Ciò che era iniziato in rabbia è finito in vergogna. La rabbia è arrivata dopo la notizia di lunedì dei 14 elementi del Genoa positivi al Covid, la vergogna perché qualcuno ha pensato – non solo tra i tifosi – che il Genoa abbia partecipato alla partita di Napoli accompagnato dal Virus, anche se asintomatico. Vergogna che FIGC e Lega Serie A ci abbiano messo tre giorni per stoppare Genoa-Torino.

Il rammarico è che nessuna istituzione politica regionale e comunale abbia preso posizione. Specialmente in situazioni come quella che sta vivendo la squadra più antica d’Italia, data per untrice del pallone italico per 24 ore dopo aver fatto tutto a regola d’arte per tutelare la salute di tutti e difesa dalla Commissione Medica della FIGC, che ha fatto riscontrare alla Procura federale che a Pegli erano stati osservati tutti i protocolli per giocare domenica scorsa.

Chi ha deciso dopo una riunione fiume tra mercoledì e giovedì mattina non è stata la Lega né la FIGC, ma l’ASL di Genova che non aveva permesso ai calciatori della Primavera di allenarsi al mattino, mettendo in dubbio anche quello dei negativi al pomeriggio. Hanno adottato la regola UEFA in ritardo, in vigore dal 23 settembre, se ci sono 12 calciatori sani più un portiere si può giocare con l’integrazione delle giovanili e, in caso di rifiuto, la sconfitta a tavolino per 3 a 0.

Come alla roulette russa hanno voluto caricare una pistola con colpi in canna meno uno e i club con almeno 10 calciatori positivi, potranno giocarsi solo un bonus sulle 37 gare restanti. Il Vecchio Balordo è già fuori, figurarsi come sempre se non era il primo.

L’unica preoccupazione di Lega e FIGC è stata comunicare ieri mattina che se si fosse giocata Genoa-Torino sarebbe saltata la partita della Primavera di domani tra Genoa e Sampdoria. Fra l’altro chissà se si sono chiesti se i giovani giocatori che avrebbero dovuto aggregarsi dovevano avere un contratto? Nel campionato Primavera ci sono varie tipologie di contratto secondo le norme federali: quelli con contratto, quelli con addestramento tecnico, quelli senza.

A dirigere il calcio a livello nazionale non ci sono brave persone perché non si vergognano neanche davanti ad un bestia visti gli errori fatti e le polemiche, non solo dall’inizio della Pandemia.

La dirigenza del calcio nazionale ogni volta che ha qualche problema con il Coronavirus – e non solo . da serio lo tramuta in drammatico. In situazioni come quella del Genoa tutto il mondo del calcio avrebbe dovuto sottostare al principio di responsabilità morale.

Il calcio italiano è ancora impreparato alla sfida del Virus, non è neanche spaventato per giunta in continua evoluzione. Continua ad essere impreparato e spaesato alla sfida. È l’unico sport anche su scala globale che oltre non fare i conti con l’epidemia, non è riuscito  come il ciclismo, il basket, i motori a dare risposte pratiche come meglio gestire l’epidemia in caso di inconvenienti .

Il problema del calcio sono gli euro e non sono in grado di rispondere tempestivamente ad un scenario in continua mutazione. La paura di perdere o di far calare gli introiti dai Diritti TV e dai Fondi gli annebbia il pallone sul collo.

Alla  Lega calcio manca  il buon senso, perché nel suo ventre continuano logiche feudali per colpa di opportunismo, schizofrenia da troppo tempo. La governance della Lega con Coni, FIGC sono solamente avvolti nel tentativo di salvare il salvabile dei tanti milioni che potrebbero ancora andare in fumo con la pandemia che non molla, vittime di UEFA e FIFA che tengono i cordoni della borsa chiusi.

L’avanspettacolo offerto sulla decisione di sospendere Genoa-Torino platealmente guidata da interessi specifici e da nessuna visione futura. È arrivato il momento di azzerare – o meglio rifare – le poltrone sfondate della FIGC ?

Macché, il Presidente Federale lotta per i playoff e playout  populisticamente per accattivarsi le simpatie delle altre leghe calcistiche alle prossime elezioni; Nicchi, il Presidente dell’AIA, punta alla quarta elezione riportando a galla gli arbitri della serie B riunendoli con quelli della serie A, dopo 10 anni di errori e non costruendo un arbitro a livello professionistico in grado di sostituire quelli che sono andati in pensione tra la scorsa stagione e quella attuale. La campagna elettorale per la sua nuova elezione sta andando male considerato che i giovani impegnati a dirigere le prime due giornate di serie A sono stati meglio dei 22 dello scorso anno e  sono stati tenuti inutilmente in cantina dopo quello che si era visto nell’ultima stagione arbitrale (e non solo per colpa del VAR).

Anche il giornalismo sportivo si sta offuscando particolarmente in tempi di calciomercato. Ormai non si raccontano più i fatti, l’evento, l’impresa. Tutto è quasi ridotto allo stato di trombone seguendo i titoli del web, non più giornalistici ma rapaci, che non guardano in faccia nessuno, compresi i siti dei grandi network giornalistici, solamente per un click in più che produce pubblicità.

Il calciomercato è votato a far di noi animali di allevamento e nessuno si accorge, si lamenta che in pochi cercano di  raccontare i fatti e quando lo fanno non possono superare sulla carta i 3’ di lettura, numero ben evidenziato.

Il giornalista deve raccontare i fatti e deve rappresentare la gente davanti ai fatti. Se un giornalista di trova davanti a un dirigente, un allenatore, un calciatore deve fargli le domande che probabilmente vorrebbero sentire o fargli le persone.

Ormai anche su misure da campo di calcio per garantire il distanziamento tra giornalisti e intervistato, senza fare polemiche gratuite, non si fanno più interviste o presentazione di calciatori. Bello chiedere come è stata vista la partita dalla panchina dal campo, cosa si è sbagliato o altro, invece di ascoltare interviste che lasciano il tempo che trovano e solo spazio a polemiche del giorno dopo.

Arriva il russo Shomurodov. La speranza che sia altro Piatek conosciuto da nessuno al suo arrivo. Per quelli che lo hanno giudicato tramite Youtube, Wyscout meglio dargli tempo e non giudicarlo subito alle prime gare, dovendo imparare i tempi e gli spazi del calcio italiano che sono sempre diversi da dove provengono dove i ritmi sono più bassi e non sei marcato a 15 centimetri. Impari subito ad usare la sua fisicità.

Per quanto riguarda Bani toccherà a Maran, che lo conosce, fargli cambiare gli equilibri con gli altri difensori in rosa. Operazione non facile considerato che nelle prime due giornate di campionato c’è stato il Circo del gol dei difensori con 75 reti incassate.

Scamacca ha poche differenze con Pinamonti: saranno famosi. Qualcuna in più con Favilli dal punto di vista fisico, mai avuto incidenti importanti. Il curriculum del giovane romano racconta di aver fatto esperienza anche nel campionato olandese quello delle riserve e di aver realizzato 13 tra campionato cadetto (9) e 4 in Coppa Italia con l’Ascoli.

Anche per lui occorrerà la mano di Mister Maran per farlo convivere con un altro gigante, l’ultimo arrivato uzbeko, entrambi vicini al metro e novanta centimetri.