“Nino capì fin dal primo momento, l’allenatore sembrava contento e allora mise il cuore dentro alle scarpe, e corse più veloce del vento“. Cantava così Francesco De Gregori parlando della leva calcistica del ’68, una leva di sognatori del calcio. Da quella data rimasta nell’immaginario collettivo sono passati ormai quasi cinquant’anni, e se il nostro Nino aveva 12 anni all’epoca, oggi ne avrà 61 e magari si ritroverà dietro le grate di un campo a guardare i propri nipoti tirare calci a un pallone.

Se questi ipotetici nipoti giocheranno, lo faranno senza dubbio nel settore giovanile di qualche squadra di calcio in giro per l’Italia. O del mondo. Noi, che nel nostro piccolo facciamo quello che ci è possibile fare, mercoledì abbiamo presenziato alla festa della Scuola Calcio del Genoa CFC, evento organizzato dallo sponsor Barabino & Partners e dalla società Genoa, in uno Sciorba Stadium tirato a lucido e fresco di innovazioni.

Nella foto, il tecnico rossoblu Juric abbracciato da Luca Barabino (foto TanoPress)

Una festa che ha radunato ragazzi, genitori e quartier generale rossoblu, con Juric in prima fila a raccontare che anche da qui si parte per iniziare a comprendere cosa significhi giocare a calcio. E cosa rappresenti farlo nel Genoa, che da anni ormai lavora per trasmettere valori oltre che dettami tecnici ai suoi allievi e che inizia a trarre più di un risultato positivo.

In casa rossoblu ci si è dati una struttura ben precisa: da una parte la Scuola Calcio, sponsorizzata da Barabino & Partners, che racchiude le leve dal 2004 al 2009, poi il settore giovanile, che oltre a completare il quadro con la rappresentativa femminile Under 12 risale sino alla Primavera. Sponsor e management per un lavoro condiviso.

Qualche settimana fa il responsabile del settore giovanile rossoblu Michele Sbravati ci diede dei numeri interessantissimi e fortemente indicativi: da quando si lavora sulle giovani reclute rossoblu, a toccare il professionismo dopo essere passati dal settore pre-agonistico e poi a quello agonistico rossoblu sono stati in 91, e di questi 91 ancora oggi sono settanta ad aver fatto del calcio il loro mestiere. Si tratta di numeri da non sottovalutare, motivo per cui andremo a rapportarli anche con quelli che, aggiornati all’ottobre 2016 dal CIES Football Observatory, inquadrano tutta Europa (visibili nella foto sottostante).

Spiegare il perché il Genoa non figuri nella classifica è cosa abbastanza intuitiva: le italiane a comparire nei primi 50 posti sono soltanto sei (Roma, Milan, Atalanta, Inter, Fiorentina ed Empoli) e dispongono di settori giovanili rodati già da anni o per maggiore disponibilità economica o per necessità tecniche, come l’Empoli, mentre il Genoa lavora sul suo apparato da minor tempo ma con applicazione e lungimiranza. Non a caso la sensazione è che i risultati, in termini anche numerici, siano dietro l’angolo e comincino a premiare il buon lavoro svolto.

Inutile andare invece a paragonare il Genoa con i club più quotati e storicamente lungimiranti in materia di settori giovanili. Barcellona, Real Madrid, Ajax, Manchester United: tutti contesti che implementano di anno in anno la loro offerta e che appaiono, ad oggi, irraggiungibili. E nessuno se ne faccia una colpa, perché il denaro non è tutto: è molto, ma non è tutto.

Come ci spiegava nella trasmissione “Genoa Inside” di martedì scorso Marco Martini, allenatore UEFA B con una passione filosofica per la cultura nelle cantere, l’aspetto culturale nel mondo del calcio, fin dalla giovane età, è fondamentale. Insegnare che il calcio è dominare il gioco e vincere sull’avversario fa parte di un percorso prima mentale, poi caratteriale e solo in ultima istanza tecnico. “Giocare a calcio parte dalla testa, passa dal cuore e arriva ai piedi“. Anche in questa maniera si sta lavorando al Genoa, e non a caso Michele Sbravati nell’intervista proposta sopra parla di “indipendenza controllata”, di controllo mirato su alcuni aspetti della crescita dei ragazzi che ne determinino una crescita prima umana e poi qualitativa.

Ritornando comunque alla tabella sovrastante, in blu si analizza in particolare il numero di giocatori che, tra 15 e 21 anni, hanno giocato nel settore giovanile della loro squadra per almeno tre anni e che adesso militano in uno dei cinque maggiori campionati europei, o con la stessa maglia o con quella di un altro club. In quella verde invece sono considerati tutti e 31 i maggiori campionati del mondo, e non deve stupire che siano moltissime le squadre dell’Est Europa a comparire in questa graduatoria dal momento che la minore appetibilità dei campionati e, salvo eccezioni, la minore disponibilità di denaro obbligano queste società a puntare molto sui loro settori giovanili.

Il Genoa in qualche modo sta nel mezzo e ha deciso di avviare un progetto pluriennale sui giovani per avere poi modo di sfruttarli al momento opportuno nella prima squadra. Per adesso, soffermandosi ai tempi più recenti, ad avere raccolto decine di presenze in maglia rossoblu dopo essere passati dalla trafila delle giovanili sono stati Criscito (soli due anni, dal 2002 al 2004, prima di esordire al Genoa in prima squadra nel 2006), Perin, Sturaro e Cofie. Meno utilizzati Mandragora, oggi alla Juventus, El Shaarawy, attualmente in forza alla Roma, Ragusa (Sassuolo, ndr) o l’attuale terzo portiere Lucas Zima, in rossoblu dal 2011.

Il futuro conclamato sembrerebbe potersi chiamare Pietro Pellegri, come conferma anche Juric nel video proposto sopra, tuttavia il lavoro dei tecnici delle leve calcistiche rossoblu  è quello di sfornare altri giocatori pronti a fare il grande salto. E se il buongiorno si vede dal mattino, i risultati e le qualificazioni alle finali nazioni di Under 15, 16 e 17 nella medesima stagione fanno assolutamente ben sperare. Come riporta proprio questa mattina il sito ufficiale del Genoa, il prossimo sarà per altro un weekend di impegni importanti prima di staccare il pass, già aritmeticamente conquistato, per le Final Eight.

Si parla in generale di materiale pronto per andare a rimpolpare la rosa delle future squadre Primavera, tra le cui fila vi è – e presumibilmente vi sarà – molto sangue ligure e rossoblu. Anche qui, diverse settimane or sono, ci facemmo raccontare l’esperienza tra i giovani del Genoa da mister Luca Chiappino, uno che di come si fanno crescere e maturare i talenti ne sa qualcosa. “La soddisfazione maggiore è che abbiamo permesso a numerosi dei nostri ragazzi di diventare professionisti. Oggi abbiamo nell’Under 17 all’incirca quindici o sedici ragazzi liguri che sono da noi da almeno una decina d’anni, e questa è una cosa importante“.

Chiudiamo questo editoriale ricordando ai nostri lettori che oggi l’intera giornata sarà dedicata al settore giovanile. Questi gli appuntamenti:

ORE 14,30: intervista a Luca Barabino, presidente di Barabino & Partners;

ORE 16,30: intervista a Maurizio Ghigliotti, responsabile organizzativo dello Sciorba Stadium;

ORE 18,30: intervista al tecnico Andrea Bianchi, già ex giocatore di Genoa e Lucchese e coordinatore della Scuola calcio Genoa, e ad Armando Caligaris, coordinatore area motoria della Scuola Calcio Genoa;

ORE 21: consueto appuntamento con gli “Occhi al Pio”.