Sesta giornata che va in archivio con sostanziale tranquillità, con molti interventi correttivi del VAR per aiutare gli arbitri in campo. Andiamo ad analizzarli uno per uno partendo da Lazio-Genoa.


LAZIO-GENOA

All’Olimpico non si torna in cerca di alibi: la prestazione del Genoa è stata negativa sotto ogni punto di vista. Diciamo che nella prima mezz’ora non è stata da meno quella della coppia Pairetto-Mazzoleni, rispettivamente arbitro e VAR. Il primo episodio, come noto, è al settimo minuto e coincide con l’azione che porterà la Lazio in vantaggio.

A centrocampo Lerager cincischia troppo col pallone quando avrebbe uno scarico facile su Cassata e temporeggia sino a farsi recuperare da Milinkovic-Savic. Il centrocampista biancoceleste arriva con forza da dietro e nel tentativo di intercettare il pallone, con lo scarpino sinistro, colpisce quello dell’avversario. Non un contrasto violento, ma un tocco c’è. Lerager cade a terra, Milinkovic prosegue l’azione che porterà al gol del vantaggio.

Da segnalare la posizione di Pairetto: è vicinissimo all’azione e ben posizionato, non più di pochi metri di distanza, ed è focalizzato perfettamente sul contatto senza ostacoli alla visuale. Non è un dato di poco conto: il VAR Mazzoleni lo avrà tenuto in considerazione restituendo maggiore importanza alla verità di campo che non alla verità da teleschermo. Seppur leggero e non violento, un contatto però c’è e non sarebbe stata una sorpresa assistere ad una on field review. Ciò che accadrà invece dopo la mezz’ora quando Pairetto, ancora una volta ben posizionato e con visuale libera, non rileverà il pestone di Milinkovic-Savic su Cassata nella metà campo genoana. Due situazioni analoghe, ma un solo intervento.

Basta andare indietro di qualche giorno, a Parma-Sassuolo per esempio, per rendersi conto che di contatti ben più blandi a centrocampo (Hernani su Magnanelli, ndr) ce ne sono stati e hanno comportato l’annullamento delle reti successive. All’Olimpico è avvenuto solo per una delle due marcature biancocelesti ed è materia d’interesse in questa nostra rubrica.

In ogni caso, a distanza di una ventina di minuti, il protocollo VAR ha vissuto due interpretazioni differenti e c’è da capirne il motivo. Probabile che la richiesta di un intervento o meno sia dovuta soprattutto alla posizione dell’arbitro in campo nelle due situazioni, che avrà potuto interpretare meglio una dinamica piuttosto che l’altra. Detto questo, meglio ribadire che la formazione capitolina avrebbe poi legittimato per tutto l’arco della partita il risultato finale di 4-0, complice un Genoa assente in fase difensiva.


MILAN-FIORENTINA

Nella sfida di San Siro che ha certificato la crisi rossonera e messo sulla graticola, in vista di Genoa-Milan, il tecnico Marco Giampaolo, c’è solamente un episodio che ha richiesto correttamente l’intervento del VAR. Si tratta del fallo con piede a martello e gamba tesa di Musacchio su Ribery nella seconda frazione di gioco. Un intervento negligente, vigoroso e imprudente nello stesso tempo: una miscela che non poteva che indirizzare immediatamente all’assegnazione del cartellino rosso.

Oltretutto, come le immagini in movimento testimoniano, la gamba sinistra del numero 7 viola si piega in maniera pericolosa: l’incolumità di Ribery è stata messa a dura prova. Giacomelli non è vicinissimo all’azione e il VAR (Maresca) lo invita a commutare in rosso il cartellino giallo appena estratto. Sarà quello che accadrà dopo la on field review: il difensore rossonero, in attesa della ratifica ufficiale del Giudice Sportivo attesa nel pomeriggio, salterà la gara del Ferraris.


PARMA-TORINO 

Chiudiamo col posticipo di ieri sera tra Parma e Torino. Una gara che senza il VAR avrebbe fatto discutere e polemizzare a lungo, ma che le decisioni prese in società dall’arbitro La Penna e dal VAR Fabbri hanno permesso di incanalare sui binari giusti. Due gli episodi oggetto di on field review.

Il primo è il tocco di braccio in area di rigore di Bremer su tentativo di traversone di Kulusevski nel primo tempo. Il difensore granata salta col braccio molto largo, non a proteggere il volto, e tocca il pallone in maniera netta. La Penna non è vicinissimo all’azione e lascia proseguire tra veementi proteste. Presto il gioco si interrompe ed entra in gioco il VAR, che prontamente aiuta il direttore di gara a decretare il calcio di rigore e sventolare il secondo giallo a Bremer, che lascia in dieci uomini per oltre un’ora la formazione granata. Il rigore, comunque, verrà poi parato da Sirigu, esemplare nel dimostrare come si possa coprire più specchio della porta attaccando l’area di rigore e uscendo dalla propria porta senza mancare di rispettare la nuova regola che impone ai portieri di avere almeno uno dei due piedi sulla linea di porta.

Il secondo episodio non tarda ad arrivare. Siamo sul punteggio di 1-1 e Belotti viene colpito da un gomito largo di Laurini mentre cerca di andare a colpire un cross in arrivo dalla destra. Anche in questo caso il gioco prosegue, ma La Penna (che paradossalmente sarebbe anche in buona posizione per valutare dal campo, ndr) sarà costretto a dirigersi al mini-schermo per decretare un secondo calcio di rigore, questa volta a favore del Toro. Correzione giusta, che lascerà spazio da qui a fine stagione ad altre situazioni analoghe che si auspica verranno valutate alla stessa maniera. Dal dischetto realizzerà lo stesso Belotti.