Virare di bordo è la manovra che si fa per procedere di bolina, ossia controvento. In molti hanno invitato Thiago Motta a “virare di bordo”, spingendolo a fare la cosa giusta. Cercare di risalire il vento in modo diretto è fisicamente impossibile con una imbarcazione a vela: operazione riuscita, virare contro il Napoli, da parte del Vecchio Balordo. “Avanti su questo binario, ci toglieremo grandi soddisfazioni”. “Abbiamo dimostrato che ci siamo, che ci crediamo e che siamo presenti”. Parole e musica di Cassata e Romero al termine di Napoli Genoa, non sono in chiave di violino ma di Thiago Motta.

Il gioco di Thiago Motta dà ai singoli calciatori più fiducia nei propri mezzi. Genoa più solido e sicuro di sé. Le lezioni, alle persone intelligenti, servono. Peccato che accanto all’intelligenza nel calcio ci voglia anche la fortuna e l’intelligenza fa la figura di una parente povera, distinta sì ma senza sfarzo. Thiago anche a Napoli ha continuato a rilanciare il lavoro tattico fatto in un mese. Al San Paolo la squadra non ha ripetuto il passato psicologico e non è affondata nelle difficoltà della partita precedente. Tutto potrà migliorare, anche se la classifica incombe, quando tutti avranno metabolizzato il calcio di Thiago in maniera naturale. Cosa che per adesso potrebbe non essere facile, visti i princìpi e i meccanismi del tecnico. Giocare bene contro il Napoli è stato merito del gioco e la prestazione di qualche singolo e non del momento no degli Azzurri, non solo sul terreno di gioco.

Napoli-Genoa ha lasciato la sensazione di due squadre che hanno un gioco e che una abbia poca fiducia nei propri mezzi, mentre l’altra – il Grifone – invece sì, perché più pronta a sfruttare le idee dei tecnici. Il gap tra Napoli e Genoa in questo momento è dato dal fatto che la squadra di Ancelotti possa contare di più sulle giocate dei migliori. Il Genoa fa fatica perché alcuni, i migliori, non erano presenti al San Paolo: Criscito, Sturaro, Kouamé. Tre che potrebbero e dovrebbero alzare il tasso di qualità in difesa, a centrocampo e in attacco.

In difficoltà il Grifo nei primi 20’ di gara, quando con rabbia Insigne e soci, bersagliati dai fischi, tentavano con un pressing super offensivo di far saltare la partenza da dietro degli avversari. Prese le misure, il Genoa ha dettato i tempi della manovra con un pressing ragionato che ha reso difficoltoso il gioco principale del Napoli: passare dalla difesa a 4 a 3 in fase di uscita del pallone dalla propria area. Operazione preventivata e riuscita di Thiago, considerati i palloni lunghi preda dei rosso blu a quarti. L’operazione non è andata a buon fine per la mancanza di uno veloce davanti, nelle giocate degli uomini di Thiago, quando veniva superato il blocco centrale napoletano troppo propenso ad accompagnare gli attaccanti con la linea difensiva lasciando così spazi e distanze tra le linee. In queste occasioni di gioco si è visto quello ribadito da Thiago in conferenza stampa a fine gara: il cambio di ritmo con un palleggio ragionato e meno frettoloso, giocando corto e in verticale non lanciando lungo. Quello chiesto alla vigilia, la quadra mancante contro i friulani la domenica precedente.

In questo momento la forza del Genoa è nel gioco e nel sistema più che dei singoli, che alla lunga dovrebbero avere dei vantaggi giocando in 11 compreso il portiere nelle due fasi di gioco. Contro il Ciuccio è piaciuta l’attenzione della fase difensiva e dei difensori, che sono andati oltre i compiti individuali. Molto attenti quando il pallone viaggiava nella propria zona di competenza: Mertens, Lozano, Insigne e compagnia, compresi quelli di centrocampo, difficilmente hanno saltato i rosso blu con dei dribbling, operazione che in parecchi potevano anticipare alla lettura delle formazioni. Invece gli uomini di Motta hanno scaricato la molla iniziale di Insigne e compagni difendendo con ordine e cercando di pungere con velocità ragionata. Il Genoa ha avuto la migliore occasione con Pinamonti che non è stata sprecata anche se la critica non è d’accordo.  Bravo Koulibaly a salvare un gol fatto . Pinamonti viene giudicato in base ai gol, ha qualcosa di più nel suo repertorio ha visione di gioco,  temperamento  e quando gira arrivano i risultati per la sua squadra , come è successo sabato sera sotto il Vesuvio:  contare quante volte Koulibaly e Maskimovic , i due centrali sono riusciti a sviluppare il gioco di Ancelotti nel creare superiorità nel cuore del gioco.

Un altro sempre nel mirino dei “muu” sugli spalti o davanti alla TV è Radovanovic. Non è Pjianic, ma se a Thiago riuscirà l’alchimia di fargli fare il difensore della fase difensiva genoana, potrebbero avere vantaggi coloro che nel cuore del gioco si dovrebbero  occupare di più della fase offensiva: Schöne su tutti, sapendo di essere coperto. Operazione che non vuol dire che entrambi come nel passato debbano fare i play. Adesso due settimane di tempo per continuare a trovare la quadra e non solo, visto che Thiago ha buttato nella mischia un diciasettenne come Cleonise dopo un lungo colloquio con Murgita, uno che di settore giovanile se ne intende. Qualcun altro della Primavera potrebbe essere buttato nella mischia?

Thiago Motta ci crede – e non solo a parole – che questo sia il gioco giusto del Genoa. Sì anche al palleggio da dietro che tanto spaventa, e come lui ci credono i giocatori. Adesso bisogna provare a crederci tutti insieme, anche se c’è poco tempo vista la classifica nel  giudicare l’operato del mister e delle sue idee. Servono dei risultati. Anticamente si diceva che attraverso il gioco potrebbero arrivare, anche se al Genoa non c’è il tempo e non per colpa dei tifosi. Come dice Vinicio Capossela, “la lumaca ci insegna a diventare piccoli per essere grandi nell’epoca dell’ego”. Troppo quello abbinato al calcio, che  gira nel pianeta Genoa. Vedi Napoli e poi…rinasci? Dopo la partita contro il Napoli occorre nuovamente pazienza. Con il Genoa, la pazienza è l’unica veste che ha lasciato ai suoi nudi tifosi.