Le due filosofie del pallone sono quelle dell’attacco e della difesa. Gestione del pallone e gesto del singolo sono solamente un mezzo per diffondere il proprio credo nella maniera migliore. L’eterna lotta fra le due filosofie può trovare una tregua nella ricerca di un equilibrio.

IL MIGLIORE ATTACCO? LA DIFESA – Negli ultimi quindici anni, dal ritorno della Serie A a 20 squadre, il campionato italiano ha ribadito un concetto molto chiaro e noto a tutti gli appassionati: chi ha la migliore difesa può battagliare per la vittoria finale. Negli ultimi 15 anni, solamente due stagioni hanno visto una migliore difesa non vincere il campionato. Da undici anni di fila, addirittura, la prima della classe è sempre quella ad aver subito meno reti della avversarie.

Non sarà un caso se la Juventus è da sette anni di fila campione d’Italia e, contemporaneamente e senza soluzioni di continuità, la migliore difesa del campionato a fine stagione. Poco male se l’attacco, a turno, se lo sono spartite la prima della classe e le sue inseguitrici, dalla Roma al Napoli passando per la Lazio degli 89 gol segnati nella passata stagione. Del resto segnare molto, più di tutti gli altri, ha nel passato fatto pendere il peso della bilancia a favore di una squadra piuttosto che di un’altra nelle volate scudetto. Basti pensare alla Lazio nella stagione 1999/2000 oppure alla Sampdoria del 1990/1991. Non all’Hellas Verona del 1984/1985 allenato da Osvaldo Bagnoli, che fu migliore difesa e, per poco, non fece il double come migliore attacco.

Chiaramente una difesa solidissima permette agli attaccanti di essere micidiali, perché anche un solo gol può spesso assicurare l’intera posta in palio. Il Genoa dell’anno scorso, nel suo piccolo ma grande difendersi dalle zone basse della classifica, lo ha dimostrato diventando la seconda migliore difesa rossoblu dal ritorno in Serie A (43 gol subiti) e segnando solo 33 gol. Il tutto salvandosi e facendolo con quattro turni d’anticipo.

Il campionato in corso, in linea generale, sta percorrendo più o meno le stesse orme. Ma le filosofie tendono ad incrociarsi, in alcuni casi più chiaramente, in altri meno. C’è chi si difende senza nascondersi e lo fa per attaccare in ripartenza, riuscendo perà a segnare il primo gol solo alla settima giornata (Frosinone). C’è chi segna molto e concede altrettanto (Sassuolo). C’è chi spariglia in casa e non fa mai all-in in trasferta (Fiorentina).

Statistiche Serie A, in settembre il Genoa è quinto. Giampaolo esalta la difesa, Juve da leggenda

Cartina al tornasole è anche la classifica. Le uniche quattro squadre (Sampdoria, Juventus, Inter, Fiorentina) ad aver subito meno di un gol a partita, viaggiano fra il primo e l’ottavo posto. Mischiandosi con Napoli, Lazio, Genoa e Sassuolo, quattro formazioni che in fase difensiva hanno concesso qualcosa di troppo nelle prime giornate e che stanno poco a poco trovando un loro equilibrio, supportate da una fase offensiva prolifica. Si va dai 10 gol della Lazio ai 15 del Sassuolo passando per gli undici siglati dal Genoa (con una gara da recuperare).

LA MIGLIORE DIFESA? L’ATTACCO – C’è anche chi ripone nell’attacco la sua migliore difesa per rincorrere un obiettivo minimo e, talvolta, trovarsi a poter ambire a qualcosa di più. In chiave rossoblu, gli ultimi anni di Serie A in cui il Genoa è riuscito a segnare più reti di quante ne avesse subite, sono coincisi con la qualificazione in Europa League. In linea di massima, analogo trend anche per le altre squadre. E se emblematica è la lotta scudetto, si dica come gli ultimi tre campionati hanno incoronato migliore attacco prima la Roma, poi il Napoli e la Lazio. Gol pesanti che, con qualche rete in meno subita e scontri diretti vinti, avrebbero potuto portare risultati ancora migliori. Invece si è parlato sempre e solo di qualificazioni europee.

Che ripaghi più difendere con logica che attaccare ad oltranza potrebbe essere vero guardando la Juventus. La doppietta “migliore attacco-scudetto” le è riuscita infatti solamente nelle stagioni 2013/14 e 2014/15. Due campionati sui sette che le sono valsi il Tricolore. Un campionato con Conte, uno con Allegri. Un dato che fa riflettere, che riassume in sé tutta la necessità di fare dei dettagli e della peculiarità dei propri calciatori un passaggio fondamentale per esprimere al meglio il proprio credo calcistico. Perché i numeri non sono sempre esatti.

Ogni squadra deve trovare il proprio equilibrio, spesso assestandosi fra casa e trasferta. Un percorso parallelo che spesso rende le squadre profondamente differenti da una settimana all’altra. Esempio lampante l’attuale Fiorentina: 12 gol segnati al “Franchi”, uno solo subito. Numeri che le valgono dodici punti e nessuna sconfitta. Ma in trasferta l’inversione di tendenza, vuoi per mano del calendario, vuoi per propria imperizia: un solo punto conquistato nelle tre gare contro Sampdoria, Napoli e Inter. Due sole reti segnate.

Altro esempio quello di casa Genoa. La vittoria di Frosinone ha zittito le chiacchiere intorno alla penetrabilità difensiva del Grifone lontano da casa, punto di forza della passata stagione quando un solo gol regalava una pesantissima vittoria. Nove gol subiti nelle prime due uscite, mentre in casa l’assetto tornava stabile e difficilmente pentrabile, col solo gol concesso a Mraz dell’Empoli. Non a caso, al “Ferraris”, il Genoa è tornato ad inanellare tre successi di fila ad inizio stagione come non accadeva da dieci anni. I rossoblu da trasferta cambiano però volto: sono il terzo migliore attacco esterno con sei reti (e una trasferta da recuperare) ma la peggiore difesa a braccetto col Chievo (10 gol concessi). Ma c’è tanta voglia di invertire la tendenza con prove autorevoli come quella di Frosinone.

Servirà tempo per rimediare a questi numeri e sette giornate non rappresentano senz’altro uno spaccato esatto e totalizzante del campionato. Se ne parlerà a maggio eventualmente. Nel frattempo, ciascuna formazione potrà fare sua la migliore filosofia possibile, quella più adattabile ai propri obiettivi e alle caratteristiche dei propri giocatori.


LA DIFFERENZA RETI DEL GENOA NEGLI ULTIMI ANNI DI SERIE A

  • 2017/18: -10 (33/43)
  • 2016/17: -26 (38/64)
  • 2015/16: -3 (45/48)
  • 2014/15: +15 (62/47)
  • 2013/14: -9 (41/50)
  • 2012/13: -14 (38/52)
  • 2011/12: -19 (50/69)
  • 2010/11: -2 (45/47)
  • 2009/10: -4 (57/61)
  • 2008/09: +17 (56/39)
  • 2007/08: -8 (44/52)

IL PERCORSO CASALINGO DEL GENOA NEGLI ULTIMI DI SERIE A

  • 2017/18: 6 vittorie, 3 pareggi, 10 sconfitte
  • 2016/17: 6 vittorie, 7 pareggi, 6 sconfitte
  • 2015/16: 10 vittorie, 3 pareggi, 6 sconfitte 
  • 2014/15: 9 vittorie, 6 pareggi, 4 sconfitte
  • 2013/14: 8 vittorie, 5 pareggi, 6 sconfitte
  • 2012/13: 5 vittorie, 7 pareggi, 7 sconfitte
  • 2011/12: 9 Vittore, 6 pareggi, 4 sconfitte
  • 2010/11: 10 vittorie, 3 pareggi, 6 sconfitte
  • 2009/10: 11 vittorie, 5 pareggi, 3 sconfitte
  • 2008/09: 12 vittorie, 5 pareggi, 2 sconfitte
  • 2007/08: 8 vittorie, 4 pareggi, 7 sconfitte 

IL PERCORSO ESTERNO DEL GENOA NEGLI ULTIMI DI SERIE A

  • 2017/18: 5 vittorie, 5 pareggi, 9 sconfitte
  • 2016/17: 3 vittorie, 2 pareggi, 14 sconfitte
  • 2015/16: 3 vittorie, 4 pareggi, 12 sconfitte
  • 2014/15: 7 vittorie, 5 pareggi, 7 sconfitte
  • 2013/14: 3 vittorie, 6 pareggi, 10 sconfitte
  • 2012/13: 3 vittorie, 7 pareggi, 9 sconfitte
  • 2011/12: 3 vittorie, 3 pareggi, 14 sconfitte
  • 2010/11: 4 vittorie, 6 pareggi, 9 sconfitte
  • 2009/10: 3 vittorie, 4 pareggi, 12 sconfitte
  • 2008/09: 7 vittorie, 6 pareggi, 6 sconfitte
  • 2007/08: 5 vittorie, 5 pareggi, 9 sconfitte

Genoa, Piatek come Hansen ed Higuain