“Un giorno, tre autunni”. Recita così un noto proverbio cinese, destinato a chi è partito per un lungo viaggio e fa sentire la propria mancanza. Ne ha fatta sentire un po’ Gabriele Gervasi, che a pochi giorni dalle festività natalizie si è rivisto in Italia, nel quartier generale della Primavera del Genoa a pochi passi dal mare di Cogoleto. Partito nell’aprile scorso per la Cina, direzione Nanchino, nel giro di pochi mesi è stato promosso da allenatore dell’Under 15 a selezionatore di ragazzi ben più grandi, nell’ultima annata con il settore giovanile dello Jiangsu Suning. Se non altro la leva rossoblu salutata in corso d’opera non ha mai smesso di stupire, far bene e lavorare come si deve: merito soprattutto di mister Brunello, Oneto, Chiappino e tutto il resto della truppa.

A VOLTE RITORNANO – Tra un’azione e l’altra del Genoa Primavera, impegnato nella sfida contro la Juventus poi vinta grazie ad una rimonta completata nel secondo tempo, Gervasi ci ha raccontato come cambia la gestione di un settore giovanile cinese rispetto a quello nostrano. “Ci sono due differenze fondamentali: una è il tempo a disposizione che abbiamo in Cina, perché in Cina i ragazzi di tutte le leve vivono nel college. Di conseguenza abbiamo molto tempo per allevare i ragazzi nelle nostre strutture. A favore dell’Italia c’è il fatto che qui abbiamo molti più praticanti. In Cina il calcio si sta sviluppando da pochi anni. Al momento i 2001 che possono accedere al calcio professionistico sono una cerchia ristretta, ma sicuramente dalle leve che saranno – 2006, 2007 e così via – vedremo uno sviluppo del calcio cinese, cresceranno i numeri ed aumenterà anche la qualità”.


Genoa, tutto pronto a Begato per l’inaugurazione dei nuovi impianti del settore giovanile