Il Genoa, con due buone prestazioni, è uscito indenne dalle difficili trasferte di Firenze e Bergamo ed oggi affronta il Cagliari a Marassi alla ricerca di tre punti quasi indispensabili per l’agognata salvezza. Nelle due precedenti partite il Genoa ha lasciato intravedere un carattere battagliero e sprazzi di buon calcio. Tutto ciò fa ben sperare per le restanti gare, che saranno autentiche battaglie in cui bisognerà cercare di eliminare anche l’errore più piccolo.

Uno sguardo d’insieme sul Cagliari, avversario di oggi.

Il Cagliari, nella prima parte di campionato, è stata la rivelazione del torneo proponendo un gioco piacevole, condito da risultati positivi, però nelle ultime partite sembra aver smarrito smalto e brillantezza, anche se rimane squadra di tutto rispetto con alcuni elementi di prim’ordine, Nainggolan su tutti. L’allenatore Rolando Maran, persona seria e capace, da due stagioni a Cagliari, sta dimostrando il suo valore. Quest’anno, a differenza dei tornei precedenti, la squadra si schiera con il 4-3-2-1, sistema ad albero di Natale, in cui le due mezze punte giocano vicine alla punta centrale e strette tra di loro. Il Cagliari sfonda prevalentemente per vie centrali perché lì ha numerosi giocatori con buona tecnica. Quando spostano il gioco sulle fasce, cercano i due esterni che preferiscono essere lanciati sulla corsa. Una squadra ostica e difficile, che non regalerà niente,

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Il portiere Cragno, dopo aver saltato l’intero girone d’andata per infortunio ed essere stato sostituito in maniera egregia dal norvegese Olsen, è rientrato da poche partite e ha già dimostrato di avere riacquistato lo smalto dei giorni migliori, che l’ha portato ad essere considerato uno dei più forti portieri italiani. Cragno è svelto e reattivo, bravo tra i pali e nelle uscite sia alte sia basse.

La difesa a quattro è composta da Faragò, Pisacane, Klavan e Luca Pellegrini. Una linea pronta e attenta ma che lavora poco di reparto affidandosi molto alle capacità dei singoli. Faragò e Pellegrini, i due esterni, sono bravi ad attaccare, meno a difendere, ed entrambi hanno facilità di corsa. Pisacane e Klavan formano una coppia rocciosa ed affidabile. Pisacane, cresciuto nel settore giovanile del Genoa, è svelto e furbo e cerca spesso l’anticipo. Klavan, nazionale estone, è forte di testa e propenso all’impostazione.

Il centrocampo.

Oliva, il playmaker, gioca al posto dello squalificato Cigarini, Ionita e Nandez sono le mezzali di parte. Oliva assicura più dinamismo e aggressività rispetto all’ex Sampdoria ma meno geometrie. Ionita, giocatore di forza e di inserimento, è bravo nel gioco aereo. Nandez unisce quantità ad una buona qualità, spesso si allarga sulla fascia destra e propone cross pericolosi.

Infine l’attacco.

I due giocatori che sorreggono la prima punta sono Joao Pedro e Nainggolan. Il primo, brasiliano da anni a Cagliari, sta disputando una stagione da incorniciare: Joao Pedro è bravo tecnicamente e nell’uno contro uno. Nainggolan è il top player dei sardi, ha forza e corsa ed è molto bravo nell’aggressione, senza contare che da fuori area è un vero cecchino. L’ex genoano Simeone è l’unica punta: forte sulle gambe e bravo nell’attaccare la profondità, dà una grande mano alla squadra nella riconquista del pallone, per lui non esistono palle perse.

Come si comportano sulle palle inattive?

Sui corner e sulle palle inattive a sfavore difendono a zona e palesano qualche difficoltà. In fase offensiva i corner sono calciati da Nandez ed Oliva, dalle retrovie salgono i due centrali Pisacane e Klavan, mentre Simeone si sfila sempre sul secondo palo e Ionita e Joao Pedro fanno densità dentro l area di rigore. Nainggolan, poi, si fa trovare pronto al limite dell’area per tirare su eventuali ribattute. Le punizioni dal limite sono calciate da Nainggolan, Joao Pedro oppure da Pellegrini con il piede mancino.

In conclusione?

Sarà un match nervoso, bisognerà avere pazienza e non farsi prendere dalla frenesia che la precaria situazione di classifica può comportare: ma di qui alla fine del campionato saranno tutte partite così. Sia la squadra sia il pubblico si adeguino alla situazione per uscire tutti insieme dalla palude.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.