Non si può che partire dal Genoa: dal Chievo gara di andata al Chievo gara di domenica scorsa il Grifone conclude un girone con 7 punti conquistati. Per molti quasi una condanna all’inferno della Serie B, ma a Pegli non la pensano nella stessa maniera dopo il bastone e le parole del Presidente.

I cinque punti sul Crotone (11 punti nelle ultime 5 gare) più gli scontri diretti favorevoli e il solo punto sull’Empoli possono essere un piccolo stimolo per Burdisso e compagnia, ma soltanto se nei prossimi ritiri non ci saranno più vuoti e l’aria non servirà solamente per respirare. Incazzatura e reazione all’esilio dovranno essere una miscela esplosiva già contro l’Inter.

Cinque punti di vantaggio, senza guardare il calendario favorevole ai calabresi, devono essere un buon margine sebbene la condizione in casa rossoblu non sembri normale. Il Genoa è scoraggiato,  con il morale sotto i tacchi, e deve lasciare spazio sin dal primo allenamento di oggi all’Ottolenghi di Acqui alla voglia di vincere più che alla paura di perdere, cercando di pensare che almeno in qualche partita non ci saranno errori a minare tutto.
Non ci sono incontri facili che sulla carta appaiano equi considerato che Genoa e Empoli giocheranno con il Palermo e il Crotone, il prossimo turno, con il Pescara già retrocesso.

La differenza tra Genoa, Empoli e Crotone? Bisogna considerare che i toscani dovranno giocare con squadre prive di obiettivi e già in vacanza, come il Bologna, mentre il grifo sulla carta ne potrebbe avere solamente una col Torino. Il Crotone troverà invece sul proprio cammino l’Udinese.

Tutto potrebbe essere rotto dalle squadre che si giocano l’Europa: per il Genoa l’Inter, agli sgoccioli, e la Roma, mentre per il Crotone la Lazio. Al calendario dei pitagorici bisogna aggiungere la Juventus che anche se scudettata e europeizzata difficilmente vorrà perdere l’imbattibilità allo Stadium.
Tutti vogliono fare imprese compreso il Vecchio Balordo che deve farne almeno una: l’occasione giusta è l’Inter considerato che il Ferraris è finora stato pressoché off limits per le ex grandi sorelle.

Anche per i calciatori rossoblu deve essere tempo di impresa. Forse sarà bene ricordare loro che la Serie A testa una vetrina dove le ultime partite sono le più importanti. Giocatori antichi esperti nello spogliatoio di una volta raccontavano che le gare impresse negli occhi della gente non sono le prime ma le ultime. Questo vale anche per gli operatori di mercato.

I giocatori sono chiamati a tenere fermi gli aspetti fondamentali della loro professione, devono giocare le partite al meglio dimenticandosi psicologia e fobie e anche se non vorranno onorare la maglia che indossano, ormai un optional, lo devono fare per orgoglio e per la loro carriera dal momento che in queste ultime gare saranno giudicati per capire se rimarranno sotto la Lanterna o si cimenteranno in un trasferimento che dovrà essere conquistato.

Chiaramente si allude al giocare mettendo in evidenza le proprie qualità singole a disposizione di un gioco corale. Attenzione: non cadere nell’eccesso di un gioco individuale, nel tentativo di salvare la propria prestazione facilitando gli avversari. Quest’ultima frase ha vacillato sulla tastiera dopo aver visto le statistiche di Genoa-Chievo dove Laxalt per la prima volta ha sbagliato 13 palloni per eccesso di individualismo .

Siccome le giornate sono lunghe, questi ultimi argomenti dovrebbero essere affrontati da Juric, dal suo staff e dai dirigenti dentro l’Albergo di Acqui.

Se il ritiro si trasformerà in chiusure dentro le stanze con play station, dvd, iPhone, allora servirà a poco: meglio fare partite a carte, ping pong, biliardo, calciobalilla o poker dove se perdi ti incazzi e reagisci .

Ai calciatori rossoblu dico: prima di addormentarsi guardare la classifica per ragionare sui punti da conquistare come dei kamikaze. Chi non riesce a farlo lasci spazio ad altri. Tutto sarà decisivo per non retrocedere! Oggi in soccorso ci viene l’ode di Manzoni dal titolo “5 Maggio”, ma questa volta tratta non di Napoleone, ma del Vecchio Balordo in esilio.