Nelle prime dodici giornate di campionato i risultati a sorpresa non sono mancati. Tutte le squadre di vertice hanno avuto alti e bassi il che giustifica anche una classifica cortissima in cima alla graduatoria, con tanti risultati che sono stati confezionati tra le mura amiche. Il Frosinone in testa alla classifica, ad esempio, le ha vinte tutte.

Il Vecchio Balordo da domani dovrà essere il padrone di casa. Per fare il salto decisivo fino alla fine del girone di andata avrà a disposizione con quella di domani quattro gare casalinghe e tre in trasferta contro squadre che hanno dato punti a chi le ha incontrate.

Vecchio Balordo, devi diventare assolutamente padrone di casa alimentando più cinismo nelle aree avversarie, meno disattenzioni in difesa e creare più palloni inattivi da fuori area utilizzando al meglio i calci d’angolo.

Considerato che le idee e il materiale a disposizione c’è, è arrivato il momento di tirare fuori cattiveria e concretezza. Resistere e vincere dentro il Tempio dovrà essere un verbo anche per una tifoseria magnifica nel cantare e fare cori: domani però servirà ringhiare come succedeva nella Nord del passato. Nord che arbitri e avversari temevano. Quelli presenti a Reggio Calabria devono ricordare e raccontare il tifo calabrese con grinta verso avversari e direttore di gara. Tutto ciò non significa automaticamente vincere, ma fare il dodicesimo uomo in campo.

Blessin avrà capito che ad ogni sconfitta o gara giocata male sotto i suoi piedi c’è la brace  non coperta dalla critica: per lui oggi  non scotta, la società crede nel suo lavoro, però cntro il Como dovrà cancellare i problemi.

Blessin, quantunque la classifica sia buona per la critica anche nazionale, non sembra aver trovato l’assetto ottimale per affrontare la cadetteria. Il livello tecnico e la rosa del Genoa non lo discutono, ma giornata dopo giornata, visto il comportamento e il non gioco degli avversari, appaiono evidenti difficoltà di adattamento alla categoria. Blessin in questa settimana avrà cercato la medicina ai malanni tattici in fase offensiva per non complicarsi nel raggiungere i primi due posti in classifica.

Importante superare il Como senza danni, i tre punti – oltre permettere di chiudere il primo terzo di campionato in buona posizione di classifica – permetterebbero di ritornare a lavorare meglio dopo le due settimane di sosta recuperando energie e motivazioni.

Tutto si potrà ottenere con coraggio e cazzimma contro un’altra squadra che domani  starà  bassa e stretta, chiusa per non lasciare spazi. Per affrontare un’altra partita con le caratteristiche delle cinque già giocate al Ferraris,  l’obiettivo dovrà essere aprire il più possibili gli avversari e se Blessin è i suoi non ci riusciranno sarà difficile batterli perché consentiranno a loro di fare il gioco che gli riesce meglio.

Blessin dovrà trovare l’antidoto per un Grifone che segna poco. Per progredire avrà pensato di cambiare strategia? È la domanda delle cento pistole con gli allenamenti sempre a porte chiuse. Dopo la gara con la Reggina ci sarà voglia di dare una scossa non solo da parte dell’allenatore, che si trova in una situazione dove è bastata una notte grigia sullo stretto per cancellare un mese di ottobre buono. La società, tanta amarezza per la sconfitta calabrese, senza fare proclami fuori dal Pio Signorini ha fatto capire al tecnico e ai giocatori che non ci si può accontentare.

In molti chiedono la svolta tattica e di modulo. Ci sarà? L’appuntamento a domani alle 15 quando verrà presentata  la formazione ufficiale

Il Como alla partenza della stagione era stato messo nella griglia delle sette sorelle e per gli estensori delle griglie i lariani potevano e dovevano insidiare le favorite, solamente perché la proprietà indonesiana sulla carta aveva fatto le cose in grande ingaggiando Cesc Fabregas, Baselli a centrocampo, Mancuso in attacco trattenendo Cerri e Parigini e l’ultimo giorno di calciomercato aumentando la zona d’attacco con Cutrone.

Il buon Gattuso prima di ammalarsi aveva deciso di cambiare il suo 4-4-2 in 3-5-2 per impiegare meglio la stella spagnola. Viste le condizioni di Fabregas, convocato solo una volta nelle prime 4 partite, ha virato subito sul suo modulo preferito, appunto il 4-4-2, e in sei  gare ha racimolato solo tre punti.

Il nuovo allenatore Longo è subentrato alla settima giornata e i lariani si sono svegliati tra le mura amiche collezionando tre vittorie. Vittorie che sono arrivate con squadre in fondo alla classifica: Perugia, Benevento, Venezia, un segnale che darà valore negli scontri diretti  a fine campionato. Vittorie arrivate con un solo gol incassato.

Bravi i lariani a capitalizzare il fattore campo, approfittando delle sette gare casalinghe giocate, il problema ad oggi è che il campionato di Longo e compagnia li ha visti spesso giocare in trasferta e il rovescio della medaglia è di aver incamerato solo un punto nelle 5 gare in trasferta.

L’ultima contro il Venezia, scontro diretto tra le due penultime, è stata una partita senza emozioni,  colpa dei lagunari che danno l’impressione di fare fatica nel rimanere a galla con il gioco. Partita bloccata dalla paura. Solo un gran gol del capitano Bellemo è riuscito a sbloccarla portando la squadra di Longo in discesa verso il risultato finale. Per mettere in carreggiata la squadra Mister Longo ha dovuto fare tre cambi con Parigini, Cutrone e Fabregas in campo. La vittoria con il Venezia  non ha cancellato i problemi di impostazione, di manovra e di intesa, in particolare nella zona offensiva.

Fabregas anche con Longo ha giocato poco, due partite in panchina, solamente 90 minuti in campo per due gare, dopo subentrato o uscito.

Tatticamente il Como con Longo nelle prime tre gare in panchina ha giocato con il 4-1-3-2, nelle ultime 4-3-1-2 variando spesso i due attaccanti Mancuso, Cerri, Cutrone e Parigini  portando in alcune gare Fabregas a giocare trequartista. Assente nelle ultime due  vittorie casalinghe, è entrato al 65’ al posto di Baselli fungendo da play.

Contro il Venezia Longo ha perso il terzino sinistro Ioannou, cipriota con passaporto inglese, sempre in campo con Longo eccetto quando è stato squalificato. Sul fronte formazione Comasca , Longo ha dubbi sul trequartista Blanco e sugli attaccanti e prepara una squadra già vista al Ferraris. Chiusa e ripartire.

Arbitra Luca Massimi della sezione di Termoli, classe 1998. Il primo arbitro abruzzese che ha diretto in Serie A. Premiato nel 2017 come migliore arbitro della serie B dagli allenatori della cadetteria, con una motivazione su tutte (la capacità di comunicare) , invece ha in resconto alcuni episodi cime i cartellini gialli e rossi. Debutto in A nel febbraio del 2019, nel 2020 alla Can A e B. Diretto gare in serie A, 5 in stagione e una in serie B. Mai diretto il Genoa, solo una volta in Como in Lega Pro.

Primo assistente Galletto di Rovigo, secondo assistente Miniutti di Magnago, quarto uomo Giordano di Novara. Var Aureliano di Bologna, Avar Gariglio di Pinerolo.