La gara di “San Siro”, unico anticipo del sesto turno di campionato, si apre con un palo di Mirallas al secondo minuto, a far capire subito che la Fiorentina è venuta a giocarsela, facendo valere la propria classifica. L’Inter fatica qualche minuto a prendere le misure, poi prende campo giocando soprattutto su Perisic e Candreva e sfruttando qua e là qualche uscita palla al piede di Lafont, portiere 19enne della Fiorentina con un passato da attaccante. Il buon pressing e la rapidità nerazzurra nel cercare di guidare le transizioni offensive sono testimoniate anche dall’ammonizione al 19esimo di Chiesa per trattenuta su Asamoah scappato in velocità.

Lamentele al 20’ per un contatto Mirallas-D’Ambrosio in area di rigore viola. Un leggero tocco fra le gambe dei giocatori c’è, ma troppo leggero per la concessione di un rigore e per parlare di chiaro ed evidente errore. L’Inter spinge, ma le vere occasioni sono di marca toscana. Al 32’ miracolo di Handanovic su Simeone: azione partita da un errore d’impostazione da parte di Brozovic, che non sarà il primo della gara interista.

Al 41’ la prima revisione della gara al VAR (Irrati) per un tocco di mano quanto mai impercettibile di Vitor Hugo su cross di Candreva. In tempo reale Mazzoleni non lo ravvisa, ma il difensore viola, da più inquadrature, sembra effettivamente sfiorare il pallone col braccio sinistro molto largo. Mazzoleni rivede tutto al mini schermo, invitato da Irrati, e assegna rigore. Un penalty che Icardi realizzerà: undicesimo gol alla Fiorentina in carriera per l’attaccante argentino.

Alla ripresa si parte dall’uno a zero nerazzurro, al 52esimo pareggiato da un potente destro di Federico Chiesa. Porovvidenziale il recupero palla di Benassi su Nainggolan per innescare l’azione dell’1-1, maturato da una conclusione che sarebbe sì terminata nello specchio, ma che la deviazione di Skriniar ha reso imparabile per Handanovic. Pioli capisce che può spingere e inserisce Pjaca per un Simeone battagliero ma poco lucido sotto porta. Spalletti gli risponde cinque minuti più tardi togliendo Candreva e inserendo Politano, uscito un po’ malconcio dal “Ferraris”. I due tecnici, affidatisi al poco turnover, gettano nella mischia i loro pezzi da novanta.

La gara prosegue con le due formazioni che si affrontano a viso aperto, il duello Chiesa-Asamoah che si rinnova (senza il secondo giallo all’interista) e l’inerzia della gara che pende a favore della Fiorentina anche quando Spalletti si affida a quattro uomini dalle spiccate caratteristiche offensive togliendo Vecino e inserendo Keita. Al minuto 77′ è però l’Inter a colpire. In tre passaggi, dopo una rimessa laterale, manda in porta D’Ambrosio, che da attaccante vero deposita alle spalle di Lafont.

All’83esimo, a distanza di una settimana dall’esordio di Riccardo Sottil, Pioli fa esordire un altro giovanissimo: si tratta di Dusan Vlahovic, attaccante di un metro e novanta. La Fiorentina passa al 4-2-3-1 con Gerson e Veretout davanti alla difesa; Pjaca, Mirallas e Chiesa alle spalle del neo entrato. Biraghi si abbassa sulla linea di difesa. Spalletti non esita a togliere un esterno d’attacco, Perisic, per inserire un centrocampista, Gagliardini.

Le ultime sortite offensive della Fiorentina non la rimetteranno in partita dopo un ottimo secondo tempo. Inter che, faticando e continuando a non chiudere senza subire gol le proprie gare casalinghe, porta invece a casa tre punti d’oro bissando il successo contro la Sampdoria. Spalletti aggancia Pioli a quota dieci punti.

LA CLASSIFICA DOPO IL PRIMO ANTICIPO DELLA 6° GIORNATA