Con una settimana di ritardo rispetto alle altre squadre inizia oggi per il Genoa un altro campionato di Serie A, ritardo dovuto al crollo del ponte Morandi, partita col Milan rinviata al 31 ottobre per rendere un doveroso omaggio alle 43 vittime. In sede di mercato il Genoa ha rivoluzionato quasi in toto la rosa della squadra ed ora si attende il verdetto del campo. Sicuramente sarà una partita condizionata emotivamente dalla recente tragedia. Nel match odierno i rossoblu affrontano Empoli, squadra neopromossa ed allenata da Aurelio Andreazzoli, tecnico molto simile al nostro Ballardini dal punto di vista caratteriale e comportamentale.

L’EMPOLI DISPOSTO IN CAMPO CONTRO IL CAGLIARI

Uno sguardo d’insieme sull’Empoli.

Andreazzoli fa giocare bene la sua squadra che scende in campo con il 4-3-1-2 e con un identità ben precisa di gioco, fatto di un buon possesso palla ed improvvise accelerazioni. L’Empoli è l’unica squadra imbattuta del 2018, un’équipe giovane e predisposta al gioco offensivo. Non ha in rosa nomi altisonanti, ma tutti hanno un ruolo ben definito e non vanno mai alla ricerca di cose strane. Preferiscono agire sulle fasce e la corsia di destra è la preferita. Mantengono la difesa molto alta per andare subito in pressione e alla ricerca della palla.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Tra i pali gioca Terracciano, portiere che fa della regolarità di rendimento la sua peculiarità, sufficiente com’è in tutte le caratteristiche del ruolo. I due esterni bassi sono Di Lorenzo a destra e Antonelli a sinistra. Il primo, ex Matera, è in possesso di ottima corsa e si propone in avanti spesso e volentieri: pericolosi sono i suoi traversoni alti o bassi sul primo palo. Antonelli, ex genoano, accompagna l’azione sino alla trequarti avversaria, difficilmente raggiunge il fondo, ed è bravo ed attento nelle diagonali difensive. La coppia di difensori centrali è formata da Silvestre e Rasmussen, duo formatosi quest’anno, che ha già fatto vedere ottime cose. L’ex Samp è difensore esperto, molto bravo nel gioco aereo e difficilmente perde la marcatura. Rasmussen è nazionale under 21 danese. Dotato di buon piede sinistro, è attento nei movimenti e nelle marcature preventive, ed è anche lui un ottimo colpitore di testa, ma soffre l’uno contro uno.

Il centrocampo.

Si compone di Acquah, Capezzi e Krunic, che formano un reparto omogeneo e ben assortito,  Acquah è uomo di forza e corsa, è a volte è troppo irruento, ma ha discreti fondamentali,  Capezzi rappresenta l’uomo d ordine, dà i tempi alla manovra e, anche se ancora giovane, è  maturo nelle giocate e nei modi. Krunic si fa valere per il cambio di passo e per gli inserimenti in verticale, oltre ad essere in possesso di un tiro potente e preciso da fuori area.

L’attacco.

Il trequartista è Zajc, giovane sloveno con ottima tecnica e buon tempo di inserimento. Pericoloso sui calci da fermo, è uno di quei giocatori che si deprimono quando si vedono estromessi dalla manovra. Le due punte sono La Gumina e Caputo. Il primo, ex Palermo, è un giovane che ha fatto molto bene in cadetteria ed ora si deve confermare nella massima serie. Sgusciante e rapido, può imparare molto dal suo compagno di reparto Caputo, a mio parere giocatore notevole e bomber di livello. Caputo è bravissimo nell’attaccare il primo palo o a sfilarsi sul secondo. L’area di rigore è il suo habitat: un tipo da non perdere mai di vista.

Come si comportano sulle palle inattive?

In fase difensiva si schierano a zona. Rasmussen e Silvestre sono importanti come torri difensive, Terracciano esce solamente se è sicuro di intercettare la palla. Acquah e Krunic, fisicamente prestanti, garantiscono forza e centimetri.  In fase offensiva dal limite dell’area Zajc e Krunic offrono soluzioni balistiche di buon livello. Sui corner a favore gli azzurri toscani lavorano molto su schemi preparati in settimana e se fosse della partita Pasqual, i suoi calci d’angolo risulterebbero insidiosissimi (sinistro insidioso e molto educato). I difensori centrali salgono e riempiono l’area con Antonelli, Caputo e Lagumina.

In conclusione?

Come detto in precedenza, non sarà una partita normale. I fatti che hanno colpito il popolo genovese hanno scosso tutti e sono sicuro che quello che succederà stasera resterà scolpito per tanto tempo nella memoria di tutti.


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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.