Ritorno al passato lontano di Malesani contro il Napoli alla vigilia del Natale del 2011. Genoa molle che si è specchiato nella sua pochezza rimettendo in discussione classifica (sempre buona dopo i risultati domenicali con 8 squadre in 4 punti) e capocannoniere del campionato. Non è ancor tempo di panettone e Juric spera di non far tardi.

L’inizio dell’Inter non ha l’effetto di una scarica elettrica, ma ad accenderla ci hanno pensato due regali dei difensori genoani, oltre che dell’arbitro e del VAR. Al Genoa dai primi  minuti al Meazza contro l’Inter sono mancati adrenalina e rabbia. Spalletti ha dosato gli ingredienti del turnover con vista Barcellona e il Genoa ha prestato il fianco: una meraviglia non solo per gli errori – o meglio “orrori” dei singoli – ma anche per il copione arricchito di una trama poco sorprendente.

Il Genoa ha sbagliato il possibile e l’impossibile. Nell’atteggiamento e nella formazione, non solo evidentemente discutibile, e nella tecnica assai limitata. Una squadra scomposta quando si difende, neanche prevedibile quando riparte essendo senza terminale offensivo.

Le scelte di Juric di lasciare fuori Piatek e di puntare prima su Sandro che su Veloso (meglio fare la staffetta alla rovescia) assieme all’assenza di Criscito, l’unico regista difensivo in rosa che ha fatto capire a chi lo critica che non è venuto a svernare sotto la Lanterna, potrebbero essere le cause da aggiungere della cinquina uscita sulla ruota dell’Inter. Altra causa quella di non aver guardato attentamente o essersi subito dimenticati  le gare dell’Inter contro Milan e Lazio. Juric e lo staff lo avranno spiegato e i giocatori avrebbero dovuto capire che far strisciare il Biscione si poteva fare con un unico movimento: saltare il primo pressing nerazzurro con palloni lunghi come è successo per i primi cinque minuti dei 95 di gara.

Preoccupa del Vecchio Balordo a San Siro l’essere entrato in campo, scarico, molle, senza una idea e con zero tiri in porta. Poteva finire anche con il doppio di reti subite, meno male che Radu ci ha messo una pezza. Sandro per la sua condizione fisica, non aiutato dal centrocampo, non ha assorbito nemmeno un inserimento di Gagliardini. Romulo si danna a portare  il pallone inutilmente. I principi elementari di fase difensiva e offensiva sono un accessorio facoltativo. Dietro se pensano di essere forti non faranno strada. Tutti, compreso Biraschi, devono far legna non coi tocchetti di tecnica. Altra apprensione: la squadra non è una questione di preparazione fisica ma di mentalità. Regge solo 50’ e tutto si è visto anche nelle gare precedenti.

Di fronte a 70.000 spettatori i calciatori, anche se non da squadra, dovevano dare tutti di più con più cattiveria e grinta. Da salvare c’è solo Kouamè con la sua indipendenza dal gioco, mentre Piatek appena entrato è stato subito pronto a buttarsi nella mischia anche sotto di 3 a 0. Da salvare anche Radu, che senza l’errore ammazza risultato con il Milan avrebbe salvato a San Siro nelle due prestazioni almeno 8 reti quasi sicure.

Anche per Juric è un ritorno al passato ricominciando a dare alibi alla squadra: Abbiamo fatto passi avanti, si è visto anche mercoledì. Questa squadra ha potenzialità: oggi non faccio drammi. Non c’eravamo proprio” .  Le tre partite in una settimana sono state dure – nessuno lo  mette in dubbio – ma tutto è naufragato nei primi 20’ di gara e non negli ultimi. Negli ultimi giri di orologio, con più carattere e non fuori dalla gara dopo un’ora di gioco, si poteva eliminare la “manita”: un conto sul morale perdere due a zero, un altro con un punteggio quasi tennistico.

Non tutte le colpe sono di Juric. I tecnici devono predisporre il maggior numero di tattiche possibili, in modo da determinare i tempi e gli spazi opportuni. È giustificabile, vista la forza degli avversari preventivata, che qualcosa non visto sia stato preparato o capito perché sono stati gli errori individuali a punire il Grifone come successo in precedenza a Ballardini. Tutto è andato all’aria perché non supportato e suffragato da una sufficiente capacità tecnica da parte dei protagonisti per giovinezza ed errori individuali non da Serie A.

La questione sta a monte nella sostituzione di Ballardini con Juric. Se Preziosi non era contento della strategia tattica di Ballardini poteva chiedere al ravennate di mettere l’autobus davanti alla difesa nelle 5 gare difficili da affrontare (ne mancano due) come lo scorso anno e non mettere alla berlina nuovamente il croato con qualcosa di tattico e strategico che non è nel suo DNA di calcio. Trascorso questo periodo a 12 punti in classifica si sarebbe potuto rivedere tutto, se non fossero arrivati i risultati e le prestazioni non solo tecniche ma caratteriali. A quel punto si sarebbe potuto eventualmente cambiare panchina.

Infine, Piatek sarà un caso? A San Siro i giornalisti incontrati nel giro di poche ore hanno declinato il dubbio: Piatek è tutto da scoprire anche se è ancora il capocannoniere del campionato. Questo è un danno anche per le casse della società. Nel calcio non si possono volere la botte piena e la moglie ubriaca così come non si può solo pretendere di prendere pochi gol e farne tanti.

L’altra domanda nata alla Scala del calcio è se il 3-5-2 sia modulo che permette di difendersi bene, considerati i 10 gol rifilati al Vecchio Balordo nelle ultime quattro partite. La risposta è che probabilmente non lo è.

Al Genoa, oltre un faccia a faccia pesante dentro lo spogliatoio non solo di Juric ma di tutta la società con tutti i protagonisti presenti, è arrivato il momento di cambiare la soluzione strategica e tattica: perdere 4-3 o 5-4 fa meno male che 5 a 0.

A San Siro tutto è nato dal primo gol dell’Inter in Fuorigioco. Quasi inutile parlarne visto che il Regolamento è sconosciuto non solo agli arbitri ma pure al VAR e a quelli che sono rimasti Moviolisti cartacei di professione senza mai probabilmente aver messo un fischietto in bocca per dirigere il traffico.

La Regola 11 sul Fuorigioco spiega che “un calciatore in posizione di fuorigioco che riceve il pallone da un avversario il quale lo gioca INTENZIONALMENTE (ad eccezione di un salvataggio intenzionale di un qualsiasi avversario) non è considerato aver tratto vantaggio.

Tutto quello successo, se c’è stato il tocco INTENZIONALE con le spalle di Biraschi a Gagliardini. Il primo assistente e il Var dovevano solo valutare se quando l’interista Perisic (se non sbaglio)  si è spossessato del pallone  Gagliardini era in fuorigioco (e lo era almeno di un metro) senza valutare un tocco involontario.

Al di là di questo episodio importante, visti i 10’ in bambola dei rossoblu ha dato fastidio che i nerazzurri abbiano parlato tutto il tempo con l’arbitro Valeri. Mai un genoano a confrontarsi. Consigliabile in occasioni dubbie avvicinarsi con educazione al direttore di gara e chiedere di andare a vedere la moviola in Tv non aspettando da belle  statuine il giudizio di qualcuno che sbaglia in campo e davanti alla TV: Abisso di Palermo

Scritto questo solo per portare a conoscenza il regolamento del gioco del calcio e le pubbliche relazioni  in campo,  non per cambiare risultato e prestazione del Vecchio Balordo contro l’Inter.

Napoli e Samp le prossime gare?  Jo Condor, Gigante Ferraris pensaci tu come nella pubblicità della Nutella degli anni 80/90. Che sia nutella e non altro…di uguale colore per il Vecchio Balordo e i suoi tifosi.


Caffè Boasi e Rostkafè…per ultimo lasciamo parlare il caffè