Parlandosi chiaramente, anche alla luce di un pomeriggio che ha restituito risultati che hanno ulteriormente assottigliato il distacco del Crotone dalla zona salvezza, la partita di questa sera arriva nel momento più indicato perché mette di fronte il Genoa a un impegno sulla carta proibitivo, forse da saltare a piè pari per potersi poi proiettare ai doppi impegni casalinghi consecutivi con Chievo e Inter, che non si potranno fallire. Allo stesso tempo, prestando fede anche a quanto detto ieri da Juric in conferenza stampa, questo Juventus-Genoa sarà partita da affrontare con la mentalità di chi non ha nulla da perdere: e il non aver nulla da perdere è variabile che potrebbe anche giovare ai rossoblu, a livello di libertà mentale e di concentrazione.

Al netto di tutte le speculazioni che si potrebbero fare adesso, in primo luogo quella che vede il Crotone come la squadra ad aver raccolto più punti nell’ultimo mese di campionato (10 contro i 7 di Roma e Juventus che ancora devono giocare), risulterebbe per così dire inutile stare a parlare di migliaia di numeri o statistiche, motivo per cui i numeri più importanti che forniremo ai nostri lettori sono quelli che inquadrano la gara di questa sera come un vero e proprio incrocio pericoloso, quasi mai scontato negli ultimi anni a livello di punteggio e risultato. Va detto infatti che il Genoa non è mai avversario facile da superare per la Juventus, la quale negli ultimi anni ha spesso faticato, anche in casa.

La formazione rossoblu non vince a Torino dal 1991, ma in questi 26 anni di digiuno non si è presentata al cospetto della Vecchia Signora tornando sempre a casa con zero punti: sono infatti due i pareggi e molte le sfide che hanno visto i bianconeri vincere solo di misura con un gol di scarto, al massimo con due. Fa eccezione il 4-1 subito dai rossoblu nel 2008.

Oltretutto Juric, che alcuni quotidiani oggi hanno definito un “capitano coraggioso”, ha detto in conferenza stampa di non voler partire già sconfitto ma di volersela giocare. Dall’altra parte Allegri ha caricato la sfida di un significato chiaro: è la partita decisiva per lo scudetto. A cosa daranno vita queste due convinte dichiarazioni, lo dirà soltanto il campo. La chimica, nel calcio, è davvero molto complicata da prevedere.

Vero che la Juventus non ha perso o pareggiato nessuna delle 16 partite casalinghe fin qui disputate in campionato e mantiene aperto questo filetto già dallo scorso campionato. Vero anche che, al netto di una mentalità vincente e di un carattere da prima della classe, la Juventus all’andata aveva subito il ritorno di fiamma delle scorie della Champions League. Il Genoa potrà testarne la tenuta a cinque mesi di distanza dal 3-1 dell’andata e dovrà farlo partendo dalle due buone settimane di allenamenti al “Pio Signorini” e dal parziale ritorno a quelle che erano state le prestazioni di inizio stagione: pressing, attenzione difensiva (anche sulle palle inattive), gioco sulle fasce e maggiore gestione del pallone.

Juric ha dichiarato alla vigilia di avere qualche dubbio di formazione soltanto su Laxalt, secondo giocatore dopo Burdisso ad aver giocato di più in questa stagione (31 partite su 32 per un totale di 2733 minuti giocati, ndr). Dubbio dovuto al fatto che l’esterno uruguaiano risulta diffidato e a rischio per la sfida contro il Chievo, oggi sconfitto dal Torino in casa. Si vedrà Beghetto gettato nella mischia dal primo minuto? Tra due ore e mezza ne sapremo di più.

Per adesso il Genoa starà metabolizzando i risultati del pomeriggio, dopo il risveglio muscolare svolto in mattinata, e starà ripassando assieme allo staff quale genere di partita interpretare questa sera allo Juventus Stadium. Bisognerà prestare fede alle parole di Juric: “Non partire già sconfitti ma giocare con coraggio“.