Cagliari Genoa 4 a 1: Porceddu…genoano. Giornata amara, giornata di vergogna. Una mesta broccaggine si è impadronita all’improvviso dei calciatori di Juric? Sconfitta che brucia ancor di più perché il Vecchio Balordo non è stato a guardare contro un avversario sicuramente in ambasce sul piano del gioco viste le assenze importanti.

Tecnicamente Cagliari Genoa è un incontro da ritenersi povero e la sconfitta lascerà il segno in Juric. In effetti si può dire di aver perduto una buona occasione per fare risultato.
Dopo 10 minuti di sbandamento iniziale per la sorpresa della formazione cagliaritana e il modulo aperto 4-3-3 invece che il 4-3-1-2, il Vecchio Balordo ha preso in mano la gara realizzando la settima rete di Gio Simeone.

In 5 minuti poi, dal 38’ al 43’, ecco la fiera delle “belinate” difensive. Tutte le colpe sono state addossate a Lamanna e Cofie, ma Borriello che colpisce da solo dopo la respinta di Lamanna e prende un palo bruciando Munoz su gol di Joao Mario è stato bravo ma si doveva arginare meglio. Cofie ha sbagliato soltanto nel non mandare il pallone in corner.

Seconda parte di gara: c’è tutto il tempo per recuperare ma anche Juric vede la gara di Cofie in salita, così lo cambia e fa entrare Ninkovic abbassando Rigoni. Non improvvisamente torna la “fossa del Grifo” nel cuore del gioco. Il Pirata riguardando i video ammetterà che il cambio di Cofie non è stato utile.

Riflessi spenti, nervosismo, sofferenza, quasi fiato corto e soprattutto intelligenza svanita non sono da squadre di Juric, in nessuna categoria. Hanno peggiorato tutto gli altri due gol del Cagliari nati non da errori di fase difensiva ma di difensori inspiegabilmente non pronti a spazzare l’area di rigore. Il Cagliari realizza quattro reti probabilmente inaspettate, Borriello mattatore schianta il Genoa ma i genoani presi individualmente potevano essere superiori ai sardi con cerotti importanti. Potevano, ma non ci sono riusciti non avendo fatto squadra oltre che gioco come nelle precedenti gare, anche se perse.

Chi determina chi sale e scende le scale nel calcio sono i risultati e questa volta tocca all’ex direttore Capozucca sollevarsi rispetto alla prima giocata al “Ferraris”. Al Sant’Elia Juric non è stato tradito dai giocatori ma tattica e organizzazione, svanite forse per la prima volta in venti gare giocate. La tattica è del resto una parte fondamentale di tutto il suo lavoro anche in allenamento.

Sarà ancor di più arrabbiato perché contro il Cagliari c’erano, si sono anche viste in svantaggio di tre reti, le possibilità di trovare spazi in base al sistema di gioco degli isolani. Il porceddu rossoblu che viene cucinato in modo verticale da Rastelli non avrà fatto dormire il Pirata.

Se il Genoa avesse perso in altro modo tante potevano essere le attenuanti. Il primo allenamento di Cataldi venerdì pomeriggio, ad esempio, e per tale motivo quindi la mancanza di un coordinatore autoritario e deciso dentro il cuore del gioco, pur con piedi buoni e qualità. Davanti ai video Juric dovrà poi capire la sbragata, non solo della difesa.

Nel giorno della sua frase sulla maglia rossoblu, tante le “amine psicotoniche” avrebbe detto Brera: “tante” subito alla fine della gara da parte di tutti quelli che girano intorno al pianeta Genoa. Meglio chiamarle “paturnie” o balle, per qualcuno anche goderecce: Ninkovic che non voleva entrare dopo essersi riscaldato tutto l’intervallo con Corradi, Juric a rischio, neanche con la bomba atomica. Riunioni con dirigenti sparsi in giro per l’Italia, Edenilson verso il Brasile per far posto ad un extra comunitario quando Edenilson non è extra comunitario e il Genoa ha già libero un posto in questo senso.

Probabile riunione telefonica tra i dirigenti rossoblu che scenderanno stasera a Roma per cercare una soluzione in più per il centrocampo. Da salvare il giusto mugugno e la contestazione dei tifosi che si sono sorbiti la prestazione dal vero dopo le fatiche per raggiungere l’isola sarda. Lodevole l’iniziativa dell’ACG di rimborsarli del biglietto dello stadio anche se potrebbe essere qualcosa di pericoloso…con il vecchio Balordo specie in trasferta.

I calciatori del Genoa hanno subito la possibilità mercoledì sera nella gara di Coppa Italia con la Lazio di cancellare tutto, “arando dritto e fondo e lascia dire il mondo”, frase contadina ad hoc.

Non si può dire che sarà la motivazione a fare la differenza. Tutti già sull’ aeromobile che li ha portati nel ritiro romano si saranno fatti un esame di coscienza per capire cosa è successo al Sant’Elia per giocare da squadra scollata senza concentrazione e agonismo, dimensione che non porta da nessuna parte. Come ha detto Juric a fine gara, se qualcuno si è illuso sullo svolgimento del girone di andata, torni alla svelta con i piedi sul terreno di gioco, qualche altro chiuda la bocca al procuratore.

Juric intanto dovrà essere bravo a gestire la situazione fino a febbraio, richiedere subito un altro rinforzo nel cuore del gioco o pensare qualcosa di diverso tatticamente dopo quattro sconfitte di fila.