Forza Mattia! Bene, ieri hai fatto un’altra grande parata della tua carriera!

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"A volte il guerriero della luce ha l'impressione di vivere due vite nello stesso tempo. 'C'è un ponte che collega quello che faccio con ciò che mi piacerebbe fare', pensa. A poco a poco, i suoi sogni cominciano a impadronirsi della vita di tutti i giorni, finché egli avverte di essere pronto per ciò che ha sempre desiderato. Allora basta un pizzico di audacia, e le due vite si trasformano in una. Il guerriero ci crede. E poichè crede nei miracoli, i miracoli iniziano ad accadere." (Paulo Coelho) Io ci credo. Senza bisogno di miracoli, quelli li lascio a chi ne ha veramente bisogno. Io ripartirò da questo letto, dalla fisioterapia, dalla voglia di non mollare mai e di continuare a sorridere, dal desiderio di ritornare. Non come prima. Alla fine di questo percorso sarò una persona diversa, sicuramente nuova, migliore, spero. Grazie a tutti coloro che mi hanno scritto, chiamato o anche solo dedicato un pensiero. Vi abbraccio tutti. E vi aspetto, di nuovo in campo.

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Non farai il parà, non scalerai l’Everest senza guanti, non farai l’astronauta, continuerai a giocare al calcio. Fra l’altro gli esperti in ortopedia dicono che dopo le operazioni che hai subito alle due ginocchia sei in una botte di ferro per il futuro e gli arti inferiori hanno finito di romperti i…palloni.

Continuerai ad avere paura dei calabroni ma non degli attaccanti che ti si porranno davanti. Da oggi continuerai a ridere come hai sempre fatto.

Leggendo nel gennaio 2015 una tua intervista ho capito che il tuo mondo sarà sempre una risata quando hai messo in evidenza una frase di Benigni. “La felicità è stata data a tutti: qualcuno l’ha nascosta bene, altri la tengono in superficie”. Tra le righe hai ammesso che tu la tieni in superfice. Continua così, ci vediamo a Pegli.

Taarabt oggi alle 11 in conferenza stampa. Quasi difficile fargli delle domande che non siano banali o da “gossip”.

Per qualcuno è stato considerato arrogante, insolente, ma chi capisce di calcio ha anche detto “divino” come Omar Sivori che era considerato a sua volta arrogante, insolente ed anche presuntuoso. Il “Cabezon” è stato materia di discussione: c’era chi lo amava e chi lo detestava perché faceva vincere e vinceva.

Adel “cabezon” Taarabt, il Tempio aspetta le tue giocate tutte dribbling e di suola e vuol rivedere quello che hai fatto al Milan per sei mesi dove non avevi sfigurato, anzi.

Genova, Genoa, il Ferraris sono l’occasione per dimenticare il passato: non perderla dipende solamente da te. Gioca con la testa sgombra, non sentire pressione. Capisci subito l’importanza del lavoro, il mezzo più efficace per esprimere il proprio potenziale.

Segui Juric che ha il senso del collettivo portando la squadra a rendere al meglio globalmente. Per vincere bisogna correre in 10 senza nessuna differenza di chilometri percorsi tra attaccanti centrocampisti difensori. Un lavoro di sacrificio supportato da tutta la squadra.

“Cabezon” Taarabt, tutti aspettano un gol come quello che hai fatto al Napoli al San Paolo al tuo esordio con Milan il 9 febbraio 2014.

Sarà una coincidenza? Napoli-Genoa si giocherà intorno a quei giorni di febbraio 2017.