Come nella sfida poi vinta dalla Roma contro il Genoa, anche a distanza di due mesi Krzysztof Piatek mette la propria firma sul prato verde dello Stadio Olimpico, infiammato sugli spalti dalla dura contestazione da parte della Curva Sud giallorossa. Prima un ricordo al tifoso Antonio De Falchi, assassinato nel giugno 1989 prima di una gara contro il Milan, quindi l’esposizione di striscioni contro la squadra guidata da Eusebio Di Francesco, reduce dal cappotto tennistico in casa della Fiorentina che è costato l’uscita dalla Coppa Italia.

PISTOLERO PIATEK – Basta meno di mezz’ora al pistolero polacco per imprimere il proprio marchio sulla gara, complice una deviazione di Federico Fazio sulla spizzata diretta verso lo specchio della porta. Proprio come contro l’Atalanta, quando ancora l’attaccante giocava nel Genoa e quando il tocco di Toloi fece convertire la sua rete in autogol a distanza di qualche ora. La Lega Serie A, per il momento, sembra non avere dubbi in merito all’assegnazione della marcatura a Piatek. Il cambio di casacca, dal rossoblu del club più antico d’Italia al rossonero della terza squadra più titolata al mondo, lo aiuterà anche a scalare la classifica marcatori? “In attacco fa reparto da solo” saranno le parole di Gattuso a fine gara. E come dargli torto.

CI PROVA DONNARUMMA – E ci pensa Zaniolo. Non bastano le parate del portierone milanista, decisivo su Schick e Dzeko, non bastano perché in apertura di secondo tempo è il giovane attaccante giallorosso a sfruttare un traversone di Karsdorp, deviato da Musacchio e salvato dal solito Donnarumma, scaraventando in rete il pallone del pareggio. Dai fischi al boato, meritato e liberatorio. Il numero uno rossonero salva ancora su Dzeko, la Roma spinge sfruttando l’estro di El Shaarawy e di Justin Kluivert, Pellegrini centra la traversa prima che Diego Laxalt si trovi sui piedi la palla del colpaccio: tiro debole, Olsen respinge ed evita il colpo basso in pieno recupero.