Pensate un po’ se un rigore contestatissimo come quello concesso al Napoli allo scadere della sfida contro il Cagliari fosse arrivato in una partita di ben altro tenore, magari con punti pesanti in palio per salvezza o Europa. Sarebbe stato un putiferio ancora maggiore e si sarebbe andati oltre al titolo della Nuova Sardegna comparso ieri mattina in edicola.

Al San Paolo, infatti, è maturato l’episodio che più di tutti ha fatto discutere in questo 35esimo turno: il tocco di mano di Cacciatore che l’arbitro Chiffi, assistito dal VAR Mariani, giudicano da rigore. Ma non tanto perché il tocco ci sia (arriva con entrambe le braccia, ndr), quanto perché la proiezione fornita dalle telecamere dello stadio partenopeo non chiarisce definitivamente se il tocco avvenga fuori o dentro, sulla linea oppure no. Furioso il direttore sportivo del Cagliari, Marcello Carli, che sbotterà nel dopo partita parlando di arbitri che vogliono fare i “fenomeni”. “Ci sentiamo presi per i fondelli, è stata una mancanza di rispetto assurda. Non si capisce se il tocco sia dentro che fuori. Il VAR lo stanno facendo diventare una barzelletta“.

Non sarà da meno, seppur migliore in pacatezza, la riflessione di Gianluca Marchegiani, opinionista Sky, che avrebbe fatto rilevare a caldo un aspetto a Buoncalcioatutti caro da tempo: perché le telecamere sono posizionate in maniera tale da non chiarire, da più angolazioni, episodi controversi? Una domanda che, ampliata, potrebbe portare a domandarsi anche il perché alcuni stadi dispongano di più telecamere rispetto ad altri. Detto ciò, da Napoli parte il primo episodio di giornata a cui ne seguono due: una revisione corretta al VAR (Parma-Sampdoria) e una molto meno (Udinese-Inter). Di seguito le immagini.


PARMA-SAMPDORIA

Dimarco, graziato assieme a tutto il Parma per larga parte del campionato su episodi di tocco di mano in area di rigore, contro la Sampdoria riceve un trattamento differente. A velocità di gioco anticipa Quagliarella col braccio sinistro, ma Fabbri è mal posizionato e non evidenzia alcuna irregolarità. Più attento Aureliano, posizionato al VAR, che suggerisce una on field review da cui scaturirà la decisione di assegnare calcio di rigore a favore dei blucerchiati. Decisione corretta, la prima che penalizza i crociati in tutto il campionato. E per una squadra che si gioca a permanenza in Serie A, non è poco. 

UDINESE-INTER

L’altro episodio che fa sorridere, se non altro perché acuisce la disparità di giudizio e utilizzo del VAR, è il fallo di D’Ambrosio su Sandro al sabato sera in Udinese-Inter. Un fallo che, se paragonato a quello di Sturaro a Napoli, è ben peggiore. La dinamica è chiarissima: D’Ambrosio è già pericoloso e colpevole nella preparazione dell’intervento, a cui arriva lanciato in corsa e quasi in volo. Poi, nel cercare di intercettare il pallone, il terzino nerazzurro colpisce in pieno la tibia di Sandro col piede a martello. Rocchi lo ammonirà, Doveri (VAR) non è abbastanza sicuro che si possa acuire la sanzione con il cartellino rosso.

Decisione nettamente sbagliata, se non altro perché non è affatto in linea con altre valutazioni viste in questo campionato. Col Genoa in prima linea tra le cavie. Dopo la lunga sequela di sospiri di sollievo tirati da Pjanic in tutto il campionato, ecco che D’Ambrosio si unisce alla lista. Il fallo, oltre che negligente, è anche vigoroso e in modo sproporzionato: il cartellino giallo non bastava affatto. La vigoria sproporzionata è tanto nell’intervento quanto già prima, nella preparazione dell’intervento stesso. Errore gravo del sestetto arbitrale alla Dacia Arena.


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