È un Aurelio Andreazzoli parecchio duro e visibilmente deluso ad intervenire in conferenza stampa dopo lo 0-0 casalingo nel turno infrasettimanale in casa contro il Bologna. Radovanovic esempio da seguire, avversari migliori nell’interpretazione del gioco.

Penso sia andato meglio il secondo tempo del primo, l’ho detto anche ai ragazzi. Non è questo il piglio giusto per affrontare una squadra che sul gioco e l’interpretazione della gara ha fatto meglio di noi. Sui numeri no. Eravamo al cospetto di una squadra che ha interpretato il gioco in maniera fluida, con le idee chiare e con una qualità che noi non siamo riusciti a dimostrare. Non siamo riusciti a mettere in campo quella tranquillità e gusto del gioco”.

Presumo che possa aver influito il fatto di tornare nel nostro stadio dopo due sconfitte possa aver pesato un attimino, gli avversari ci hanno creato difficoltà nel gioco ma non nei numeri. Quello che a me interessa è la crescita della squadra, ed oggi non c’è stata crescita. Questo mi dispiace, mi dispiace molto. Fortunatamente abbiamo avuto all’interno del gruppo qualcuno che ha mantenuto alto il valore e sostenuto quello degli altri. Portiamoci via questo punto ma cerchiamo di migliorare le situazioni di cui parlavo prima. E la qualità. Prendiamo quanto di buono si sia visto stasera, che non è tanto ma ci ha permesso di mantenere la porta inviolata”.

Su un presunto calo fisico: “No. Io penso e ripeto quanto detto prima: probabilmente è riferito alle due sconfitte precedenti, volevamo fare bene ma abbiamo trovato una squadra che è stata più brava di noi nell’interpretare il gioco”.

Gli attaccanti? “Mi riferisco anche a loro, ma posso parlare di quasi tutti gli altri. Sono stati bravi anche i difensori del Bologna, molto aggressivi, ma dobbiamo fare meglio come qualità. Altrimenti, se non riesci a mantenere il possesso in uscita dalla tua metà campo, diventa complicato”.

Gli esterni? “Se vado a vedere, noi abbiamo fatto 39 attacchi sulle fasce contro i loro 45: più o meno si equivalgono. Se fossero state qualitativamente superiori, quelle palle avrebbero potuto essere interessanti. Credo che pochi calciatori scesi in campo oggi possano andare a letto soddisfatti, e l’unico è Radovanovic. Se oggi ci fossero stati in campo 11 Radovanovic forse sarebbe finita diversamente. Lui l’anima del Genoa? Lo è, su tutti i comportamenti, sia durante la settimana che durante la gara. Ivan è anche un riferimento di personalità molto importante, da seguire, prendere come esempio e da imitare. Ne abbiamo tanti che possono imitarlo: che lo facciano”.


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