Oggi inizia la Fase 2, un lockdown all’aperto. È importante capire che come nella Fase 1 il Virus può essere combattuto solo dall’intelligenza delle persone. Non ci sarà ancora la possibilità di abbracciarsi, ma si potrà nuovamente assaporare la libertà, anche se condizionata.

L’espressione “gli è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare” di Ginone Bartali si potrebbe recitare e interpretare in ogni momento da quando è arrivato il Coronavirus, nella prima parte e nella seconda.

Non può essere neanche di moda l’altra espressione “piove governo ladro” perché sulla carta gli euro ci sono ma dopo fanno fatica a vedersi e non per colpa dell’esecutivo e di Conte.

Qualsiasi cosa che si ricostruisce o si tenta di ricostruire non funziona perché tutto è schiacciato come sempre dalla burocrazia. La società civile non partecipa, al massimo prende Gino Bartali come follower.

Il distanziamento sociale e le mascherine continueranno ad essere il vademecum del Coronavirus, perché le linee guida di ISS e Inail per aprire in sicurezza sono state sconfessate in una riunione aperta tra Governo e Regioni: i metri e centimetri di distanziamento sono un elastico.

Il Primo Ministro Conte dopo una discussione aperta ha dato carta libera ai Governatori per le riaperture tenendosi la possibilità di chiudere in caso ritorno di Covid-19. Qualche Governatore ha fatto marcia indietro. Da oggi le responsabilità del Governo sono solo economiche.

Le misure proposte per ripartire da parte del Governo da oggi erano state giudicate impraticabili non solo dal calcio ma da ristoratori, bar, parrucchieri, stabilimenti balneari ed altri con un unico denominatore: la distanzia sociale.

Per rifare tutto dopo Covid-19 non basta solo una estate. Difficile migliorare. Sarebbe importante non ripetere gli errori dei post terremoti e alluvioni non ascoltando il parere di chi li ha vissuti e collaborando solo con gli staff di tecnici e scienziati.

Per uscire dalla crisi nera del Coronavirus occorre che il Capo dello Stato prenda in mano le redini della Nazione, l’unico che ha sempre dimostrato di non essere presuntuoso e individualista, ma intelligente. Lo farà, ma è giunto il momento di scuotere l’albero dei balocchi del Senato e della Camera. Non c’è via d’uscita, o ce n’è poca.

Il Coronavirus non è stata una commedia, ma una tragedia da subito , gli italiani nella prima fase hanno dato il meglio di sé restando segretati in casa e i risultati si sono visti mentre i papaveri della politica impauriti dealla piega dei contagi e delle morti non hanno pensato nulla essendo schiavi dell’apatia, dell’immobilità e del coraggio .

Il calcio della Serie A è nelle stesse condizioni di  tutta la nazione, ma non tutte le colpe sono della politica perché il pallone è sgonfio e allo sbando da parecchio tempo.

In questi giorni in molti, non i tifosi, hanno goduto della Bundesliga in campo. Dopo aver visto durante la quarantena tante fiction a rate ci mancava quella del calcio non sul prato verde.

Calcio in silenzio, la fame da pallone si sarebbe mangiata tutto per riempire lo stomaco. Gli ascolti in tutto il mondo sono saliti e il divertimento è iniziato solo quando il direttore di gara ha dato il fischio d’inizio con un sottofondo di rispetto sulla carta alla faccia del distanziamento sociale,  che non potrà mai avvenire in una partita da quando il pallone ha compiuto la sua circonferenza. Il calcio vive di tackle duri, trattenute, spinte su calci d’angolo  e colpi proibiti.

Da cinepanettone i commenti sulla mancanza di sputi mai visti neanche in tempi passati quando il pallone si giocava a distanza, e se anche ci fossero stati sarebbero stati nascosti dai registi come accadeva in passato quando nei momenti bui inquadravano donne e bambini.

Il Cinepanettone  in Bundesliga non visto in campo ma fuori: non si è capito a cosa serve e servirà.

I giocatori che finito il riscaldamento rimangono in campo aspettando il direttore di gara che arriva a centrocampo come nei campi del Ligorna e del Molassana, i palloni nuovi che escono dai sacchetti di cellophane è vengono sanificati, mai visto giocare al calcio con bocca e naso principi primari di contagio da Coronavirus; panchine, dirigenti e addetti ai lavori con mascherina e distanziati di un metro e mezzo mentre gli allenatori che sbuffano vicino  agli assistenti, durante i cambi tutti senza mascherine.

Le persone in campo avrebbero dovuto passare i test medici prima di entrare dentro gli spogliatoi e sul campo: essendo sani a cosa serviva quella prevenzione da Circo, non da Teatro? Ha fatto male vedere il contorno di queste partite in questi stadi, belli, tecnologi, moderni  senza pubblico e in particolare tifosi come la muraglia gialla del Borussia D.

Ha fatto male, anche se qualche showman del calcio televisivo e cartaceo domenica ha fatto la ramanzina agli ultras,  ai tifosi, gli unici che potrebbero aver capito in anticipo che il calcio si sta giocando il futuro con il fuoco, non il gioco. L’astinenza da calcio dal vivo  servirà a salvare i bilanci? Il calcio in maschera riempirà le casse dei  Club e delle TV.

Il pallone che rotola fa sognare non solo i tifosi, ma anche i calciatori. Per il calcio italiano bisogna continuare a cantare “Che sarà, sarà” in attesa di un nuovo protocollo del Comitato Tecnico-Scientifico, che ieri se lo è visto recapitare aggiornato dalla FIGC e dovrà dare una risposta, forse già in giornata: per adesso si comincia con allenamenti individuali, non di gruppo, e senza pallone. La battaglia non appare essere con il Coronavirus, sempre da trattare in modo intelligente, ma col continuo conflitto e con le continue incomprensioni che sfociano sempre in brutte figure tra FIGC, Lega e CONI.

Il Governo e Ministro Spadafora assistono con ritmi balneari: aspettavano sino a ieri il protocollo corretto di Lega e FIGC, che dovrà passare nuovamente al CTS per avere sconti anche se nella mischia entrano con tackle scivolati di parole da far pensare perché grevi. Il Primo Ministro ha dato le date di riapertura di tutte le attività compresi cinema e teatri eccetto che per l’inizio del campionato 2019/2020.

Il Ministro Spadafora, come l’antico mascherone della Bocca della Verità, sgonfia il pallone tramite social usando non bene il bulino della memoria rispetto a quello che dice in conferenze ufficiali: invita gli altri a “fare meno i fenomeni” dicendo che “nel calcio ci sono troppe posizioni diverse (ha ragione)“. Spiega che “il mondo del calcio ci chiede di essere noi ad assumerci la responsabilità di bloccare, non decideranno in autonomia. Troppe posizione diverse anche dei calciatori che mi scrivono le loro preoccupazioni”.

L’ultima brutta figura della FIGC è l’irruzione degli ispettori sui campi della Lazio, Napoli e Fiorentina il giorno dopo lo scoop del Corriere della Sera sugli allenamenti laziali. Blitz che conferma come neanche la FIGC si fidi del calcio come il Ministro dello Sport. Incursione concordata quella in casa Lazio? Ad aspettarli Lotito. Non concordata con il Napoli e arrabbiatura di Gattuso che ha proposto loro di mandare tutti i video degli allenamenti.

Si riparte nei centri sportivi di Serie A, ma senza gli stessi protocolli per tutti i club. L’ultima sui ritiri: il Parma  che non voleva i ritiri ma dormirà a Collecchio, mentre la Lazio la prima squadra che lo aveva proposto in Lega con Lotito andranno tutti a casa.

Il calcio continua a prendere il via a scaglioni, pur avendo fatto, leggendo le cronache, tutti o necessari controlli e gli esami per una ripartenza. Un percorso che dovrebbe garantire la sicurezza di tutti, da calciatori a staff tecnici, medici, fisioterapisti, magazzinieri. Manca   solo l’OK del Governo.

Buoncalcioatutti con questi siparietti è difficile dirlo: ci speriamo ma nessuno del mondo pallonaro per avere una speranza può continuare a contare  le stelle.