Negli ultimi giorni, chiusi ieri dalla retrocessione in Primavera 2 del Genoa, si è parlato spesso di settore giovanile, delle vittorie del Genoa Femminile Under 17 che intravede all’orizzonte la possibilità di avere una sua prima squadra, delle strutture da implementare, dei giovani da valorizzare e fare arrivare alla prima squadra con ancora maggiore continuità, dell’importanza di rafforzare il Genoa attraverso la genoanità delle nuove leve.
Una tematica sollevata sia dagli ultimi risultati sportivi delle giovanili, in larga maggioranza positivi, sia dalle ultime dichiarazioni di Michele Sbravati, responsabile del settore giovanile rossoblu. Ad oggi uno “spaccato” sul futuro più prossimo, imbastito dall’ottimo lavoro della Scuola Calcio del Genoa coordinata da Andrea Bianchi, parte anzitutto dall’Under 14 di mister Gemiti, leva ancora legata al settore dell’attività di base (tant’è vero che quest’anno disputava un campionato organizzato dalla Lega Nazionale Dilettanti tra Valle D’Aosta e Piemonte, ndr). Leva che, nonostante tutto, ha vinto in carrozza il campionato, padrona di un gioco consolidato, ottime individualità e osteggiata marginalmente da Juventus e Torino, due settori giovanili che da anni portano a casa trofei su trofei.
L’attuale Under 14 passerà presto nelle mani di mister Brunello e raccoglierà l’eredità di una squadra, l’attuale Under 15, che ha già raggiunto la semifinale scudetto (contro il Milan) e vinto, fra l’altro, il proprio girone di qualificazione alle fasi finali nazionali. “Dall’Under 14 all’Under 15 parliamo dello scalino più importante – spiegava qualche giorno fa Michele Sbravati ai nostri microfoni – perché si passa dall’attività di base a quella agonistica vera e propria. È motivo d’orgoglio avere ottenuto certi risultati, anche perché sono stati ottenuti quasi interamente con prodotti locali“.
Una società che ha un progetto tecnico, prima ancora che finanziario, ripone in queste parole un’importanza notevole. In queste parole, confortate dal campo, c’è infatti un messaggio chiarissimo. Il messaggio dice che il Genoa, per le prossime stagioni e per gli anni a venire, può avere un bagaglio notevole di talenti e potenziali neo-esordienti e ce l’ha in casa. Futuri calciatori a chilometro zero, come lo furono El Shaarawy, Sturaro e Salcedo, ma con l’auspicio di vederli in rossoblu qualche anno di più, e non soltanto come cavalli di ritorno.
Non finisce qui. Il Genoa, tra le formazioni a fare esordire più calciatori tra i professionisti negli ultimi dieci anni, dalla Serie A alla Serie C, può contare anche sulla crescita dell’Under 16 di mister Oneto e su quella dell’Under 17 di mister Chiappino, che sta forgiando la prossima rosa della Primavera (potrebbe esserne lui l’allenatore?), giocandosi domenica prossima il quarto di finale di ritorno con l’Inter.
Due formazioni ricche di calciatori che militano nel Genoa dai tempi della scuola calcio, rossoblu sin dalla nascita, e che – è bene non dimenticarlo con troppa leggerezza – portano con sé i dettami tecnici e gli insegnamenti di Gabriele Gervasi, ex tecnico dell’Under 15 rossoblu. Nell’aprile 2018 è volato in Cina, chiamato dallo Jiangsu Suning come tecnico della medesima leva. Un riconoscimento alla bontà del suo lavoro così come a quello di tutto il settore giovanile del Genoa. Peraltro, nel giro di pochi mesi Gervasi è stato promosso al grado di selezionatore di ragazzi ben più grandi dei classe 2004, a testimonianza dell’ottimo lavoro svolto nei primi periodi cinesi.
La crescita del Genoa che verrà, purché esista un progetto reale e concreto e lo si voglia mettere in pratica, passa quindi dall’ennesima buona annata del settore giovanile, al netto della caduta della Primavera. Una buona annata maturata nell’anno drammatico della tragedia di Ponte Morandi, che per lungo tempo ha spezzato a metà – e continua a farlo – la città di Genova. Ma non solo: l’annata 2018/2019 è stata anche la seconda senza il supporto strategico della Sciorba, in Val Bisagno, e l’ennesima senza un vero quartier generale per le giovanili e le strutture adeguate che metterebbero il Genoa, per molti versi già un’eccellenza, alla pari di tantissime altre società italiane e straniere. Come alla storia del Genoa fra l’altro competerebbe essendo la prima società italiana ad aver fondato un settore giovanile il 22 ottobre 1902 per mano di Attilio Salvadè, vincitore degli scudetti 1902 e 1904 in rossoblu.
Al Genoa non manca la visione d’insieme, ma piuttosto un insieme di strutture che gli permettano di avere più squadre ad allenarsi contemporaneamente su più campi, le une vicino alle altre, in un meccanismo che crea inevitabilmente più interscambi fra prima squadra e giovanili. Un po’ il meccanismo che si potrebbe intravedere in strutture come quella del Centro Sportivo “Vismara” di Milano, adibito a quartiere generale delle giovanili rossonere.
Anche da questi presupposti è partito l’avviso ai naviganti lanciato domenica scorsa da Michele Sbravati, che da responsabile del settore giovanile rossoblu ha avvertito e ribadito come al Genoa serva a tutti i costi “ritrovare unità di intenti per valorizzare prodotti locali, senza pensare alla classifica“. Come accaduto negli anni scorsi, dove ha raggiunto quota 111 il numero di giocatori che hanno giocato almeno un anno nel settore giovanile del Genoa e almeno un anno tra i professionisti.
Molti hanno subito trovato l’esordio nel massimo campionato: con Gasperini è toccato a Mandragora (Genoa-Juventus, 29 ottobre 2014, 17 anni), Cofie (Bari-Genoa, 2 maggio 2010, 18 anni), Sturaro (Inter-Genoa, 25 agosto 2013, 20 anni) ed El Shaarawy (Chievo-Genoa, 21 dicembre 2008, 16 anni). Pellegri e Salcedo, nati e cresciuti a pane e Genoa e presto – troppo presto – spediti lontano da Genova sono stati lanciati rispettivamente da Juric e Ballardini. In questo novero sarebbe colpevole dimenticarsi di Criscito, esordiente da titolare a 16 anni, in Serie B, in un Genoa-Cosenza. In panchina ancora Gian Piero Gasperini.
Molti altri giocatori con almeno un anno di militanza nel settore giovanile rossoblu hanno brindato al professionismo nelle categorie minori, uscendo comunque alla distanza. Il “listone” sarebbe lunghissimo, ma basti pensare al difensore Fabio Pisacane, fresco di rinnovo col Cagliari sino al 2021, oppure alla storia, scoperta un po’ in sordina, di quel Mattia Bani che il Chievo ha voluto promuovere centrale difensivo. E ancora si pensi a Mattia Perin con la maglia del Pescara, a Zanimacchia con la Juventus B, a Raul Asencio (ancora del Genoa, ndr) con la maglia dell’Avellino, a Improta con quella del Bari prima del fallimento, a Ghiglione in maglia Frosinone.
E nel futuro cosa c’è? Nel futuro ci sarebbero tanti nomi in prestito e in giro per l’Italia, specialmente in Lega Pro. Alcuni nuovamente cresciuti a pane e Genoa, come i centrocampisti Michele Bruzzo, nato a Pontedecimo e nell’ultima stagione al Pontedera, e Alessandro Quaini, una storia di grande caparbietà dopo tanta sfortuna, il quale farà ritorno alla base dopo l’esperienza col Renate. Poi ce ne sono altri che al professionismo si sono legati dalla scorsa estate come il trio dell’Albissola Sibilia, Mahrous e Oprut, oppure il difensore centrale Giorgio Altare, reduce da un lungo infortunio al legamento crociato del ginocchio, ma tornato in campo con la Feralpisalò solo per il finale di stagione.
E nessuno dimentichi chi ieri ha pianto per la retrocessione della Primavera, come Piccardo, Zanoli e Bianchi, che l’anno prossimo dovranno capire che ne sarà di loro. Di certo nessuno li priverà della genoanità e del sogno di vestire quella maglia, al Ferraris, di fronte ai Genoani, alimentando una fiammella che soltanto i cori della Nord, in attesa di chi osi un po’ di più, hanno provato a richiedere: una squadra di undici Grifoni che conoscano bene il peso dei colori rossoblu sulle spalle.
LA LISTA DI CHI, DOPO ALMENO UN ANNO IN ROSSOBLU, HA DISPUTATO ALMENO UNA STAGIONE TRA I PROFESSIONISTI NELLE ULTIME 10
- Pietro Pellegri (Serie A)
- Eddie Salcedo (Serie A)
- Stefano Sturaro (Serie A)
- Stephan El Shaarawy (Serie A)
- Luka Krajnc (Serie A)
- Giuseppe Panico (Serie A)
- Domenico Criscito (Serie A)
- Mattia Perin (Serie A)
- Isaac Cofie (Serie A)
- Raul Asencio
- Fabio Pisacane
- Silvano Raggio Garibaldi
- Riccardo Importa
- Lukas Zima (Serie A)
- Rolando Mandragora (Serie A)
- Mario Sampirisi (Serie A)
- Masahudu Alhassan
- Said Ahmed Said
- Richmond Boakye (Serie A)
- Robert Stillo
- Eugenio Lamanna
- Diego Polenta (Serie A)
- Riccardo Carlini
- Andrea Doninelli
- Ettore Oddo
- Michele Bruzzo
- Massimo Quaini
- Robert Gucher
- Leonardo Terigi
- Dejan Lazarevic
- Stefan Simic
- Alessio Grea
- Mattia Ferraro
- Alessio De Bode
- Luca Miracoli
- Mattia Bani
- Davide Sibilia
- Alessio Rollandi
- Giorgio Altare
- Gianni Palmese
- Raul Oprut
- Matteo Calcagno
- Andrea De Paoli
- Alessandro Romairone
- Luca Zanimacchia
- Brage Berg Pedersen
- Davide Bertoncini
- Mario Ierardi
- Amir Mahrous
- Viviano Minardi
- Simone Guarco
- Mariano Bernardini
- Michele Emmausso
- Kevin Piscopo
- Luca Matarese
- Alberto Marchiori
- Riccardo Benedetti
- Daniele Sommariva
- Samuele Delli Carri
- Alessandro Scialpi
- Sandro Embalò
- Andrea Gulli
- Paolo Ghiglione
- Amedeo Marghi
- Simone Ricozzi
- Luca Palesi
- Francesco Corsinelli
- Falou Samb
- Marco Soprano
- Giacomo Lucarini
- Alessandro Masala
- Matteo Fissore
- Francesco Di Marco
- Jakub Hromada (oggi allo Slavia Praga)
- Francisco Sartore
- Facundo Lescano
- Michael Ventre
- Allan Blaze
- Guido Bennati
- Zaine Pierre
- Paolo Sokoli
- Federico Brusacà
- Marco Albertoni
- Marcol Caldore
- Johad Ferretti
- Moro Alhassan
- Tiberio Velocci
- Daniel Jara
- Ousseynou Thiao
- Luca Tagliavacche
- Ettore Lagomarsini
- Rok Baskera
- Orlando Held
- Julian Ripoli
- William Lacerda
- Pasquale Maisto
- Andrea Molinelli
- Bryan Olivera
- Simone Bettati
- Mattia Piras
- Antonino Ragusa
- Danijel Aleksic
- Niccolò Romero
- Matteo Chinellato
- Luca Miracoli
- Louise Parfait
- Andrea Signorini
- Luigi Scotto
- Giorgio Parodi
- Matteo D’Alessandro
- Selim Ben Djemia
Piccardo: “Ho dato tutto per questa maglia. La mia maglia” – FOTO