Sono parole dure quelle che mister Blessin rilascia ai microfoni di Sky Sport e in sala stampa dopo la sconfitta in casa del Perugia ultimo in classifica. A chi gli domanda se è il momento più difficile da quando è sulla panchina del Genoa, il tecnico rossoblu risponde chiaramente:

“Sì, la mia squadra ha molti problemi sulle seconde palle. Penso che, una volta persa palla, diventa molto difficile fare contropressing, stare alti e trovare le soluzioni giuste. L’unica cosa che posso dire è che è molto stupido il modo in cui giochiamo, abbiamo sempre toccato il pallone due volte in più, troppo lenti e troppi tocchi. Il Perugia l’aveva preparata per l’1-0, sulle palle perse, e non siamo stati attenti sulle mercature preventive, e infatti in ripartenza abbiamo preso gol. Il mio problema è che il Genoa è andato all’80%, il Perugia al 110%. Così non vinci le partite. Se mi aspettavo di più dalla prestazione dei singoli e se sono deluso? Sì. Al momento penso, a prima sensazione, che le scorse due settimane l’intensità è stata buona negli allenamenti, ma oggi questo la squadra non lo ha dimostrato. La partita è stata completamente differente”.

È mancato l’ultimo passaggio: sembra sempre che arriviate sul punto di trovare una soluzione poi vi impantanate. Anche oggi poche le vere, nitide occasioni da gol.

“Dipende dalle situazioni in cui ci troviamo, dalla posizione in area di rigore. Negli ultimi 25′ di gioco volevamo due attaccanti in area di rigore e due troppo lontani. Il mio piano gara era chiaro: avere due attaccanti in area. Ci sono situazioni in cui l’attaccante si allarga e l’altro viene incontro. Ma se non hai due attaccanti in area, diventa un problema fare gol. Nel primo tempo abbiamo avuto alcune situazioni dove si è cercato il dribbling ma potevamo tirare o passare. Nel secondo tempo abbiamo avuto due occasioni individuali in cui abbiamo perso la palla: non so se mi hanno ascoltato. La partita la avevamo preparata proprio così, sulle loro ripartenza: Massimo (Coda, ndr) può giocare la palla, la perde, ripartenza e uno a zero. Ad ottobre davamo la sensazione di voler vincere le partite, ma al momento a novembre sta piovendo.

Io ho sempre protetto i miei giocatori, ma in questo momento queste situazioni e questo atteggiamento sono da dilettanti – insiste a ribadire in più occasioni Blessin – Se paragoniamo il lavoro fatto dai due attaccanti rispetto ai nostri, c’è poco da aggiungere. È stato orribile da vedere. Mi prendo tutta la responsabilità, perché sono io l’allenatore, ma la situazione è molto difficile e anche i giocatori devono ascoltarmi. Se mi sento sicuro della mia posizione? Sono la persona sbagliata per questa domanda. Abbiamo un obiettivo, abbiamo fatto buone prestazioni ma in questo momento siamo lontanissimi da come vorremmo giocare. Troppe scelte sbagliate, sbagliamo sempre il momento per velocizzare, loro hanno cercato di distruggere il nostro gioco. Ci sono altre persone che devono decidere: io do tutto, ho dato sempre tutto per questo club, non mi arrendo e questa è un momento duro, ma dobbiamo trovare delle soluzioni”. 

È un problema di schema o c’è modo di cambiare qualcosa?

“È una bella domanda. Al momento io penso che abbiamo un pesantissimo peso sulle spalle. Ognuno guarda al singolo, ognuno guarda alla propria performance, e non stiamo lavorando come squadra, come abbiamo fatto sino ad ottobre. Non c’è comunicazione. Questo ci sta assolutamente mancando. Giocare da squadra è sempre stata la nostra forza ad inizio campionato, ci ha permesso di raggiungere il nostro massimo. Questo accade quando lavori per un grande club. Questa maglia pesa molto, è qualcosa di completamente differente che giocare in un’altra squadra. Abbiamo un mix di giocatori giovani e giocatori di esperienza, dobbiamo imparare a creare chance e vincere le partite non da singoli, ma da squarta. Come perdiamo oggi il pallone, è da dilettanti. In questo momento è una situazione completamente differente quando ci alleniamo e quanto non riusciamo a dimostrare in partita”.


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