Ritornato dalla trasferta di Parma con tre punti importantissimi, il Genoa affronta oggi la Fiorentina sul prato del Ferraris, in un altro scontro fondamentale per la conquista della salvezza. Questa partita si gioca dopo 15 giorni di pausa per gli impegni delle nazionali.

Uno sguardo d’insieme sui viola.

Dopo la sconfitta con il Milan è cambiato l’allenatore, al posto del dimissionario Prandelli è stato richiamato Beppe Iachini, “odiato” dai tifosi genoani. Iachini era l’ allenatore precedente ed è ancora sotto contratto con i gigliati. Sulle dimissioni di Cesare Prandelli si sono innescate mille voci, voci ma penso che il perché sia una cosa soltanto sua. Iachini è un allenatore caratteriale e pretende molto dalla sua squadra sotto il profilo dell’ attenzione e della partecipazione collettiva, è un fedelissimo del 3-5-2 ed utilizzerà questo sistema di gioco.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

In porta c’è Dragowski, portiere polacco dal rendimento non sempre regolare, ma con presenza fisica importante e buona reattività, inoltre con i piedi non cerca quasi mai cose fuori dal comune. Milenkovic, Pezzella e Martinez Quarta sono i tre difensori centrali. Milenkovic, “braccino” di destra, uno dei punti di forza della squadra, è forte fisicamente e bravissimo nel gioco aereo, sempre attento e concentrato durante la partita. Pezzella, il centrale, nazionale argentino, abile di testa e nell’impostazione, va in difficoltà quando deve affrontare l’ avversario in campo aperto. Martinez Quarta, “braccino” di sinistra, arrivato quest’ anno in Italia dal River Plate, ha avuto qualche difficoltà iniziale, ma via via si è imposto con buone prestazioni e con un rendimento ottimo e regolare. È bravo in marcatura e ha buone qualità tecniche.

Il centrocampo.

Il reparto è formato da Caceres, Amrabat, Pulgar, Bonaventura e Biraghi. Caceres e Biraghi sono gli esterni di fascia. Caceres, ex di molte squadre, nasce come marcatore, ma Iachini lo schiera come esterno vista la sua duttilità. Giocatore esperto, cattivo sportivamente parlando, preferisce ricevere la palla nei piedi e non essere lanciato in profondità. Biraghi, esterno di sinistra, non ha vissuto un’ annata esaltante, ha buona corsa e un buon piede sinistro, ma difficilmente raggiunge il fondo campo per il cross e non è molto attento ai movimenti difensivi. Pulgar, il metodista, bravo sulle palle ferme, ottimo frangiflutti davanti alla difesa, ha scarsa rapidità, ma è sempre pronto a smistare il gioco per i compagni, anche con lanci lunghi. Amrabat, interno di destra, forza fisica e tanta corsa le sue qualità, non ha ripetuto lo splendido campionato dello scorso anno a Verona. Bonaventura, l’interno di sinistra, bravo tecnicamente, quando è supportato da una buona condizione fisica può essere determinante, ed è forte negli inserimenti e nei tiri da fuori area. Potrebbe essere della partita anche Castrovilli, giocatore discontinuo, ma in possesso di dribbling e qualità tecniche non da poco: se è in giornata, diventa difficilmente marcabile.

L’attacco.

Le punte sono Ribery e Vlahovic. Il primo, ex nazionale francese, è rapidissimo e in possesso di un dribbling secco e velenoso. Formidabile nell’ uno contro uno, i suoi assist sono autentici gioielli, anche se, essendo avanti con gli anni, a volte si prende delle pause. Vlahovic, la punta centrale, ha un fisico da corazziere e un piede sinistro molto educato, ed è abile nello smarcamento e nella difesa della palla. Nonostante la sua fisicità importante, non è un grande colpitore di testa.

Come si comportano sulle palle inattive?

In fase difensiva, sulle punizioni laterali dalla trequarti difendono a zona, mentre sui corner effettuano la marcatura ad uomo, lasciando il solo Vlahovic a zona poco lontano del primo palo. In fase offensiva le punizioni laterali e centrali dalla trequarti sono calciate da Pulgar o Bonaventura; per i corner gli incaricati sono gli stessi, a volte ci prova Biraghi con il suo dolce sinistro. I tre difensori centrali salgono per colpire e a loro si aggiungono Amrabat, Vlahovic e a volte Caceres. L’attenzione va focalizzata su Milenkovic, anche se tutti sono ottimi colpitori. Le punizioni dal limite dell’ area sono tirate da Pulgar o Biraghi.

In conclusione?

Dopo il cambio di allenatore è difficile capire che Fiorentina vedremo oggi a Marassi. Sicuramente ci saranno contenti e scontenti, ma l’ obiettivo comune è troppo importante per soffermarsi su queste cose. Il Genoa dovrà essere concentrato e non pensare che la vittoria di Parma abbia risolto tutto. Bisogna conquistare altri 8-9 punti per centrare l’obiettivo salvezza, che, prima dell’ arrivo di Ballardini e del suo staff, sembrava un miraggio. Vincere oggi contro una squadra lei in piena lotta per la salvezza sarebbe un vero babà. Ali lettori di “Buon calcio a tutti” auguro una Pasqua serena e felice. E speriamo che nel 2022 si possa festeggiare senza mascherina…

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.