Per avvicinarci alla sfida tra Genoa e Sassuolo, dopo il confronto telefonico avuto ieri con l’ex rossoblu – oggi dirigente del Castelvetro Modena – Claudio Testoni, abbiamo raggiunto telefonicamente Stefano Fogliani, collega e firma di “Resto del Carlino” e “La Gazzetta dello Sport“, ma anche autore del libro “Keep Calm and Forza Sassuolo“.

Intanto partiamo col tracciare quali siano le differenze tra il Sassuolo di mister De Zerbi e quello di mister Dionisi.

Dionisi ha lavorato in continuità più a livello di uomini che di schemi. Ha mantenuto il palleggio che era il marchio di fabbrica di De Zerbi, asciugandolo un po’ e cercando di renderlo più concreto. E soprattutto appoggiandovi sopra una maggiore attenzione in fase difensiva, dovuta anche al fatto che questo Sassuolo segna decisamente meno e deve tenersi un po’ più coperto. L’impronta di gioco, così come lo schema, rimane quella e quelli rimangono gli interpreti che sono pressoché gli stessi: l’unica differenza è nell’atteggiamento in fase di possesso. Molto più palleggiato quello di De Zerbi, persino troppo si diceva, un po’ più verticale quello di Dionisi. La differenza sostanziale vista nelle prime partite è soprattutto questa. Se il Sassuolo avrebbe forse meritato qualcosa in più in queste prime sette giornate? Sì, possiamo dirlo. Gli mancano almeno un paio di punti. A Roma non ha demeritato, e non lo ha fatto neppure con l’Inter. L’unica partita che ha veramente sbagliato è stata quella col Torino, che ha comunque perso, quindi alla fine…Diciamo che potrebbe avere 10 punti, ma pensare che potesse averne di più è un tantino azzardato”. 

Come ritrova il Sassuolo i calciatori lasciati partire con le rispettive rappresentative? C’è stato qualche intoppo?

“Che io sappia no: tornano tutti in piena efficienza. Il ritorno più importante, il primo, è stato quello di Berardi e Raspadori, da inizio settimana a disposizione. Un’ottima notizia per Dionisi perché Berardi è apparso l’unico giocatore veramente indispensabile. Gli altri sono rientrati alla spicciolata tra martedì e ieri (giovedì, ndr). C’è chi ha fatto voli importanti come Traorè e Boga, che sono andati e tornati dalla Costa d’Avorio, ma c’è chi ha avuto trasferte tutto sommato comode come Chiriches e Djuricic. Credo che Dionisi possa scegliere, salvo intoppi legati alla condizione. Queste parentesi internazionali non credo aiutino, e credo che sia un parere condiviso”. 

Che Genoa-Sassuolo si aspetta? Partita aperta o Sassuolo che cercherà di tenere il pallino del gioco?

“Immagino che il Sassuolo proverà a fare la partita come è abituato a fare. Azzardando un po’ l’idea di come potrebbe giocare Ballardini, il tecnico rossoblu aspetterà comunque il Sassuolo per provare a “fregarlo”. Entrambe le squadre scontano difficoltà abbastanza evidenti e in avvio me le aspetto abbastanza contratte per poi via via sciogliersi. Sui canovacci tattici, il Sassuolo non può non privilegiare la fase offensiva alla ricerca di una concretezza che fin qua non ha quasi mai avuto. Il Genoa giocherà raccolto e compatto pronto a sfruttare gli spazi, che non significa difendere e ripartire, ma avere quell’impronta un tantino più difensiva connaturata nel gioco rossoblu. Il canovaccio della gara credo che possa essere quello. Sul fronte del ritorno del pubblico allo stadio, sicuramente il Ferraris si fa sentire e ne ho sempre tratto una grande impressione quando sono stato a Genova. Tante volte questa spinta del pubblico al Sassuolo ha nuociuto, ma altre volte ha esaltato i neroverdi che comunque sono abituati a farsi belli al cospetto di pubblici importanti”. 


Verso Genoa-Sassuolo: l’intervista a Claudio “Ruspa” Testoni – VIDEO