Nuova stagione, nuovi protagonisti chiamati in causa. Come ogni anno, la Serie A cambia maglie, allenatori, calciatori e tre squadre: fuori Chievo, Frosinone ed Empoli, dentro Brescia, Lecce ed Hellas Verona. Fra chi è rinato, chi ha stupito e chi ha rischiato, tornano in massima serie tre squadre di spessore. Per restare al passo gli abitanti del campionato non potranno sedersi sugli allori, già a partire dal calciomercato.

La capolista Brescia, e con lei Massimo Cellino, ha intrapreso una cavalcata impareggiabile dopo aver azzardato un cambio di allenatore già alla terza giornata. Il presidente ha deciso di andare subito in all-in, venendo premiato da risultati sbalorditivi di Corini e riuscendo a far dimenticare la brevissima parentesi aperta da Suazo. Donnarumma, spaventoso nel girone di andata, ha chiuso il campionato con 27 reti all’attivo, come preventivabile da capocannoniere. L’erede dell’Airone Caracciolo è assistito da una spalla come Torregrossa e sostenuto da un centrocampo di rara qualità per la serie cadetta: Tonali, Bisoli, Ndoj e Morosini giusto per citarne quattro. Quante offerte saranno rispedite al mittente? In ogni caso, sic stantibus rebus, le ambizioni presuppongono la costruzione di una squadra altrettanto competitiva anche per la Serie A. Anche perché, dietro ad una stagione perfetta, restano gli spettri di stagioni altalenanti e pendenti verso il basso. Sembrano lontani i tempi delle forti contestazioni, otto anni dopo l’aria è cambiata e tira un vento di tramontana. Basterà seguire la strada, mantenere una velocità costante senza addentrarsi in scorciatoie pericolose.

Liverani e il Lecce hanno fatto festa per giorni. Dopo aver accarezzato il sogno della promozione diretta, i giallorossi sono riusciti a toccarlo con mano nell’ultima giornata. È la squadra ad aver vinto più partite, motivo per cui lo stesso tecnico è diventato quello con la media punti migliore in tutto il campionato. E pensare che il 2018 si era aperto con un 4-0 rifilato dal Genoa e da Krzysztof Piatek in un turno di Coppa Italia. In Puglia segnano in tanti, dal trequartista Mancosu alle frecce Falco e Palombi, senza dimenticarsi dell’inedito ruolo da frontman recitato da La Mantia (17 gol in 32 partite). L’uomo salvezza è stato Tabanelli, incisivo e decisivo a più riprese. Stuzzicati da possibili rientri illustri, il Lecce si conferma una squadra da prendere con le pinze. Promozione meritata, proprio come quella dei rivali bresciani, ma serviranno almeno una decina di giocatori: parola di Liverani.

Il cammino del Verona non è paragonabile, se non altro per i risultati maturati sul campo, a quello delle due neo-promosse in Serie A. La squadra, costruita per competere contro i soliti noti ma ritrovatasi ai playoff solamente per il rotto della cuffia, si è aggrappata alle reti di capitan Pazzini e Di Carmine restare in vita e conquistarsi l’ultimo posto disponibile. Henderson, Gustafson e Dawidowicz rendono più variegata una rosa costruita per la promozione diretta ma trovatasi nelle sabbie mobili della serie cadetta. Fallita la gestione Grosso, Aglietti ha preso in mano la squadra ad inizio maggio senza ribaltarne l’inerzia ma portandola in finale. Le vittorie contro Pescara e Cittadella, una risicata e l’altra in versione remuntada, chiudono con un lieto fine il particolarmente travagliato anno nella Verona del calcio. Per un Chievo che scende dopo anni c’è un Hellas che risale al primo tentativo. Dal prossimo anno potrebbe avere Ivan Juric sulla panchina…a proposito di cambiamenti.

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