Che cosa sappiamo del Como? 

È allenato da Moreno Longo, ex allenatore di Alessandria e Torino, tecnico chiamato in riva al lago per sostituire Giacomo Gattuso. I risultati per ora sono inferiori alle attese, anche perché la campagna acquisti è stata sfavillante. Sono arrivati il campione del mondo Fabregas, Cutrone, Cerri e Baselli. Ho visto qualche spezzone del Como e Fabregas in tutta onestà non mi sembra adatto alla Serie B, per una questione di ritmo che alla sua età non può più avere. Comunque conserva il tocco illuminante, ci mancherebbe. Cutrone in Serie A non ha mantenuto le promesse delle prime apparizioni. È tornato dopo una parentesi all’estero, ma anche lui mi pare lontano dal Cutrone dei giorni migliori. E lo stesso dicasi di Baselli. Cerri è una punta fisica, i suoi gol li fa. Il reparto offensivo è quello che può creare maggiori problemi.

Con quale sistema giocano?

Con il 4-3-1-2 e con Fabregas trequartista. È un assetto per mettere in risalto la classe di Fabregas, ma per una formazione che deve salvarsi forse tre giocatori offensivi sono un lusso. È una questione di equilibri difficili da mantenere. Sulla carta il Genoa dovrebbe battere il Como e in maniera convincente, per scacciare le ombre che si stanno addensando sopra la testa di Blessin.

Cosa è che non funziona al meglio nel Genoa?

Io vedo una squadra lenta, involuta. Mi pare che l’impostazione sia lasciata ai difensori centrali Bani e Dragusin, e quest’ultimo non mi sembra un mostro tecnicamente parlando. Quanto ai due esterni difensivi, Sabelli ha sempre fatto bene eccetto che a Reggio Calabria. Czyborra lo conosciamo. Vedo poco movimento senza palla. Io vorrei che il Genoa adottasse il 4-3-1-2, è un po’ che le dico. Da tifoso genoano sono deluso e da appassionato di calcio sono deluso il doppio perché non vedo il Genoa giocare bene. Una squadra che pretende di vincere il campionato almeno uno scampolo di partita andrebbe fatto come si deve.

Cambieresti Blessin?

La posizione in classifica non è da esonero dell’allenatore, il gioco espresso sì. A una squadra che vuole primeggiare si chiede un altro genere di prestazione. Blessin non può dire “abbiamo sbagliato l’approccio alla partita”, come detto a Reggio, perché in Calabria è stata sbagliata tutta la partita. Hai Coda, un cannoniere, un fromboliere, ma lo costringi a fare anche il rifinitore, non può auto-servirsi, farsi il passaggio e concludere. Coda deve fare gol e basta. Sento dire che manca Ekuban, ma quando c’era Ekuban, i tifosi non o volevano vedere neppure in cartolina. Puscas ha fatto due apparizioni e basta. Continuiamo a insistere su Yeboah e non sappiamo ancora che giocatore sia Ilsanker, sempre infortunato.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.