“Ché la diritta via era smarrita “ è stato scritto non solo da Dante ma da tanti altri dopo la sconfitta con la Lazio. La forza di Ballardini, del Genoa e dei calciatori è stata quella di non perdersi, di non aver avuto una sensazione di paura contro il Chievo e ieri a Frosinone. Tanta curiosità da parte di tutti, unita però a quella di conoscere l’ignoto, curve ed angoli dietro ai quali non si sapeva cosa si potesse nascondere.

Gli unici a conoscere e guidare il Vecchio Balordo sulla retta via della classifica erano gli uomini  di Pegli: Ballardini, Regno, Melandri, Murgita, Pilati,  Barbero, Perinetti, Donatelli e compagnia, tutti consapevoli di aver fatto un mese di buon ritiro non solo tatticamente, ma pure nell’insegnare la tecnica ai giovani arrivati. Non poteva essersi smarrito tutto.

Allo Stirpe i calciatori rossoblu nello spogliatoio cantavano il celebre tormentone (non è vero, nessuno era  ancora nato) di Nino Manfredi del 59/60. E lo cantavano in ciociaro: “Fusse che fusse la vorta bbona”. Già a Pegli – confermato da Capitan Criscito incontrato in centro – che tutti i compagni volevano far vedere che anche in trasferta i “palloni” rossoblu erano al posto giusto e non sgonfi.

E sì, è stata la volta buona perché il Genoa si è presentato allo Stirpe con il risultato già nella testa prima di entrare in campo ed erano tutti consapevoli che sarebbero state le giocate a fare la differenza.

L’esperienza deve fare la differenza in determinate gare e il Genoa ne ha tanta in squadra e nella rosa , ma anche tanta qualità davanti con “Capitan Miki” Piatek autore di una doppietta e “Doppio Rhum” Kouamè autore di pressing ruba palloni ultra offensivi e assist,   sfortunato nel tiro  da palo a palo con pallone che rimbalzava sulla linea di porta per metà.

Se il Genoa è in fiducia può fare risultato non contro chiunque e può rompere i “palloni” a tanti. Dopo il secondo tempo di Frosinone-Genoa ci sarà qualcuno che  affermerà come il Genoa potesse fare di  più. Spesso dipende dai punti di vista perché le cose andrebbero guardate da angolazioni differenti e anche il calcio apparirebbe diverso.

Il Genoa ha creato complessivamente 6 palloni da gol (comprese le reti), un salvataggio di Sandro in rovesciata sulla linea, una piccola papera di Radu su un corner! La vittoria con il Frosinone lascerà segni positivi  perché il Genoa non è andato in Ciociaria come Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno .

La forza attuale del Genoa piace tanto con Piatek che fa gol, Kouamé assist, Pandev pronto  a  fare e creare gol e Ballardini con le sostituzioni riuscite sia con i clivensi che coi frusinati pronto a conservare il risultato: operazione riuscita.

A sorpresa ha giocato Sandro non aspettato da nessuno e neanche segnalato nelle probabili formazioni. Ha giocato 70’ da Sandro. Ballardini e non solo lui in campo si aspettano qualcosa di diverso. Il brasiliano ancora non al 100% ma fisicamente ha lottato, preso colpi, e si è rialzato con un grande sospiro da parte di tutti in panchina. Specialmente quelli che ascoltavano Radio Nostalgia ed anche quelli in televisione in ritardo di almeno un minuto e mezzo sui tempi della gara (complimenti Dazn).

Sandro è un altro Generale davanti alla difesa che oltre contrastare è stato abile a partecipare alla fase di possesso con giocate di prima (solamente una sbagliata su tanti palloni giocati) e aperture precise  ad innestare le ripartenze. Non si sono viste, o poche, le pennellate a lunga gittata per le spizzicate di Piatek e Kouamè che saranno una freccia in più nella faretra di Ballardini.

Ballardini con Sandro in campo potrebbe pensare di passare anche ad una linea a quattro in difesa e il brasiliano sarebbe il guardiano giusto. Per tutti gli altri, senza fare classifiche e pagelle, buoni risultati: non solo i titolari ma anche coloro che sono entrati nel secondo tempo.

Una vittoria che pesa quella del Grifone a Frosinone. Balla in ogni conferenza stampa pre e dopo gara ha sempre detto che ha in mano un gruppo che vale e questi 6 punti in una settimana daranno morale. Buon risultato che libera energie fisiche e nervose in grado di far fare un salto in classifica da vertigini con una gara in meno, ricaricando le pile, cercando l’identità definitiva vista la partita di domenica prossima all’ora di pranzo prima della sosta.

Sull’arbitro Sacchi e il suo collega Abisso di Palermo al VAR solo una considerazione: non conoscono il regolamento del gioco calcio.

Si capisce perché Sacchi dopo tre anni di Can B è appena alla terza gara in A: non è altezza sulla conoscenza delle Regole. Il rigore fischiato al Frosinone che ha condizionato la gara del Genoa non esiste. Invece esiste nel Regolamento il fallo indiretto per gioco falloso, anche se qualcuno asserisce il contrario,  dentro e fuori dall’area di rigore. Spolli e Perica hanno commesso entrambi fallo in gioco pericoloso alzando troppo la gamba colpendo piede e pallone. Se Sacchi e Abisso avessero osservato il regolamento era un calcio indiretto a favore di Spolli, semplicemente  perché a parità di fallo si fischia a favore di chi difende. Quasi più grave non aver sanzionato con il rosso il fallo da dietro a metà campo su Piatek all’80esimo.

Sacchi deve crescere sul piano disciplinare, sul piano tattico con lo spostamento giusto per essere vicino al gioco per valutare al meglio da solo i falli da tergo con diagonali che devono entrare nei vertici delle aree e anticipare l’azione  per migliorare il posizionamento, ripetitivo e di scarso intuito con corse a vuoto.

A Coverciano si parlerà quasi sempre solo di VAR e mai di tecnica arbitrale, disciplinare e comportamentale. I risultati si vedono in ogni giornata di campionato dove il VAR azzecca tutto per centimetri freddi non tenendo conto delle sensazioni di quello che succede dentro un campo di calcio.

Pieri e Agnolin R.I.P., illuminate dall’alto qualche dirigente di Buona volontà pronto ad insegnare l’arbitraggio sotto gli aspetti fondamentali per dirigere bene una gara. Anche in assenza del VAR, che non servirà a nulla se continueranno le disparità di giudizio dentro e fuori le aree di rigore.


Genoa, con Ballardini in panchina fai punti due partite su tre