La domenica della Palme ha portato con sé anche la 12° giornata di ritorno riaprendo il campionato nella zona Europa League. Può darsi anche che non abbia messo l’ulivo della pace in fondo alla classifica.

Gli artefici di tutto ciò sono stati i pitagorici di Nicola che con una intensità “da baionetta” nel caldo calabrese hanno messo KO l’Inter cinese di Pioli.

Il campionato si conferma di per sé destinato a cambiare. In qualche modo dovrà essere riformato, anche se non nel numero delle partecipanti almeno inserendo play out e play off in fondo alla classifica e per la zona Europa League. Manca una competitività intermedia e alcune squadre e calciatori non possono essere in ferie da Natale alla fine del campionato.

La Juve continua ad essere il martello del campionato e le inseguitrici Roma e Napoli hanno perso la speranza del logorio della Champions per riacchiapparla. Allegri cambia spartito e suonatori ma gli accordi della vittoria sono sempre gli stessi.

Roma e Napoli ci sperano e tengono viva la fiammella vincendo la prima contro il Bologna, la seconda contro la Lazio. Spalletti dopo aver spazzolato Donadoni con cuore e gambe ha subito detto, conoscendo i suoi polli: “Complimenti! Ora serve un rendimento costante fino alla fine”. Il compito del Napoli è stato invece più arduo in casa della Lazio. La squadra di Inzaghi nel primo tempo ha aiutato il “ciuccio” rimanendo fuori partita a lungo con risveglio solamente dopo il 2 a 0 partenopeo. Bravo Sarri: ha gli stessi punti dello scorso anno anche senza Higuain dopo 31 giornate di campionato.

L’Europa League si apre grazie all’Inter e al Milan a cui è bastato rifilare 4 pappine al povero Palermo per fare accostare i titoloni dei giornali sportivi all’EuroMilan,  dimenticandosi che attualmente i rosanero hanno poco presente e, anche, poco futuro.

L’Atalanta del Gasp viene intanto bloccata dal Sassuolo di Di Francesco. Un’occasione persa per gli orobici non solo perdi spaventare i cinesi dell’Europa League ma per timbrare il passaporto europeo. Sarà un Sabato di Pasqua duro in zona Europa League con il derby della Madunnina alle ore 12.30 da far vedere agli occhi a mandorla. Poi si avrà in programma Roma-Atalanta, con Gasperini privo di Gomez squalificato. Il tecnico di Grugliasco, come ai tempi del Genoa, si è trovato sulla sua strada Rizzoli.

La Lazio spererà a sua volta di trovare sulla sua strada il Genoa arrendevole delle ultime giornate, ma dovrà fare i conti con il “cianuro” di Juric.

Samp-Fiorentina è stata gol e gioco, finalmente una standing ovation per Giampaolo vero autore del percorso senza spine sul terreno di gioco della squadra di Ferrero, che resta sempre all’ordine del giorno nelle cronache.

Torino e Fiorentina sabato prossimo saranno le formazioni “arbitro” della retrocessione per Crotone e Empoli. Il Crotone di Nicola visto nelle ultime giornate può ambire al suo personalissimo scudetto.

A propositi di arbitri, Mariani di Aprilia, l’arbitro di Udinese-Genoa, ad inizio secondo tempo ha scimmiottato un collega della Liga fischiando un calcio di punizione indiretto (giusto) perché Munoz ha voluto eludere la regola del retropassaggio a Rubinho con i piedi alzandolo e passandolo con la testa. Una chicca per il campionato italiano: non solo il fallo, ma anche il calcio di punizione indiretto.

Capitolo Genoa. Juric nuovamente sulla tolda della Navicella genoana in pieno nubifragio. Il compito più arduo del Pirata sarà ritrovare il totale del suo lavoro nello spogliatoio, che dovrà essere più importante di quello che succederà sul campo per ottenere risultati.

Juric dovrà essere bravo, dimenticandosi della prima parte di stagione, e inculcare la voglia comune di un obiettivo a tutti i giocatori. In questo momento al Genoa servono leader con qualità più umane che da calciatori. Juric può darsi che abbia sbagliato qualche scelta nella sua prima parte di lavoro, come l’essere stato troppo morbido, e la sua sincerità qualche volta non la si è voluta capire. Con i calciatori del Genoa attualmente bisogna essere molto chiari in tutto per tutto, fargli capire le cose brutte che hanno fatto ma anche quelle belle perché si potrebbero ripetere.

L’apprezzamento sincero da parte di tutti sarà fondamentale dentro lo spogliatoio del Vecchio Balordo. Se qualcuno si era illuso di essere già in vacanza, non pensando minimamente alla sua carriera, potrebbe svegliarsi di colpo con il drin drin rumoroso del Crotone che non molla.

Juric nel suo esilio di due mesi, fatto di studio e viaggi e confronti con altri allenatori, potrebbe mettere nel suo DNA calcistico la cognizione che il calcio deve essere duttile, prima e durante le gare.

Il ritorno di Juric sembra aver scatenato qualche ripercussione nello staff dirigenziale.  Pignotti, team manager laborioso e silenzioso, neanche presentato ad inizio stagione, è stato allontanato. Decisione strana di cui non conosciamo i motivi: sarebbe un ottimo ripiego far finta di stare male e non scrivere nulla, ma si vorrà salutare comunque Pignotti e dare il benvenuto a Pellegri Senior, team manager con una buona e ottima caratteristica: Genoano dalla nascita.

In questo momento essere Don Abbondio non vuol dire essere Ponzio Pilato, non esprimersi non è la via giusta: questo perché oggi conta molto di più il bene del Genoa di tutto il resto.