Dopo oltre otto anni e mezzo dalla sua ultima apparizione come tecnico della Fiorentina, il 19 maggio 2010, Cesare Prandelli sfiderà per la prima volta domani il suo passato calcistico come allenatore. Lo farà dalla panchina di un Genoa chiamato a chiudere il girone d’andata nella maniera migliore, cercando di girare quantomeno a 22 punti. Poi, complice il calciomercato e la pausa, si ricomincerà il 21 gennaio 2019. Il tecnico rossoblu si è presentato intorno alle ore 13 nella sala stampa di Villa Rostan per affrontare le tematiche relative a Genoa-Fiorentina. In chiusura di conferenza stampa, Prandelli ha voluto esprimere una parola di cordoglio verso Emilio Parodi, presidente del Genoa Club Sestri Ponente: “Voglio ringraziarlo per ciò che ha fatto e per come ha contribuito a fare crescere questo club. Condoglianze a tutta la famiglia.”

Prima partita da avversario della Fiorentina per lei. Che significato assume questa gara?

“Non sono ancora entrato nell’ordine di vivere emozioni. Siamo tornati da Cagliari da pochi giorni. Stasera farò le mie riflessioni, da solo e nella mia camera: avrò forte voglia di riviverne certe, ma in campo per 90 minuti saremo di fronte a una gara che vogliamo cercare di vincere, contro una Fiorentina forte e giovane che sa stare in campo. Vero, ho fatto un abbonamento allo stadio ma l’ho pagato. Poi prima e dopo a me non cambia nulla: ho un ottimo rapporto con Firenze e con i tifosi, ma sono onorato di indossare la casacca rossoblu e tutti vogliamo portarla in alto”.

Per uno che fa parte di questo mondo da tanto, che sensazioni ha dopo gli episodi di ieri? Lei avrebbe giocato?

“La sensazione è di tristezza e amarezza. Sono passati tanti anni, ma in questo paese ancora non abbiamo imparato da questi episodi ad evolverci culturalmente. Cosa avrei fatto se un mio giocatore fosse stato apostrofato così in campo? Probabilmente l’avrei abbracciato, anche a costo di venir squalificato. Secondo me dobbiamo toccare la sensibilità delle persone, che devono essere indignate quando accade questo: se culturalmente non riusciamo a fare un passo come cittadini, non andremo avanti. Se dovesse succedere ai miei giocatori, io entrerei in campo e li abbraccerei. Se ero d’accordo con la sospensione? No, perché avresti dato più risalto a questi imbecilli che vanno allo stadio con le spranghe e con altro. Il 26 dicembre uno parte da casa con una mazza per far del male ad altre persone: bisogna riflettere.”

Tornando al Boxing Day, dal 31 ottobre il Genoa ha preso cinque gol nei minuti di recupero e senza Kouame fatica anche Piatek?

“Favilli, Piatek e Kouame non è un esperimento, ma se dovessimo riproporlo dovremo essere meno piatti. Abbiamo creato meno con tre attaccanti che nel primo tempo, eravamo molto piatti e siamo diventati tre punti di riferimento per i difensori avversari. Abbiamo giocatori interessanti, come Favilli che ha prestanza fisica e tecnica. Un ragazzo giovane che ha voglia di crescere. Dovremo cercare una diversa disposizione tattica. Avevamo tre uomini a cui davamo riferimenti. Sapevamo delle tre gare ravvicinate”.

Il centrocampo è rotante solamente in panchina, non per colpa di Prandelli

 “Il centrocampo è una zona dove riesci a dare tempi di gioco ed equilibrio. Nel mio immaginario vedo cose diverse, ma oggi devo avere il meglio dai giocatori che ho a disposizione. Domani dovremo fare molta attenzione alle situazione da palla inattiva, da rimessa laterale, e dovremo stare attenti ad una squadra che sa cosa deve fare, soprattutto in trasferta. Nell’ultima fuori casa hanno battuto il Milan, segno del fatto che sono una squadra capace di reggere la pressione. Massima attenzione su calci di punizione e falli laterali, ma il coraggio messo in campo contro l’Atalanta, andando in area di rigore per far male a un avversario temibile, dobbiamo rifarlo vedere.”

C’è somiglianza tra Genoa e Fiorentina nel non esprimere il massimo del loro potenziale?

“Ci accomuna il fatto che anche noi siamo abbastanza giovani e qualche errore di inesperienza lo si commette. Dobbiamo fare sentire a questi ragazzi che non sono soli ma hanno i compagni. Criscito come sta? Già prima di Cagliari avevamo qualche giocatore con la febbre. Criscito pensiamo di recuperarlo, ha preso una forte botta ma probabilmente sarà recuperato. Pandev ha avuto un problema muscolare e probabilmente non sarà disponibile. Capodanno vale per tutto l’anno, quindi il nostro obiettivo è uscire con una vittoria.

La Fiorentina ha qualche difetto?

“Ha più pregi che difetti, e questi ultimi sono più che altro di natura anagrafica. Hanno un giovane già maturo come Chiesa, uno che fa già la differenza e sarà il più temibile assieme a Pezzella, due giocatori con capacità carismatica. Dovremo cercare di fare soprattutto la partita su loro due. Se ho mai ricevuto una chiamata dalla Fiorentina? Non c’è stato nessun genere di contatto e non ho da smentire nulla. Al di là di ciò che farò nella vita, spero di restare molti anni qui. Sassolini da togliere si tolgono subito, altrimenti diventano calli.”

Come si lavora sull’irruenza di Romero?

“Abbiamo parlato e non si possono ignorare certi episodi. Lui è consapevole dell’errore, ma non c’era intenzionalità nel far male. Nei recuperi e nell’uno contro uno è e diventerà fortissimo. Si può sbagliare, ma non per questo devi correggere un tuo errore commettendone un altro.”

DI SEGUITO L’AUDIO CON LE PAROLE DI CESARE PRANDELLI


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