GLI APPROFONDIMENTI SUL GENOA

REPUBBLICA – L’edizione genovese di Repubblica parla della “carica di Blessin” e torna sulle parole del tecnico rossoblu immediatamente dopo il pareggio contro l’Atalanta. “I pareggi allungano l’agonia, ma al tempo stesso tengono viva la speranza di salvezza“. Sono le statistiche a premiare la formazione rossoblu, che ha tirato maggiormente rispetto ai padroni di casa, ma ancora una volta la classifica “paga la poca concretezza di Yeboah e l’appannamento di Destro“. Un Genoa, peraltro, che a Bergamo è sceso in campo con ben 9 giocatori indisponibili. Venerdì sera, per la sfida col Torino, dovrebbero tornare a disposizione sicuramente gli squalificati Sturaro e Rovella, ma c’è ottimismo anche per Gudmundsson e Hefti.

SECOLO XIX – Anche il Decimonono torna sui numeri che inquadrano il Genoa targato Blessin, migliore squadra nelle ultime sette giornate per gol incassati, solamente due. Fa da contrappeso il fatto che il Genoa sia in fondo alla classifica per gol segnati (22) e per tentativi di trovare la via della rete. “Per risalire la classifica bisogna vincere subito e sfruttare tutte le occasioni a partire dal match casalingo di venerdì sera contro il Torino“. Intanto si parla della ripresa immediata degli allenamenti al centro sportivo Signorini: buone sensazioni per un recupero di Gudmudsson e Hefti per l’anticipo coi granata. Approfondimento a parte dedicato alle parole di Frendrup nel dopogara di Bergamo che ha segnato il suo esordio in Serie A.

TUTTOSPORT – Questa mattina, oltre al commento duro dell’ex arbitro Casarin verso la direzione di gara di Torino-Inter, coi granata prossimi avversari del Genoa penalizzati con un rigore non concesso, all’interno di Tuttosport si trova una lunga intervista esclusiva al tecnico rossoblu Blessin. Si parte con alcune domande sul come si descriverebbe e quale sia la sua storia da giocatore e da allenatore e si arriva al momento del suo approdo in Serie A dalla Jupiter League. “Come ho trovato la Serie A? Come me la immaginavo, cioè uno dei campionati più competitivi del mondo. E in crescita. Certo, la Premier è ancora il top, ma in Italia ci sono tanti giocatori interessanti e anche una voglia di investire nel calcio. C’è una grande attenzione alla tattica, quasi un’esasperazione. Io ho sempre guardato alla tv le squadre italiane. Quando sono arrivato al Genoa sapevo cosa avrei trovato“.

Rapidamente si passa alla situazione in casa Genoa, coi rossoblu al settimo pareggio consecutivo, dato che ha scritto la storia statistica del Grifone e che ha attirato l’attenzione di diversi addetti ai lavori. “I pareggi non bastano? Ma io gioco sempre per vincere anche se non è facile. E non sono fuori dal mondo. Mi rendo conto che la nostra situazione di classifica è molto complicata però bisogna pensare positivamente. Un allenatore può parlare, raccontare tante cose, ma conta soltanto il campo. E per ottenere risultati serve lavorare tanto e con il massimo impegno. Noi qui lo stiamo facendo, per questo confido che arriveranno anche le vittorie. Davanti pochi gol? Ma davanti recuperiamo tanti palloni, molte seconde palle sono nostre, creiamo diverse occasioni da rete. A Bergamo, per esempio, ne abbiamo avute due limpide. E con l’Empoli parecchie. Non va dentro anche per sfortuna”. 

Dopo un passaggio sul momento di Mattia Destro (“non c’è nessuno problema con Destro, è un giocatore importante“) e sulle “accuse” di qualcuno di utilizzare una sorta di “catenaccio mascherato” (“ma veramente il mio è un calcio offensivo, adoro questo modo di stare in campo, come per esempio il difendere alto”), oltre che una domanda sulla situazione di classifica che richiederebbe forse un Genoa ancora più offensivo e pronto a prendersi qualche rischio in più (“noi già rischiamo difendendo alti dato che davanti si accorciano le distanze con la possibilità di attaccare in maniera più profonda e rapida. Ma dietro possiamo rischiare di prendere contropiede anche letali”), arriva perentoria la domanda sul suo futuro. “È fondamentale che in una società sia abbia tutti la stessa filosofia calcistica, dal presidente al direttore sportivo, ai dirigenti, all’allenatore fino allo staff e alla squadra. L’unione di intenti fa la forza di un gruppo. Io ho accettato di venire al Genoa perché sapevo chi trovavo e con chi andavo a lavorare. Lavoriamo tutti insieme per portare avanti un progetto nuovo, con idee originali ma chiare, convinti della bontà del nostro operato. Se resto qui anche in caso di retrocessione? Assolutamente sì. Io voglio far parte del progetto di cui ho parlato sopra e poi ho un accordo a lungo termine. Però non mi piace parlare del futuro: io, ripeto, vivo il presente”. Infine, un breve passaggio sulla guerra in Ucraina. “Che questa pazzia, questo orrore finisca presto, anzi subito. È insopportabile vedere morire o soffrire bambini incolpevoli della furia barbare di una guerra. Chi può faccia subito qualcosa a faccia finire l’orrore”. 


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Genoa, settimo pareggio di fila. È la prima volta in Serie A