Nel post-partita della gara contro lo Spezia, in assenza di mister Shevchenko fermato dal Covid, è intervenuto ai microfoni di Sky Sport il presidente rossoblu Alberto Zangrillo, che questa sera ha assistito alla gara al fianco di parte della proprietà 777 Partners (Wander, Spors e Blazquez). Sono molto amareggiato e molto dispiaciuto per i nostri tifosi. E molto dispiaciuto per me. Lo sono perché è una serata negativa in un momento molto difficile, forse il più difficile degli ultimi anni. Ma se io mi demoralizzassi dopo una sera così, avrei fatto a meno di accettare questo incarico. Sono abituato ad affrontare situazioni più determinanti per la vita di tutti noi: con questo spirito cerco di fare la mia parte. Siamo qua per riparare”.

Lo spettro della Serie B? Abbiamo messo in conto tutto. Quando ho assunto l’incarico, non eravamo a metà classifica o giù di lì. Ci sta, fa parte del gioco del calcio, ma anche se parlo di gioco lo prendo seriamente, come una delle cose più serie della mia vita. Ciò mi sento di prometterlo ai tifosi. Stasera è un episodio negativo, dovevamo e potevamo fare meglio, però non cambia nulla. Quando dissi che dovevamo agire step by step mettevo in conto anche una sera come questa. Sono qua soprattutto per il popolo rossoblu e capisco perfettamente cosa ci sia nel cuore dei tifosi. 

Su Shevchenko e la fiducia da parte della società? Questa domanda me la aspettavo come prima domanda, non come terza (sorride, ndr). Le rispondo in modo serio. Quando le cose vanno male in una rianimazione o in un reparto, non è che facciamo fuori il primario perché riteniamo che sia la soluzione principale. Tutti siamo in discussione, questo è il momento più difficile del Genoa. L’analisi del momento difficilissimo riguarda tutti, anche l’allenatore. Tutti ci sentiamo in discussione, ma non perché vogliamo metterci in una situazione di passività, ma perché riteniamo che in questo momento sia giusto cogliere indicazioni precise, sempre più critiche e urgenti per operare in tempi rapidi sul mercato e cercare di correggere una situazione che sta diventando molto difficile”. 

Sono qua perché è sia giusto credere in una prospettiva che tutti abbiamo sposato, ci stiamo conoscendo a vicenda e mi pare che sia chiaro come stiamo operando sul mercato, anche in modo atipico. Tutti commettono sbagli, ma non metto le mani avanti: sono qua per fronteggiare la situazione in prima persona. E posso dirvi, da uomo con esperienza di vita e un po’ meno nel calcio, che una sera come questa la avevo messa in conto. Sono qui perché sono l’interprete di quelle che sono i loro desideri, le loro paure, le loro ansie. Opereremo nel modo migliore.

Quali sono le aree su cui intervenire e cosa manca al Genoa? Conosco il Genoa degli ultimi anni e degli ultimi cinquant’anni. abbiamo acquisire consapevolezza della nostra identità e cercare realmente di essere tutti consapevoli del momento difficile acquisendo una identità. Da non esperto del calcio, oggi ho visto che all’inizio, contro un’avversaria diretta, la squadra aveva paura e non aveva lo spirito guerriero che ho invocato. Non sono però qua per condannare qualcuno e sono qua per correggere. I calciatori hanno tutta la mia comprensione: c’è una immagine stasera in cui sono stati per almeno un minuto davanti alla Nord e credo sia significativo. La situazione è difficile e i calciatori l’hanno voluto testimoniare andando sotto la Gradinata. Guardiamo avanti, inutile piangerci addosso”. 

Infine, un passaggio sulle decisioni anti-Covid negli stadi e in Serie A: “Cosa ne penso? Vi do il mio punto di vista, da persona estremamente realista. Ho sostenuto anche in Lega Serie A, con gli altri presidenti, che stiamo vivendo in una farsa assoluta. Limitare  a cinquemila gli accessi allo stadio è qualcosa di inconcludente dal punto di vista dell’obiettivo di limitare i danni pandemici. Noi stiamo raggiungendo il picco e, da clinico, vi dico che in questo momento non è l’emergenza in terapia intensiva, ma di tutte le persone in coda per fare un tampone o per essere presi in considerazione al Pronto Soccorso. Siamo in un periodo farsesco che speriamo termini al più presto. Il problema vero è che dobbiamo curare le persone, non tamponarle“. 

Le parole del Presidente Zangrillo sono proseguite in sala stampa. “Sono qua, oggi, perché coi tifosi ho preso un impegno. Non è facile, il calcio è un gioco, ma una cosa seria. Il momento negativo impone che cosa? La consapevolezza che sia un momento difficile, e ne siamo consapevoli. Shevchenko esonerato? Non spetta a me. L’allenatore è solo uno degli elementi che vanno considerati. La squadra è stata assemblata con una serie di situazioni in estate, 4 mesi fa, e ha subito e conosciuto un cambio di allenatore, uno di gestione e di presidenza. Ci sono una serie di attenuanti di cui tenere conto. Oggi sono sul banco degli imputati e mi ci sento. Mi era stato caldamente consigliato di non venire davanti alle telecamere, ma nulla ho da rimproverarmi. Stiamo facendo del nostro meglio per fare comprendere a tutti che stiamo operando per il meglio, tutti consapevoli che così non si può andare avanti. Ho parlato degli elementi che concorrono a determinare il risultato. Sul mercato? Abbiamo conosciuto per adesso tre nuovi innesti, solamente uno di questi ha potuto farsi apprezzare e conoscere. Ieri ho conosciuto Yeboah, che oggi era allo stadio a vedere la partita. Siamo ancora al 9 di gennaio. Siamo ad un terzo delle potenzialità del mercato, dove cercheremo di operare nella maniera migliore. Siamo tutti persuasi si debba fare meglio. Evidentemente la gara non si è svolta come avremmo voluto, per mille ragioni.. Abbraccio tutti i miei giocatori, e hanno fatto tutti il massimo delle loro possibilità. Non è questo in discussione, ma andare a correggere rapidamente la situazione. Sono il primo ad essere molto arrabbiato“. 


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