Nel pomeriggio odierno è andata in scena al “Baciccia Ferrando” di Genova Prà un’amichevole tra il Genoa Under 18, allenato da Gennaro Ruotolo, e la Rappresentativa Ligure Dilettanti guidata da Alberto Corradi, ex vice allenatore del Genoa durante la parentesi Juric. Un Alberto Corradi coadiuvato da vicino dal vice Mario Ponti e da Dario Napoli. L’amichevole, andata in scena sotto gli occhi del responsabile del settore giovanile rossoblu Michele Sbravati, ha visto la vittoria della Rappresentativa in rimonta col punteggio di 3-2.

Un’autorete del Genoa avrebbe aperto le marcature, poi Piu e Conti a ribaltare il risultato; Scaccianoce (gran tiro da 30 metri) e Zazzeri a ripotarlo a favore della Rappresentativa Ligure. Cinque reti segnate tutte nella seconda frazione di gioco. Ma l’incontro con Alberto Corradi ha portato il nostro colloquio anche al prossimo Torneo delle Regioni in programma a Merano a partire dal prossimo 24 aprile 2020 (la rappresentativa ligure maschile è inserita nel girone con Girone C assieme con Lazio, Sardegna e Molise).

Il Torneo delle Regioni sii fa da cinquant’anni, anche se quest’anno qualche notizia di pericolo c’è: ci auguriamo di potervi partecipare. Ci stiamo allenando per farlo e siamo ad una fase di selezione quasi completa. Oggi c’è stata un’amichevole contro l’Under 18 del Genoa: i ragazzi sono stati bravi, è stata una bella partita che ci ha dato indicazioni importanti, ovvero sia che il movimento dilettantistico ligure qualcosa esprime. Purtroppo la Juniores ligure al Torneo delle Regioni non ha mai vinto, perciò qualche segnale di difficoltà regionale c’è. Ci auguriamo che il movimento, non grazie a me ma a tutti gli allenatori che allenano questi ragazzi, possa portarli ad esprimere delle risorse importanti”.

Presente in panchina anche Mario Ponti, che ha osservato ogni singolo ragazzo e che, probabilmente, per la prima volta non ha sofferto così tanto nel vedere perdere il proprio Genoa. “Probabilmente sì, è la prima volta che non ho sofferto nel vedere perdere il Genoa (sorride, ndr), ma sono soprattutto stato contento di vedere la prestazione della rappresentativa ligure, andata ben oltre ogni aspettativa”. C’è la mano dell’allenatore su questa rappresentativa. “Diciamo che i ragazzi hanno iniziato a lavorare su alcuni principi. Oggi si sono visti. Sono già diversi mesi che, ogni due settimane, ci alleniamo assieme e abbiamo fatto amichevoli con altre formazioni Juniores. Quella di oggi resta un’amichevole, ma i ragazzi ci hanno dato i giusti segnali”.

Ma questa Liguria, tra questi giovanotti 2000 o 2001, potrebbe esprimere qualcuno che diventi professionista? Sì, non so quanti e quando, ma le possibilità credo ci siano – esordisce Mario Ponti. “Senz’altro la Liguria è carente come strutture e situazioni logistiche”. “Per essere realistici, credo che qualcuno possa togliersi qualche soddisfazione – prosegue mister Corradi – però a quest’età nel professionismo è giù un po’ tardi per pensare di ambire a certe mete. Parliamo comunque di ragazzi che, a livello dilettantistico come Eccellenza o Promozione, lavorano ormai in maniera sempre più professionistica. Per alimentare il movimento sportivo ligure avremmo bisogno di sempre maggiori campi o centri dove lavorare su forza e allenamenti. Perché di allenatori dilettanti preparati, intanto, ve ne sono sempre di più. E questi ragazzi alzano il livello”. 


LA NOSTRA INTERVISTA

Si sbaglia se si dice che nelle riviere si gioca di più per strada o in piazza rispetto a Genova? Anche dalle vostre convocazioni, soprattutto dal Ponente, sembra così

“In realtà questo aspetto è legato al fatto che il massimo livello entro il quale possiamo convocare qualcuno è concentrato nelle zone di Savona o Imperia. E quindi attingiamo soprattutto da lì. Posso dire, però, che ho fatto allenamenti coi bambini piccoli nelle piazze del centro storico di Genova con La Resistente e le piazze possono essere ancora luoghi dove si impara a giocare a calcio. Perché la resistenza c’è ed è un valore che va portato nel calcio. Sino all’ultimo secondo”.

Mario Ponti, ritornare in pista che soddisfazione è per te?

“Grande. Poi stare a fianco di un mister preparato come Alberto è un piacere. Vedere certi ragazzi e situazioni rivivendole dal campo fa senz’altro piacere. Poter dare una mano in questo ambito è senz’altro tanta roba”. 

Mister Corradi, cosa le ha lasciato la Serie A?

“Tante emozioni. La cosa che a me piace del calcio, che sia Serie A, B, Rappresentativa Ligure, Terza categoria, è lo spogliatoio. Lo spogliatoio è sempre uguale in tutte le categorie. Sono diverse le dinamiche che passano sopra lo spogliatoio. Ma il calcio è democratico, sia nel professionismo che tra i Dilettanti”.

Lontano da Genova, a 300 chilometri di distanza, sta facendo vedere che le idee di calcio c’erano. È Ivan Juric. E con lui altri giocatori che giocavano in rossoblu, improvvisamente diventati stelle in questa Serie A

“Juric ha dimostrato prima – e anche a Genova, dove avevamo fatto sei mesi importanti andando ai livelli del Verona di oggi e con quell’idea di calcio, sbagliando qualcosa – che è un grande allenatore. Genova, del resto, è una piazza importante con tante pressioni. Lui era alla prima esperienza in Serie A: si sbaglia, ma si ricomincia”.

Lacrime di coccodrillo per giocatori come Lazovic, Veloso, Günter?

Prima risponde Mario Ponti. “Veloso ha giocato e vinto i campionati europei con Cristiano Ronaldo, non con “Piripicchio”. Anche Lazovic e Gunter sono giocatori di esperienza internazionale. E poi c’è Juric: secondo me è un grande tecnico, come un grande tecnico era Gasperini. Qui sono stati messi striscioni per mandarlo via”.

Prosegue poi Corradi. “Mario ha giocato tra i professionisti, io ho bazzicato tra i professionisti come allenatore e aiuto allenatore. Che in questi ragazzi ci fossero dei valori ci aveva creduto anche il Genoa tenendoli diversi anni. Hanno fatto qualcosa anche a Genova, del resto, e magari si ricordano soltanto i momenti bui. Ogni annata è particolare: quest’anno a Verona è scattato un clima che riesce a portare tutti ai massimi livelli. Ma non c’è da rammaricarsi o da pensare che ci sia qualcosa che non funziona nel Genoa. Spesso è capitato anche che chi aveva fatto bene al Genoa abbia fatto meno bene altrove“.


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