L’AUDIO CON LE PAROLE DI CESARE PRANDELLI 

Alle ore 11,30 Cesare Prandelli si presenta nella sala stampa di Villa Rostan per presentarsi agli organi di stampa e presentare la gara contro la Spal, il tutto dopo aver diretto un solo allenamento nella giornata di ieri e dirigerne il secondo questo pomeriggio intorno alle ore 15.

Ad aprire la conferenza stampa è – come di consueto in sede di presentazioni ufficiali – il Direttore Generale del club Giorgio Perinetti: “Non siamo di certo qui per presentare Prandelli, un tecnico il cui curriculum parla già da sé. Mi auguro che questa collaborazione possa esser lunga, duratura e producente. Voglio salutare Ivan, perché la sua dedizione è fuori discussione: speriamo che la sua passione si coniughi con i risultati. Al di là del risultato negativo, che ci ha fatto abbonare una competizione cui tenevamo tanto, la sconfitta non ci ha dato una buona immagine di squadra. Il malcontento era ovvio e si va a toccare la proprietà, ma sarebbe troppo comodo nascondersi dietro a questo confronto: tutti noi dovremo avere responsabilità. Noi tutti dobbiamo assumerci le nostre responsabilità, io per primo, e cercare di fare andare le cose meglio. Per il Genoa bisogna fare tutto, dare sempre qualcosa in più. Stiamo facendo delle cose buone ma sappiamo di poter fare di più. Abbiamo voluto affidarci a una persona di grande competenza, che possa aiutarci a trovare regolarità e continuità, a darci una mano, Sono convinto che con lui sarà un processo positivo e di lunga durata. Dobbiamo riprendere con serenità, senza traumi né nervosismo, il percorso cominciato”.

Queste le dichiarazioni di Cesare Prandelli (in grassetto le domande dei giornalisti), che ha cominciato la conferenza stampa con un pensiero sul suo ritorno al calcio italiano ed il suo approdo al Genoa:

“La frase che più mi ha emozionato è stato il ringraziamento a Ivan, che è stato molto sfortunato e a cui auguriamo di trovare ben presto una collocazione degna delle sue potenzialità. Ho sempre vissuto di emozioni, e la storia e lo stadio parlano per questa società. Spero di poter aiutare questa squadra a trovare la giusta strada tecnica e di equilibrio mentale: sono sicuro che già da domani saremo tranquilli e uniti, anche con la gradinata. Ci fu una stagione dove in un Genoa-Verona vincevamo 2-0 il primo tempo, sembrava non ci fosse storia. Negli spogliatoi dissi alla squadra di stare attenta, perché i tifosi del Genoa cantavano ancora e ci sarebbe stata partita: alla fine terminò sul 2-2, io dissi ai miei ragazzi che quel risultato l’aveva raggiunto anche la loro gradinata. I giocatori devono sapere cosa vuole la tifoseria”.

Quando ha capito che avrebbe potuto rivivere queste emozioni?

“Le esperienze all’estero sono state quel che sono state. Emozione forte quando il presidente mi ha chiamato, al termine della partita di Coppa Italia. Non vivo di soli ricordi ed emozioni, domani vogliamo essere pronti e io sto già pensando alla partita di domani. Domani dobbiamo fare una grande partita, mettendo in campo tutte le energie. Perciò, per favore, chiedetemi della partita di domani. La normalità è quando la squadra va in campo a fare quel che prova in allenamento, con attitudine ad aiutare i compagni, anche fino all’esasperazione”. 

Ha seguito ultimamente la squadra: ha intenzione di accompagnarla domani modificando il minimo o pensa di stravolgerla?

“Sarebbe una follia cercare di cambiare modulo in 24 ore: manterremo sicuramente l’atteggiamento tattico, cercando di modificare qualche situazione. Qualche piccolo cambiamento, magari un paio di cui non vi posso parlare adesso. Le difficoltà ci sono e le conoscono tutti. Mi auguro che si comprenda come sia un momento particolare, voglio un’unione di intenti e una squadra che mi segua con determinazione e convinzione.”

Conosceva già qualcuno? 

“Ho parlato individualmente solamente con capitan Criscito e Pandev: ho capito che insieme possiamo far bene, loro due saranno riferimenti importanti dentro e fuori dal campo”. 

Punto di forza ed eventuali debolezze

“Dobbiamo toglierci dalla testa eventuali negatività. Dobbiamo esser generosi, dare tutto anche con esasperazione. La SPAL con gli esterni è molto determinata a trovare la profondità, non dovremo andare mai fuori tempo e trovare i tempi giusti nelle aggressioni”. 

Il Genoa è come sbucciare una cipolla, ma ha il capocannoniere del campionato ed è l’unica ad aver fermato la Juventus

“Per la prima domanda non c’è risposta, ha già parlato lei di sfiga. Per la seconda: dovremo cercare di essere compatti, perché solamente così si azzeccheranno le marcature”. 

Che effetto le ha fatto tornare a lavorare con il suo staff? 

“La prima sensazione nel rimettere le scarpe da calcio? Come riprendere la bicicletta e cominciare a pedalare. Il problema è che non vorresti mai smettere di fermarti. Il calcio oggi sta diventando meno dogmatico, tende a valorizzare il capitale che si ha ed è immenso. Nel nostro caso è il capocannoniere, in altri è diverso. Non dobbiamo essere rigidi e dogmatici verso un’opzione di gioco: bisogna esser bravi a leggere le situazioni e saper cambiare”. 

Ha considerato anche il fatto che alcuni giocatori abbiano fatto 120′?

“L’ho considerato. Dopo l’allenamento di oggi faremo le scelte”.

La squadra subisce sempre almeno un gol a partita e sta palesando problemi sugli esterni

“Se ci sono errori individuali bisogna capirne il perché. Molti giocatori, in area di rigore, possono non avere una percezione giusta, ma se tu sei concentrato riesci ad evitare tanti errori. In questo momento non sto pensando a cambiamenti, voglio dare un senso di tranquillità relativa: se avremo tutti lo stesso pensiero, potremo davvero limitare i nostri limiti”.

Lei è sempre stato un allenatore a lungo raggio, ma al Genoa dopo Gasperini è stato difficile trovare qualcuno che restasse

“Quando uno arriva spera sempre di trovare amore, non andarsene mai e condividere un progetto. Pensare a lungo termine. Le esperienze aiutano sempre a crescere: non puoi fermarti a pensare a come hai gestito le situazioni in passato. Questa squadra ha le potenzialità per uscire dalla situazione.”

Lei ha sempre preferito abbassare i toni piuttosto che alzarli, tutto l’opposto rispetto al suo predecessore

“Sono cresciuto con persone che mi hanno insegnato come in alcune situazioni alzare la voce non conti. Anzi, che sia quasi meglio abbassarla. Ma non c’entra tanto il tono, la cosa più importante è trovare empatia con il gruppo di lavoro. Durante la preparazione non mi sentirò mai solo”. 

Sul rapporto con i figli

“Penso che tutti vorrebbero averli sempre vicino, ma il Bologna ha fatto un grande investimento su di lui”. 

Quanto la intriga la possibilità di avere in squadra tanti giovani che stanno giocando già da tempo 

“Amo valorizzare il capitale e credo che qui ci siano tanti giovani da valorizzare. Dobbiamo solo capire come metterli insieme.” 

Come ha trovato la squadra atleticamente

“Guardando i dati, mi sembra che la squadra abbia una condizione fisica buona”.

Chi non ci sarà domani?

Gli squalificati, oltre a Mazzitelli e Spolli che sono infortunati. Tutti gli altri sono disponibili”.

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