La firma de La Repubblica Enrico Currò, presente ieri sera a documentare lo 0-0 del Milan contro i greci dell’AEK Atene, ci ha spiegato chiaramente cosa deve temere il Genoa di questa formazione rossonera, in subbuglio totale da settimane, mai certa di un suo undici titolare e con un tecnico, Montella, che sembra tutt’altro che supportato dalla società. Contattato telefonicamente dalla nostra redazione, ecco che cosa ci ha spiegato.

Hai seguito il Milan di ieri sera, squadra che ha cambiato anche l’ennesimo modulo per cercare di limitare i danni. Che squadra hai visto e quali sono le tue situazioni sul futuro di Montella?

“Il modulo è una cosa secondaria in questo momento. Contano i giocatori e ho visto una squadra spenta, contratta: diciamo che se il Genoa avesse dovuto scegliere un momento in cui affrontare il Milan sarebbe stato questo il più adatto da un lato, il peggiore dall’altro. Il più adatto perché il Milan è veramente in grande crisi tecnica e societaria; il peggiore perché evidentemente se ancora vi è un minimo di spirito di reazione rischia di emergere in questa partita. In tutto questo, la posizione di Montella è molto debole: se un allenatore viene pubblicamente trattato come lo è stato ieri prima della partita dal direttore sportivo Mirabelli, evidentemente non è in una posizione solida”.

Quali sono pregi e difetti della squadra rossonera?

“I pregi stanno nel fatto che comunque, secondo me, è una squadra che ha una certa organizzazione di gioco. Può sembrare un paradosso, ma in realtà non è così. Diciamo che in alcuni momenti delle partite – mai per una partita intera – il Milan ha dimostrato di saper reagire alle difficoltà e di avere un certo impeto in attacco. Poi ovviamente ci sono i pregi legati alla qualità di alcuni giocatori, da Suso a Bonaventura e parzialmente anche Kalinic, che in questo momento non si è però ancora ripreso dal leggero infortunio avuto”.

“Il difetto evidente è che una squadra che vive in una situazione societaria così instabile come il Milan, contrabbandata da mesi come una situazione perfetta, con una proprietà che spende un sacco di soldi e dove tutto va benissimo – e in realtà è tutto il contrario ed è una vergogna sia passato il messaggio opposto -, è una squadra fragile. Una squadra dove l’allenatore non ha mai il sostegno della società, malgrado le dichiarazioni dicano il contrario, e che ha cambiato tanti di quei giocatori che non si poteva pensare che magicamente, a prescindere dall’allenatore, potesse trovare un equilibrio. Un equilibrio che non ha. Anche perché la formazione è cambiata così spesso che l’instabilità regna sovrana”.

Come hai visto il Genoa da inizio campionato e che Genoa ti aspetti a San Siro, dove i rossoblu giocano ultimamente partite gagliarde ed escono con meno di quanto avrebbero potuto raccogliere?

“Premesso che un conto è vedere le partite in televisione e un conto è vederle dal vivo, ho visto un Genoa che nelle ultime partite è in crescita di gioco e convinzione in sé stesso. Soprattutto però mi è piaciuto il fatto che abbia giocato bene, perché a Cagliari così ha fatto e a Milano contro l’Inter così aveva fatto. Le premesse non sono male. Vedo ancora una certa fragilità difensiva che non va addebitata in senso stretto alla difesa, anche perché questo trio attuale Izzo-Rossettini-Zukanonic mi sembra un buon trio per la Serie A. Va addebitata agli equilibri tattici che ancora devono essere trovati nel centrocampo”.

DI SEGUITO L’AUDIO CON LE PAROLE DI ENRICO CURRÒ: