Inizia una nuova stagione. Il Genoa, dopo aver conquistato una salvezza tribolatissima, ha cambiato nuovamente allenatore ed ha effettuato un calciomercato di ottimo livello, sono arrivati giocatori di spessore e tutti noi tifosi rossoblu siamo fiduciosi di vedere una buona squadra ed ottenere risultati consoni alle attese. Il nuovo allenatore è Aurelio Andreazzoli, considerato da tutti un maestro di calcio e a mio parere veramente un ottimo mister, sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista umano.

Uno sguardo d’insieme sul primo avversario in campionato.

La parola passa al campo e per iniziare subito un duro banco di prova per i rossoblu, stasera impegnati all’Olimpico contro la Roma, guidata in panchina dal nuovo allenatore portoghese Paulo Fonseca, un tecnico giovane e all’avanguardia per preparazione e metodologia. Ha allenato in Russia e cerca conferme in Italia. La sua Roma scenderà in campo con il 4-2-3-1 e, a parte il portiere spagnolo Pau Lopez, gli altri dieci titolari vestivano la maglia giallorossa anche nella scorsa stagione. La Roma, secondo i dettami del proprio allenatore preferisce iniziare l’azione dal basso. Il gioca passa spesso tra i piedi di Fazio e Kolarov, per poi cercare  Perotti e Under soli nell’uno contro uno. Notevole importanza ha il portiere Pau Lopez, bravo negli appoggi e nei disimpegni.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Pau Lopez, portiere reattivo e svelto, molto abile nel giocare il pallone con i piedi, guida la difesa con autorevolezza e personalità, anche se nelle uscite aeree ha qualche difficoltà. La linea a 4 è formata da Florenzi, Fazio, Juan Jesus e Kolarov. Florenzi, esterno di destra è motorino instancabile con un discreto piede: a volte non è irreprensibile in fase difensiva, ma sono pericolose le sue incursioni senza palla. Kolarov gioca sulla fascia opposta, è un mancino zuccherato, i suoi cross e i suoi tiri da lontano sono insidiosissimi, in più il serbo ha molto ascendente tra i compagni ed è uno dei leader della squadra. Fazio e Juan Jesus, i due centrali, compongono una coppia collaudata e dagli automatismi consolidati. Il primo è abile tecnicamente e forte nel gioco aereo, anche se è poco rapido e va in difficoltà nell’uno contro uno. Il secondo, brasiliano da alcuni anni in Italia, è veloce ma poco attento ai movimenti difensivi .

Il centrocampo.

I due mediani sono Cristante e Pellegrini, Cristante, dotato di buon fisico e con buona tecnica, pericoloso in zona gol, non ha ancora avuto la consacrazione definitiva e la cerca in questa stagione. Pellegrini ha forte personalità, mezzi tecnici più che buoni, non è veloce, ma è resistente e abile negli inserimenti.

L’attacco.

I tre trequartisti sono Perotti, Zaniolo e Under . Perotti, ex rossoblu abilissimo nel dribbling, non va mai lasciato solo nell’uomo contro uomo, sfrutta in pieno le sovrapposizioni del compagno Kolarov, ma fisicamente può avere delle pause. Zaniolo, enfant prodige del nostro calcio, bravo negli inserimenti, ha forza fisica, corsa e fondamentali più che apprezzabili, e dopo un periodo di appannamento sembra ritornato su  buoni livelli. Under staziona sulla fascia destra anche se è tutto mancino: rapido e dotato di gran tiro dalla distanza, anche lui va sempre raddoppiato. Dezko è la punta centrale: sembrava sul punto di essere ceduto all’Inter, invece, con somma gioia di tutti i cuori giallorossi, è rimasto. Centravanti completo, forte tecnicamente, bravo nel difendere la palla per far salire la squadra, è abile nel gioco aereo e sta sempre in agguato dentro l’area di rigore: non va mai perso di vista.

Come si comportano sulle palle inattive?

In fase difensiva la squadra, molto forte sul piano fisico, difende a zona. In fase offensiva i corner e i calci da fermo sulla trequarti laterali sono appannaggio di Kolarov, Under o Perotti. Fazio sale sempre e insieme a Dzeko, Cristante, Pellegrini forma la batteria dei saltatori.  Sulle punizioni centrali dal limite dell’area Kolarov rappresenta il pericolo numero 1, ma anche Under, Cristante e Dzeko possono dire la loro.

In conclusione?

Inizio in salita per gli uomini di Andreazzoli, ma la partita di stasera può dare al rinnovato Genoa la spinta giusta per iniziare il campionato del riscatto. Le amichevoli estive e la prima partita di Coppa Italia  inducono a pensarlo. Noi genoani abbiamo voglia di rivedere una squadra che diverta e che ci dia le soddisfazioni che pensiamo di meritare.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.