Torna la rubrica relativa al VAR dopo cinque giornate di tregua. Si era pensato di vivere la parentesi più lunga di buone chiamate di arbitri e VAR, col rimescolamento tra Can A e Can B che stava iniziando a dare i proprio frutti. Molti arbitri “sconosciuti” avevano dimostrato di poter vestire i panni di direttori di gara in Serie A, con la grande differenza (rispetto ad un qualsiasi periodo normale) di arbitrare senza la pressione del tifo. La sesta giornata, però, ha riportato indietro nel tempo ad errori che, in presenza della tecnologia, non sono più accettabili.

Se c’è il VAR, non può essere discrezionalità dell’arbitro andare a visionarlo in situazioni al limite. Qualche scrupolo in più eviterebbe errori “marchiani”. Nell’ultimo turno è accaduto in almeno quattro partite: Inter-Parma, Torino-Lazio, Sampdoria-Genoa e Verona-Benevento.


INTER-PARMA – Tiene banco la trattenuta di Balogh ai danni di Perisic in area di rigore su cross proveniente dalla destra. L’arbitro Piccinini, subentrato in extremis a causa dell’infortunio subìto da Pairetto, non ritiene che il difensore crociato commetta fallo sul giocatore nerazzurro. In realtà, la cintura ai danni del croato è netta e la caduta è giustificata dal gesto tecnico falloso di Balogh. Ciononostante, il VAR Maresca non richiama l’arbitro forlivese. Motivazione? L’unica plausibile, ovvero il VAR non ha giudicato “chiaro ed evidente errore” quello del collega in campo.

TORINO-LAZIO – Giornata da dimenticare anche per Chiffi. Il fischietto padovano, che sarebbe stato designato anche per Genoa-Torino (ma è stato sostituito da Valeri), trova nel VAR Massa un aiuto quando c’è da decretare un generoso calcio di rigore per la Lazio su fallo di mano di Nkoulou (braccio che non amplia il volume del corpo, movimento che appare congruo e nessuna sicurezza che non sbatta prima sulla coscia che sul gomito), ma non gli sarà altrettanto di supporto a fine primo tempo, quando Luiz Felipe sceglie le maniere forti per liberare l’area di rigore biancoceleste. Verdi, che ha appena scaricato il pallone, viene letteralmente travolto dal difensore della Lazio. Intervento che avviene a ridosso della riga, probabilmente la discriminante tenuta in considerazione dal VAR per capire se ci fossero gli estremi (e c’erano) per concedere la massima punizione.

GENOA-SAMPDORIA – Per la moviola della stracittadina vi rimandiamo al link seguente e all’articolo dedicato pubblicato nella giornata di ieri su Buoncalcioatutti: CLICCA QUI 

VERONA-BENEVENTO – Chiude la moviola del sesto turno l’episodio che avrebbe portato all’espulsione di Caprari nel secondo tempo della sfida del Bentegodi. L’attaccante della formazione campana, già autore dell’assist per Lapadula, si accentra in area di rigore per portare il pallone sul destro, ma viene leggermente toccato da Tameze in ripiegamento. Situazione assai simile a quella che, nella stessa giornata, avrebbe portato Chiffi a concedere rigore a Belotti su contatto di Andreas Pereira. Al Bentegodi, invece, la valutazione è differente: il VAR Mazzoleni non interviene perché giudica che la visuale di Sacchi di Macerata sia sgombera quanto basta per valutare l’entità del contatto. Evidentemente non giudicato tale da poter portare al rigore. Sulle proteste successive di Caprari arriverà il cartellino rosso, che farò saltare all’attaccante la gara con lo Spezia.


Sampdoria-Genoa, la moviola: La Penna non convince. E non solo per il contatto Tonelli-Pandev