È tornato Juric, non per sua volontà visti il calendario e la classifica, ma per quella del Presidente. È andato via Ballardini e considerate le parole del Preziosi della scorsa settimana c’è da domandarsi se Ballardini non fosse già precario prima che iniziasse il campionato.

Gli “amici degli amici” pronosticavano l’esonero di Ballardini già all’inizio del ritiro estivo   dopo 4/5 giornate di campionato, nessuno però aveva messo in preventivo la classifica del Vecchio Balordo dopo 6 giornate di campionato e i gol a raffica di Piatek. Decisione strana quella del Presidente considerato che le prossime quattro gare  che dovrà giocare il Genoa, più quella contro l’Udinese, prima della prossima sosta di novembre. Per molti si poteva aspettare e sarebbero stati i risultati i veri giudici nel male, ma può darsi anche nel bene.

Adesso però sono per tutti lacrime di coccodrillo: tutti pronti a ricalcare e cavalcare le parole di Preziosi, evitabili, sull’esonero del ravennate. Parole scritte, quelle del Joker su Ballardini, pesanti perché dette e non calcolate, non ascoltate come succede in tutte le interviste di Buoncalcioatutti dove dopo lo scritto c’è anche l’audio: le parole fanno un effetto in bocca e un altro negli orecchi, mentre riprodotte e trascritte sono un altro prodotto.

Gli stessi che sono stati veggenti sull’esonero di Ballardini dopo 5/6 giornate di campionato adesso sono fautori di un ritorno di Ballardini prima di Natale. Qualcuno più profeta di altri vaticina dopo il mese dei “santi e morti” l’arrivo di Prandelli. Speriamo che non  azzecchino nulla: vorrebbe dire non aver fatto risultati e non volere bene al Vecchio Balordo.

Ritorna Juric, e ritorna innanzitutto un uomo di calcio perché in  quel periodo rossoblu dello scorso anno tra la Val Stubai e tutti gli allenamenti a porte aperte aveva dimostrato di avere delle idee calcistiche. Juric adesso non fa più allenamenti a porte aperte tutta la settimana: del passato sono rimasti solo gli allenamenti mattutini, le colazioni alle nove ed i pranzi a Villa Rostan.

Tante furono le colpe di Juric nello scorso campionato da dividersi in parti uguali con la società. Il croato arrivava dopo essere stato corteggiato tre mesi e dopo aver fatto battaglie con il Crotone. Veniva a Pegli forte della prima promozione in serie A della storia del Crotone, arrivava con idee di calcio da sperimentare in Serie A ma con troppa carta bianca nello scegliere un cammino, quello del Genoa, sbagliato non solo nel calciomercato. Tutto sfociava in una  squadra poco producente per il massimo campionato, anche se gli exploit di inizio stagione avevano fatto fare sogni a tutti.

Juric ter riparte con una società più organizzata con un Direttore Generale e uno Sportivo in grado di prendersi le responsabilità fuori dal terreno di gioco. Riparte con uno staff diverso, senza i vecchi amici, seppur bravi. Parte di nuovo con Roberto  Murgita: un peccato nel passato averlo visto utilizzato nel muovere cinesini pur avendo alle spalle una carriera di 20 anni da calciatore professionista e semi professionista oltre a 15 in panchina fra Serie B e A con vari ruoli ricoperti. La sua esperienza, essendo conoscitore di tutte le curve del Vecchio Balordo dal 2013 in campo e dentro lo spogliatoio, sarà utile come quella di Matteo Paro, il tattico.

Ieri Ancellotti al festival di Trento ha detto. “Importante che con l’aiuto di tutti si gestiscano gli equilibri dello spogliatoio e il togliere pressioni. Oggi come allenatore occorre  relazionarsi con tutte le componenti di una società e di squadra, ovvero con una cinquantina di persone. Tutte importanti, che fanno parte di un gruppo dove devi considerare anche i magazzinieri. La mia idea è responsabilizzare tutti e farli stare bene“. Un pensiero dell’allenatore contadino che dovrebbe essere portato in giro agli iscritti  dall’AIAC (Associazione Italiana Calciatori).

Juric ritrova un Genoa con altre caratteristiche peculiari e mancanti lo scorso anno nella rosa di 28 giocatori. Caratteristiche in grado di completare le due fasi di gioco.

Il primo Juric al Genoa con il suo gioco, quello di Gasperini, aveva riferimenti sull’uomo, mentre quelloattuale potrebbe cambiare se terrà conto degli spazi e del duello creato all’interno di uno spazio, il tutto senza forzare quello fatto fino alla scorsa settimana, riuscito male in tre partite non per colpa della tattica e dei moduli.

Via Ballardini, arriva Juric ed ecco che tutti si fissano con la storia dei moduli. I numeri dei moduli contano solo per i giornalisti e i Presidenti. Conta il modo di stare in campo e la capacità dei calciatori di adattarsi agli avversari e alle situazioni che si presentano anche più volte nel corso della stessa partita. In questo senso, i due nuovi assistenti di Juric dovranno essere bravi quando il tecnico in panchina è impegnato nel leggere la gara e non nel fare un’analisi di quello che è successo e potrà succedere. Non per incapacità, ma per questione di tempo: si parla di un lavoro di team che si vede in ogni gara di calcio.

La strategia di Juric sarà sempre la stessa? Produrre calcio intenso e divertente, fatto di combinazioni pallone a terra , sponde e cambi di gioco, pressing ,recupero immediato del pallone?

Nella sua prima avventura tutto andava in fumo una volta varcata la soglia della trequarti. In questa, visto il materiale a disposizione, potrebbe non accadere. Juric cercherà nella fase  difensiva una squadra cinica, coraggiosa, in grado di difendere la propria porta con la solita irriducibile tenacia rispedendoal mittente con qualsiasi parte del corpo ogni pallone vagante nei pressi dell’area di rigore. L’obiettivo principale di tutta la strategia dovrà essere quello di non lasciare i difensori nell’uno contro uno in campo aperto: parecchio pericoloso come già dimostrato lo scorso anno e nel campionato in corso. La  parità numerica con gli attaccanti avversari, coi i tre dietro in spazi grandi, non è mai stata in grado di gestire il risultato viste le caratteristiche dei difensori in rosa. L’altro obiettivo sarà poi quello di non lasciare Piatek solo nel cuore delle difese avversarie e lontano dalle aree di rigore: un peccato mortale calcistico visto quello che il polacco ha fatto vedere dal primo allenamento in Valsin Stubai.

Il 3-5-2 tanto proclamato in questo periodo non dagli addetti ai lavori potrebbe essere una coperta lunga o corta dovendo Juric rinunciare a qualcosa di bello davanti. Giusto coprirsi, aspettare gli avversari e dopo colpirli nelle ripartenze con qualsiasi numero di modulo: è solo questione di strategia. Nell’attuale rosa a centrocampo c’è quasi più qualità che gamba. Del resto, i numeri dei moduli nel calcio ormai  sono  come  quelli  del Lotto: basta entrare in un tabacchino e giocarli ogni cinque minuti.

Visto quello che ha messo in piedi Preziosi piacerebbe in futuro vedere il modulo, non per megalomania, più in voga in Europa (non solo tra le grandi squadre). Si sta parlando del 4-2-3-1 e nell’attuale Genoa ci sarebbero le pedine giuste per attuarlo. Oppure un WM con una  rilettura  in chiave moderna: un 4-3-3 che si trasforma in 3-4-3 con un centrocampista centrale in grado di coprire i difensori pronti ad allargarsi in caso di contropiede per accogliere l’arretramento del compagno.

Ad ogni modo, provaci Juric. Sarebbe contento anche Ballardini visto il lavoro fatto dallo scorso anno con e senza  attaccanti.


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