avrebbe fatto cambiare il risultato.

Davide Ballardini dal suo primo giorno a Pegli dovrà iniziare a prendere in mano la situazione. La stessa cosa che ha fatto quando è stato in campo nelle precedenti apparizioni al Pio Signorini: elargire messaggi di affetto e sottolineare quanto sia dura mettersi in salvo.

La carriera del Balla è stata intessuta di gavetta e ricamata da lontano. E per ridescriverla ci rifacciamo alle sue stesse parole:

Dopo essermi infortunato al ginocchio, ai tempi in cui giocavo nel Cesena, per un paio d’anni girai il mondo. Volevo soddisfare la curiosità, vedere altre realtà da vicino, come si vivesse all’estero. Incontrai in quel periodo la ragazza che sarebbe diventata mia moglie. Mi commuovo ancora oggi, pensando all’esperienza vissuta insieme, alla nascita dei nostri figli. Fu Natale Bianchedi, una delle persone più care, a darmi l’opportunità di allenare nelle giovanili del Cesena. I miei genitori non ostacolarono questa scelta, quanto al nonno, si sa cosa pensasse. “Ma come ti guadagni da vivere?”. Da giocatore al Cesena, da centrocampista centrale, ho avuto, tra gli altri, maestri come Bagnoli, allenatore della prima squadra e Sacchi, tecnico del settore giovanile. Uomini di grandi qualità tecniche e morali. Fu al Mondiale del ’90, quando passai al Ravenna, che ebbi la possibilità di conoscere Maturana, l’allenatore della Colombia. Presi spunto da lui come persona, sul lavoro, per le idee, su come trasmetterle. Con i giocatori è importante avere un rapporto chiaro, sincero, diretto. E lavorando con i giovani ho ricevuto tante soddisfazioni, stabilendo rapporti straordinari con ragazzi che ho visto e aiutato a crescere”.

Ballardini, il suo vice Regno – e chissà se porteranno anche Stefano Melandri come collaboratore tecnico – saranno contenti di essere tornati in una società che rappresenta la storia del calcio, come era solito dire. Ballardini per come l’abbiamo conosciuto  è uno che non guarderà in superficie, scaverà in profondità per trovare tesori e l’essenza delle cose della stagione 2017/2018  del Vecchio Balordo.

In bocca al Lupo Balla! 

P.S: Ciao Juric, sei stato nuovamente tradito dai risultati ma non dalle tue idee. In bocca al Lupo Ivan: questa ennesima amara esperienza ti farà crescere.