La mattina del Lunedì del Calcio era quella come del barbiere, ma ieri invece è stata passata davanti alla televisione per vedere Italia-Zambia, quarto di finale del Mondiale Under 20 che si sta svolgendo in Corea. Vittoria storica per gli azzurrini col risultato di 3-2, con gol al 111’ del tempo supplementare pur giocando in 10 dal 43’ per un altro errore della Var, anche se Rosetti – il nuovo Collina della tecnologia –  continua a fare il sentenzioso sulle poche possibilità di errore della struttura “moviola” trasportata dagli studi Tv sui camion fuori dagli stadi.

La Var utilizzata in questo mondiale U/20 continua a lasciare dubbi dopo due topiche colossali sulla sua validità, soprattutto perché il mezzo viene sempre utilizzato dagli stessi uomini che non usano più il fischietto ma un video.

Clamorosa la topica sul rosso sventolato ieri a Pezzella del Palermo al 43’ di gioco. Dopo aver concesso un rigore per un fallo inesistente del portiere Zaccagno su un attaccante africano e ritirato dalla Var, il direttore di gara tirava fuori il rosso per il giovane palermitano reo di aver precedentemente fatto un fallo fuori dall’area. Fallo di cui il colosso Chilufja di oltre un metro 85’ non si era neanche accorto potendo continuare tranquillamente la sua azione e simulare la massima punizione.
Gli azzurrini in semifinale restano comunque un evento storico considerato che il massimo risultato raggiunto fu un quarto di finale. La partita con lo Zambia non è stata una passeggiata vista la fisicità dei coloured e le loro carte d’identità all’acqua di sapone. Zambia, tanto per ricordarlo, che negli ottavi aveva eliminato la Germania. Zambia che, nell’Olimpiade del 1988, sempre in Corea del Sud, aveva eliminato l’Italia vincendo per 4 a 0 .

La formazione africana è stato brava a ricostruire la squadra perché sempre nel 1988, per un incidente aereo, perse tutti i giovani che avevano giocato in quella manifestazione.

Se lo Zambia evocava brutti ricordi visto il precedente giovanile la più grande soddisfazione di Chicco Evani, tecnico dell’Under 20, è stata quella di mandare a casa nel turno precedente la Francia.
Passare dal 4 a 0 dello scorso anno all’ultimo europeo under 19 contro i transalpini al 2 a 1 della scorsa settimana, proiettando l’Italia tra le migliori 8 squadre del mondo, è stata soddisfazione per Evani ma anche una lezione per tutto il calcio italiano che crede poco nei giovani.

Più che Evani sarà stato contento Paolo Vanoli, ex commissario tecnico, che dopo quel 4 a 0 pubblicò la tabella dei minutaggi dei ragazzi della Francia impiegati in Ligue 1 e Ligue 2 e quella degli italiani, tra i quali solo uno o due avevano visto i campionati professionistici, seppur per alcuni minuti, e tutti gli altri erano invece stati impiegati nelle primavere argomentando che la differenza era stata solo quella: l’esperienza.

Questo lo sapeva anche Chicco Evani quando partì per il Mondiale asiatico, che la differenza tra squadre italiane giovanili italiane e le altre era solamente quella, mossa dalla qualità e dall’esperienza di aver giocato con i grandi. In risposta alla sua sicurezza quando dichiarò che l’Italia sarebbe partita per arrivare in fondo, per rispetto per quello che aveva dato nel calcio, all’esterno pluridecorato di Sacchi venne dato solo dello “spavaldo”.

Evani era sicuro e adesso i fatti gli danno ragione perché la serie B in particolare, ma anche la Serie A, nell’ultimo campionato ha utilizzato più giovani rispetto al passato. Il tutto anche senza Donnarumma, Chiesa e Locatelli precettati per Under 21 e Nazionale A, e senza Barreca del Torino, infortunatosi durante il raduno pre mondiale.

La stella dell’Under 20 è Orsolini dell’Ascoli alla sua quarta rete nel Mondiale U/20. La Juventus ci ha visto lungo sull’esterno che è esploso in serie B. Prima della Juventus ci aveva visto bene anche lo scouting del Genoa due anni fa, ma mancavano gli spiccioli per bloccarlo e dopo portarlo sotto la Lanterna. Oltre Orsolini l’Italia va forte anche con Mandragora, Favilli, Pezzella, Ghiglione e Panico già titolari nelle loro squadre tra A e B.

Quando parlano di Under 20 in molti si sciacquano la bocca, il dito o la penna parlando di prodotti della Juventus dimenticandosi che un terzo dei titolari che sta portando l’Italia in fondo alla competizione provengono dalla Cantera del Genoa: Mandragora (squalificato contro lo Zambia), Ghiglione e Panico. E quest’ultimo è un giocatore del Genoa parcheggiato nell’ultimo campionato al Cesena; un giocatore che oltre ad aver fatto il gol qualificazione contro la Francia e l’assist per il pareggio di Orsolini contro gli africani è anche una storia bella, visto che si tratta di un ragazzo nato a Ottaviano ma adottato da una famiglia di Latina.

Me lo ricordo quando arrivò intorno al 2014: Sbravati era sicuro di aver trovato l’attaccante del futuro rossoblu. Gasperini lo portò in ritiro a Neustift ma non lo fece giocare neanche un minuto contro i ragazzi della Val Stubai e tutte le altre amichevoli. Gasperini lo utilizzò 9 minuti contro il Sassuolo il 31 maggio 2015 e altri 7’ alla prima di campionato dell’anno successivo in casa del Palermo.

Panico come Ghiglione, che ha giocato di più nella Spal vincitrice del campionato cadetto, potrebbe tornare ma non vorrebbe più scaldare panchine con continuità ma avere la possibilità di giocare. Oggi però gli azzurrini, anche quelli rossoblu, pensano solo all’Inghilterra il prossimo avversario in semifinale che ha battuto il Messico.