La gara tra Genoa e Sassuolo passerà agli archivi non soltanto per la vittoria del Grifone, che ritrova tre punti dopo oltre due mesi e mezzo, ma anche per gli episodi che l’hanno contraddistinta. Episodi sui quali la stampa nazionale questa mattina si è divisa e che andiamo a rivedere uno per uno.


Partiamo dal 27′ di gioco quando l’arbitro Irrati, appostato a 7/8 metri dall’episodio, senza alcuna esitazione assegna calcio di rigore al Genoa per un contatto tra Obiang e Sanabria. Il numero 9 rossoblu sposta il pallone all’avversario e il contatto, che si va a cercare tra le due gambe sinistre, è invece da ricercare sulla gamba destra di Sanabria. Non tutte le visuali confortano questa tesi, ma la conferma che un tocco vi sia stato è data non soltanto dalla posizione ravvicinata dell’arbitro, che rafforza la scelta fatta in campo, ma anche dal VAR Di Paolo che non la smentisce dopo aver rivisto la dinamica. Un contatto c’è, seppur leggero, ed è per questo motivo che il VAR risulta tagliato fuori: si tratta di un calcio di rigore molto simile a quello subito dal Genoa a Torino, nel finale di Juventus-Genoa, quando proprio Sanabria atterrò Ronaldo. Non si capisce perché, secondo i pareri della moviola, quello dello Stadium dovesse esser calcio di rigore “generoso”, quello di ieri sera invece no. Andrebbe piuttosto evidenziato come sia Genoa che Sassuolo abbiano portato in area diversi calciatori (Sturaro, Sanabria, Jagiello, Ankersen, Romagna e Toljan) ancor prima che Criscito impattasse il pallone. Irrati se ne avvede senz’altro perché il suo braccio teso è proprio un avvertimento ai calciatori, ma il penalty comunque non sarà ripetuto. Il rischio di una ribattuta è stato concreto.

Si procede sino al 71′ con la rete annullata al Sassuolo. I neroverdi, e Djuricic nello specifico, vincono una lunga serie di rimpalli e arrivano a tu per tu con Perin, battendolo centralmente. Irrati convalida la rete, il Sassuolo esulta. VAR in azione per ridere la dinamica del gol, che giustamente viene annullato: Djuricic ha indubbiamente il braccio molto attaccato al corpo e Criscito è altrettanto vicino nel disimpegnare, tuttavia quella del numero 10 neroverde non è una deviazione, ma una giocata: il braccio infatti va in direzione del pallone e, colpendolo, aiuta Djuricic (che nulla fa per togliere il braccio) nel controllo decisivo prima di battere a rete. Irrati ricorrerà alla on field review e deciderà di annullare la rete del 2-1 neroverde. Incomprensibili le proteste del club neroverde.

Potrebbero essere parzialmente giustificate quelle relative all’episodio chiave della gara, ovvero il contrasto di Criscito su Berardi che aziona la rete del 2-1 finale segnato da Pandev (di testa, mai di braccio: gol da grande attaccante in scivolamento sul terreno). Parzialmente giustificate perché Berardi è lecito rimanga a terra dolorante: il capitano rossoblu lo colpisce sulla caviglia destra. È bene però sottolineare l’esatta dinamica dell’intervento e due aspetti decisivi: Irrati è nuovamente ben posizionato per decidere in piena autonomia l’entità dell’intervento (e la posizione dell’arbitro incide sulle possibilità di intervento o meno della tecnologia) e le gambe di Criscito intervengono prima sul pallone, poi sulla gamba avversaria.

L’intervento non è a gamba tesa e non è da considerare negligente o pericoloso, due criteri importanti per l’assegnazione di un fallo e sulla scelta di un eventuale cartellino: lo sarebbe diventato se non avesse toccato prima il pallone, riconquistandolo con coraggio e lucidità a pochi minuti dal termine. Della medesima opinione il VAR Di Paolo, che interagisce con Irrati e gli conferma la decisione. Anche il labiale di Irrati, catturato dalle telecamere, chiarisce la valutazione: pallone colpito prima della gamba. Le proteste di Berardi nel finale gli costeranno, dopo il triplice fischio, il cartellino rosso.


Genoa 2-1 Sassuolo, Criscito e Pandev regalano tre punti al Grifone