Il campionato alla 22esima giornata si è voluto prendere la scena anticipando il festival di Sanremo con chi ha cantato, chi ha stonato e chi ha strillato. Il tenore è sicuramente Ciro Immobile con 25 reti in 21 partite gare. Altro che CR7 e Lukaku, anche se vanno in gol regolarmente.

Chi ha stonato, anzi privo di gioco, è Mazzarri. Undici reti in due partite non può esistere in un campionato di Serie A.

Chi canta heavy metal come gli è sempre piaciuto è Ivan Juric. Il suo Verona è caratterizzato da ritmi aggressivi e potenti, ma le sue chitarre in campo non hanno momenti di distorsione.

Chi stona con il gioco sono quelle in cima alla classifica. Juventus, Inter, Roma e Atalanta. Le prime due, comunque, fanno risultato pieno.

Chi strilla è Commisso, patron americano della Fiorentina, per un torto arbitrale. Un eccesso  che il calcio si porta dietro da tempo quando Viola gioca con la Signora. Commisso non ha gradito l’invito di Nedved a “prendersi una tazza di tè” e calmarsi. Altro veleno che si poteva evitare.

Al sabato pomeriggio Bani del Bologna buttandola dentro al 44’ del secondo tempo fa gorgheggiare non solo Mihajlovic, ma anche le altre squadre impegnate nella zona rossa. Il Brescia ha fallito la ricerca di punti salvezza.

All’ora dell’happy hour, Cagliari e Parma fanno le belle provinciali vista la classifica giocando a viso aperto fino all’ultimo minuto. Il Parma acciuffa al 49’ del secondo tempo il pareggio con Cornelius. Entrambe le squadre a 32 punti, ma i sardi non vincono da otto giornate.

Alla sera il Grana reggiano e il prosciutto crudo indigesti a Fonseca e alla Roma. Tre botte nella prima mezz’ora hanno steso la Lupa. De Zerbi ha annichilito Fonseca con il suo gioco vertiginoso, fatto di ripartenze verticali, anche per merito dei giallorossi rimasti nel primo tempo nello spogliatoio. Gioia del Sassol che non aveva mai battuto la Roma in otto gare. Fonseca e la Roma dovranno riflettere sulla fase difensiva e i suoi interpreti.

A mezzogiorno la Signora era preventivato che avesse fame. Aver perso una partita a Napoli per Sarri, per di più giocando male e dopo le moine per i giocatori del Ciuccio, ha aumentato l’appetito. Altra partita non bella della Juventus con CR7 infallibile dal dischetto con due reti, nona partita consecutiva in gol. I viola non sono stati a guardare imbrigliando Sarri fino al secondo rigore che non ha fatto più giocare Chiesa e compagnia. Tridente o non tridente, Sarri continua a sfogliare la margherita e gli avversari ne approfittano.

Alle 15 il secondo passo falso consecutivo casalingo della Dea contro il Genoa. Il punto fa agganciare la Roma al quarto posto. Uno stop che non fermerà l’Atalanta, senza dubbio la realtà più spettacolare della stagione. Gasperini tra le mura amiche dovrà rivedere qualcosa in fase difensiva. Panchina d’oro più che meritata.

Il Genoa di Nicola con carattere ha reagito e ha risposto colpo su colpo anche dopo la prima sberla, ribaltando il risultato e tenendo nella ripresa anche nei 10’ finali in inferiorità numerica. Piace l’atteggiamento di Nicola di giocarsela contro chiunque a prescindere dalla classifica perché non esistono più partite scontate in partenza. Piace il gioco di Nicola nel cercare equilibrio senza penalizzare le due fasi di gioco. La forza del Grifone di Nicola è quella di non trasformare il coraggio in incoscienza perché i capitomboli sono all’ordine del campionato e dietro l’angolo per tutte le 20 squadre.

Manita della Lazio contro la Spal. Immobile non si ferma più e con Caicedo trasporta in casa laziale la voglia di conquistare la vetta della classifica. Impensabile che la Spal abbia concesso tre ripartenze nei 20’ iniziali alla squadra che gioca il miglior calcio in questo momento.

L’Inter non brilla a Udine. Ci pensano più Lukaku che il gioco di Conte a non perdere il treno juventino. Andazzo grigio alla Dacia Arena non solo per l’Inter, ma anche per zebre friulane. Dopo il gol “tunnel” di Lukaku si distrae la squadra di Gotti e viene punita da uno slalom di Sanchez atterrato dal portiere avversario.

Ibra non c’è e non riesce un altro “abracadabra” a Pioli come nelle tre gare precedenti. Diavolo infranto contro il gioco di Juric. Punto stretto al Verona che colpisce due pali e crea diverse occasioni. Il rosso a Amrabat non ci voleva. Pioli sempre a ridosso del muro  del pianto per le assenze e la gara di Coppa Italia. Juric invece continua a rovinare le partite dei  “fantacalcistici” che ad ogni acquisto dell’Hellas si chiedevano chi fossero Amrabat, Verre dalla B alla A, dove giocasse Rahmani. E così per tanti altri lo stesso metro di giudizio. Juric per tutti era quello cacciato dal Genoa per due volte, invece domani sera nel recupero con la Lazio si gioca l’Europa. Nel Milan ha debuttato il giovane Maldini.

Lecce Torino finisce 4-0. Il Lecce vince la prima partita casalinga della stagione grazie ad un Toro diventato vitellino. Diciassette gol subiti nelle ultime 4 gare probabilmente sono una resa da parte della squadra, che dopo 10 giorni di ritiro ha giocato contro l’allenatore visti e considerati i primi due gol incassati dopo 20’ di gioco. 17 gol incassati dal perfezionista Mazzarri sono una notizia. I grossi problemi del Torino sono alle fondamenta. Gli uomini di Liverani trasformati dai nuovi ingaggi invernali Deiola (al primo gol in Serie A), Barak, arrivato a Lecce venerdì scorso e subito in gol, e l’ex genoano Saponara, che ha alimentato con due assist i gol fotocopia del Lecce. È stato il mercato invernale o la peggiore difesa avversaria del 2020 a ridare ossigeno salvezza alla squadra pugliese?

Sampdoria-Napoli ha visto all’inizio e alla fine della gara una Sampdoria assente. Incassa due gol nei primi 15’ di gioco, rimonta con Super Quagliarella, pareggia con un rigore sempre sul capitano, ma sballa nel finale con una difesa troppo ballerina e allo sbando sull’ultimo gol con Audero che voleva fare lo stopper aggiunto e sbaglia il colpo di testa beffato poi da Mertens che insacca da 40’ di metri a porta vuota. Il Napoli ha vinto non con un gioco  scintillante, grazie al cuore e al carattere. La differenza principale però sono stati i cambi: uscito Quagliarella è entrato Bonazzoli, uscito Ramirez dentro Maroni. Nel Napoli Demme, Politano e Mertens sono stati i subentrati dal 63’ di gioco: loro hanno confezionato la vittoria. Napoli che sente odore di Europa League, Samp di salvezza.

Il VAR intanto salva qualche arbitro, anche se conferma lo sbagliato utilizzo della tecnologia nel campionato che l’ha utilizzata per primo. Occorre studiare qualcosa di diverso nel prossimo protocollo, che dovrà vedere tutti gli errori che succedono su tutto il campo e non solo dentro le aree di rigore come successo a Chiffi di Padova salvato da Valeri al VAR, operazione non consentita dal protocollo, che non aveva sanzionato la gamba tesa di Amrabat sul ginocchio di Castillejo.