Una prestazione appena sufficiente, di un Genoa anche sfortunato, non è bastata per raccogliere punti nella partita casalinga contro un mediocre Torino. Ora si guarda alla partita contro il Lecce in maniera molto preoccupante. Allo stadio di Via del Mare sarà fondamentale raccogliere punti.

Uno sguardo d’insieme sul Lecce.

In panchina c’è Fabio Liverani che aveva iniziato la sua carriera di mister al Genoa, peraltro con poco successo. E’ un allenatore giovane che cerca di arrivare al risultato attraverso il gioco e che con i giallorossi pugliesi ha vinto due campionati di fila, Serie C e Serie B. La squadra pugliese scende in campo con il 4-3-1-2, sistema che Liverani preferisce, anche se non ha molti giocatori di qualità per attuarlo. Il Lecce è squadra che fa del possesso palla e della vicinanza tra i reparti i suoi cardini, però va in difficoltà quando deve fare la partita. Agisce prevalentemente per vie centrali e fa sfociare l’azione a destra su Rispoli e a sinistra su Calderoni. E’ una compagine difficile da affrontare perché possiede lo spirito battagliero di che sa che deve lottare su ogni palla per salvarsi. Sarà assente per squalifica l’altro ex genoano, Lapadula, che in Puglia sta ritrovando il suo spirito da bomber e che era certamente pronto a vendicarsi.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Il brasiliano Gabriel, portiere da anni in Italia, sembrava destinato ad una carriera luminosa, ma non ha rispettato le aspettative, comunque parliamo di portiere dalla fisicità importante e dal rendimento regolare e con una spiccata reattività. Gabriel però è rivedibile con il pallone tra i piedi. La linea a quattro è formata da Rispoli e Calderoni come esterni di fascia e da Lucioni e Dell’Orco come coppia centrale difensiva. Rispoli agisce sulla corsia di destra: forte sulle gambe e dispensatore di una corsa incessante e continua, calcia soltanto con il piede destro, Calderoni, dalla parte opposta, anche lui in possesso di una corsa importante, è pericoloso con le sue conclusioni dalla distanza e con i suoi traversoni, sempre con il piede mancino. Lucioni e Dell’Orco costituiscono una coppia centrale collaudata, forte nel gioco aereo, soprattutto con Lucioni, anche se hanno qualche limite tecnico e soffrono contro avversari rapidi. Dell’Orco, che gioca al posto del titolare Rossettini, è uno dei pochi “leccesi” ad aver già giocato nella massima serie.

Il centrocampo.

Petriccione, Tachtsidis e Tabanelli formano il reparto. L’ex genoano Tachtsidis, il “play”, ha un ottimo sinistro, ma è giocatore di passo lento, alterna buone giocate ad errori anche banali e va in difficoltà quando viene pressato. Petriccione, che agisce alla sua destra, è il secondo “play”: va a ricevere e smista il pallone quando il giocatore greco viene pressato ed entra in difficoltà. Petriccione abbina una buona tecnica a un’ottima corsa e assicura un rendimento più che buono. Tabanelli, anche se destro di piede, agisce alla sinistra del regista giallorosso: è un elemento esperto dalla corsa inesauribile, l’uomo di fatica del centrocampo. Al suo posto potrebbe giocare Majer, giocatore sloveno con uguali caratteristiche, ma più disordinato tatticamente.

Infine l’attacco.

Shakhov, il trequartista, dotato di piedi buoni, lungagnone ucraino al primo anno in Italia è molto bravo negli assist e nel farsi trovare libero tra le linee. Babacar e La Mantia saranno oggi le due punte. Babacar, il centravanti, è munito di fisico importante e discreta tecnica di base, ed è bravo nella difesa della palla. La Mantia lotta su tutti i palloni, è abile nel gioco aereo ed è pericoloso dentro l’area di rigore.

Come si comportano sulle palle inattive?

Il Lecce sui corner a sfavore difende ad uomo lasciando solo due uomini a zona a coprire il primo palo. Sulle punizioni laterali dalla trequarti difendono a zona e scappano tutti all’indietro. In fase offensiva gli angoli sono calciati da Shakhov oppure i giallorossi fanno il gioco a 2/3 per muovere la difesa avversaria. a volte anche Calderoni si incarica del tiro. Lucioni sale ed è sempre pericoloso. Babacar, La Mantia, Tachtsidis e Tabanelli sono gli altri saltatori. Quando le punizioni sono al limite dell’area, vengono calciate da Tachtsidis e da Shakhov. Raramente si incarica della battuta Calderoni.

In conclusione?

Thiago Motta sembra aver trovato una sintonia eccellente con la squadra, ora tocca ai giocatori, dopo tante parole, rispondere con i fatti, come dimostrato da capitan Criscito nell’ultima settimana. Dopo questa trasferta ci sarà il derby, 180 minuti per un destino ancora tutto da scrivere

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.