Alla vigilia della sfida tra Juventus e Genoa il tecnico rossoblù, Alberto Gilardino, è intervenuto in conferenza stampa. Si parte dalla situazione in infermeria: “Martin, Matturro ed Ekuban sono fuori, Haps e Ankeye sono rientrati e sono alla prima settimana dopo l’infortunio. Malinovskyi sta meglio rispetto agli ultimi 15 giorni bloccato da un virus influenzale e se l’è portato dietro, con difficoltà anche nel recupero dopo gli allenamento: anche lui è in netto miglioramento fisico. Dovrò fare delle valutazioni o dall’inizio oppure a gara in corso. Poi abbiamo Sabelli squalificato. Gli altri tutti bene, molto bene”. 

Domani avrai Sabelli squalificato, Haps non con 90′ nelle gambe: se nei tuoi pensieri ci fosse una difesa a quattro, possibile rivedere De Winter nel ruolo di terzino destro, come ad inizio stagione ad Empoli l’anno scorso, con Spence a sinistra?

“Sì, strategia e variabilità: questa squadra deve essere trasformabile sia dall’inizio sia a gara in corso. Dobbiamo essere bravi negli interpreti a modulare la disposizione tattica, sia a quattro sia a cinque, con l’interpretazione di giocatori come quinti che, in fase difensiva, si comportano in un modo e poi offendono in un altro. Può essere una variabile, sia dall’inizio sia a gara in corso. Assolutamente”.

Lei è un allenatore giovane, che ha già avuto a che fare con le critiche. Che impressione le farà affrontare una squadra con un allenatore che ha vinto tanto e che ora è bersaglio di critiche?

“Premesso che Allegri è un allenatore molto bravo e la Juventus una squadra molto forte e attrezzata con giocatori di caratura internazionale, per il percorso degli ultimi dieci anni hanno vinto tantissimo e hanno sviluppato questo tipo di situazioni nella crescita, con crescita di giovani e giocatori di struttura fisica, esperienza e qualità. Sono partiti tra i favoriti per vincere il campionato quest’anno: quindi inutile dire che la Juventus è una squadra veramente difficile da affrontare. Ce ne siamo accorti anche all’andata. Per quanto riguarda le critiche, noi allenatori siamo portati ad averne così come tanti complimenti. Dalle critiche credo che uno possa uscirne più forte, con più consapevolezza e autostima. Le critiche devono fare crescere la persona, l’uomo, oltre che sotto l’aspetto tecnico. Fa parte del ruolo dell’allenatore. Come ho sempre vissuto, sia nei momenti di gioia e delle vittorie importanti, sia nei momenti un po’ meno buoni sotto il punto di vista dei risultati, bisogna mantenere grandissimo equilibrio e grande calma, cercando di andare ancor più nei dettagli tecnici e di miglioramento sui singoli giocatoti per correggere determinate situazioni ed esaltare quanto che di buono la propria squadra sta facendo, quanto il proprio singolo sta facendo”.

Proporre a Torino con la Juventus Vitinha, Retegui e Gudmundsson come sarebbe? Una pazza idea, un’idea intrigante, un’idea impossibile?

“Come dicevo prima, nell’economia della squadra e dell’avere giocatori offensivi che debbano avere un grande atteggiamento in fase difensiva, può essere un’idea dall’inizio oppure a gara in corso. Anche perchè Vitinha nelle ultime due partite è entrato molto bene, ha fatto gol e ha dimostrato di esserci, di essere in ripresa netta dal punto di vista fisico e tecnico, inserito perfettamente nei meccanismi della squadra. Ci puntiamo moltissimo. E gli stessi Albert e Mateo e tanti altri giocatori possono giocare in posizioni più avanzate. Devo tenere sempre conto del grande equilibrio che dobbiamo mantenere all’interno della partita. C’è la voglia di fare una partita contro una grande squadra. Come fatto contro l’Inter, una partita di grande coraggio, personalità, e penso che i miei ragazzi e la squadra finora abbiano fatto un percorso veramente importante. Hanno spinto forte: ora mancano dieci partite alla fine e c’è da mantenere il gruppo granitico. C’è da mantenere la forza di questo gruppo, quella che ha spostato gli equilibri in questo campionato. Il DNA costruito tutti assieme va mantenuto dentro i nostri sentimenti, dentro il nostro cuore per affrontare la ultime dieci partite di campionato. Poi ci sarà la sosta, per chi andrà in Nazionale ci saranno le nazionali, per chi rimarrà ci sarà modo di lavorare e recuperare al massimo per il rush finale. Per domani c’è bisogno di tutti, di energia positiva, quella che ha fatto la differenza per questa squadra quest’anno”. 

Ankeye sarebbe ora in grado di giocare dei minuti?

“David è arrivato a gennaio dopo aver fatto un percorso dove si è allenato da solo e ha dovuto fare una mini preparazione, poi ha avuto uno stop per questo lieve infortunio. Sta rincorrendo questa stagione, ma è un giocatore che ha grandissima prospettiva. Credo debba lavorare e noi dobbiamo aiutarlo a lavorare su sé stesso, sul miglioramento tecnico e posizionale in campo: tuttavia  penso che nel giro di 1/2 anni possa questa società avere in casa un giocatore importante”. 

Il Genoa non vince a Torino dal 1990. Come si batte questa Juventus?

“Come dicevo prima, è una squadra difficile da incontrare la Juventus perché ha basato questa stagione sulla grande attitudine da parte di tutti gli interpreti e di gruppo a livello difensivo: sanno difendere molto bene. In individualità come Vlahovic, Rabiot, McKennie, Locatelli, Iling e Kostic ha interpreti che possono cambiare la partita in ogni momento. Nel contempo, come abbiamo visto all’andata, conta sempre quello che desideriamo fare e cosa ci mettiamo all’interno della partita. Questo è quello che cambia all’interno della gara nell’equilibrio della partita. Questo diventa fondamentale”. 

Sulla situazione rigore che ha definito un “siparietto”: si sono chiariti? Com’è la situazione?

“La situazione è molto serena. Anzitutto è positivo che ci sia voglia di fare gol, ci sono naturalmente delle gerarchie: ho parlato con Retegui e ha questa voglia di fare gol in ogni momento. È già qualche partita che non lo fa ed è normale per un attaccante, lo sono stato anch’io. Ma ci sono delle gerarchie: Albert batte i rigori, questa è la scelta, e li ha sempre battuti in maniera eccellente. Non c’è nessun tipo di problema. Noi dobbiamo pensare al bene della squadra. Ognuno di noi, io in primis, e poi tutti i ragazzi deve pensare a quello che di buono la squadra può ottenere. Gli aspetti singoli devono far sì di esaltare la squadra”.

Sui tanti nazionali convocati e che significato abbiano per il tecnico rossoblù: “Significa tanto perché vuol dire valore dei giocatori, valore del lavoro che è stato fatto, valore del lavoro fatto in questi mesi e in quest’anno nella valorizzazione dei giocatori, anche di chi è arrivato e ha trovato posto nella propria nazionale. Fa senz’altro piacere perché da una parte c’è l’aspetto singolo del giocatore che si è messo a disposizione per questa maglia e ha cercato di avere miglioramento continui, dall’altra – guardando al mio lavoro – è apprezzabile e sono felice di essere riuscito a valorizzare certi tipi di giocatori per per portarli a vestire poi le maglie delle proprie nazionali. Retegui che ruolo può avere in Nazionale e a cosa aspira? Aspira a fare bene qui con la maglia del Genoa, in queste dieci partite vuole veramente fare benissimo per poi andare in Nazionale. Deve avere questa voglia di miglioramento costante e dovrà averla per tutta la carriera, dovrà pensare a fare il massimo in queste dieci partite per poter essere al centro dell’attenzione con la maglia azzurra”. 

Mancano dieci giornate, la classifica è più o meno tranquilla anche se dietro hanno iniziato a correre: solitamente le squadre che sono in questa situazione di classifica tendono a mollare il colpo. Come pensa di tenera la squadra sul pezzo?

“Io e i miei ragazzi di sicuro non abbiamo in testa questo tipo di pensiero, altrimenti non avremmo fatto un secondo tempo del genere a Milano con l’Inter oppure un secondo tempo del genere in casa col Monza. Lungi da noi avere pensieri di questo tipo. C’è la forte volontà di fare il massimo. Al momento non c’è la matematica, al momento non c’è nulla. I ragazzi hanno fatto un percorso importanti, i ragazzi hanno corso forte e veloce e se vado a ripensare a come siamo partiti e guardo dove siamo ora, abbiamo fatto passi da gigante come squadra e individualità. Ora è il momento di dare veramente il massimo, di dare tutto, come sono stati bravi a farlo. Sono bravi a recepire il messaggio e ora è il momento di rimanere granitici e compatti e portare a casa più punti possibili. La volontà è quella perchè sappiamo che il campionato di Serie A, soprattuto quando si avvicina la fase finale, è ancor più difficile rispetto all’inizio e al periodo intermedio perché tutte le squadre che vai ad affrontare hanno la volontà di strappare punti. C’è chi lotta per il quartultimo posto, chi per il decimo, chi per salvarsi il più velocemente possibile: noi dobbiamo avere questo tipo di percezione e ce la abbiamo. Vogliamo continuare a lavorare forte, ad avere obiettivi chiari in testa. Questo cammino dobbiamo averlo in testa e lo dobbiamo intraprendere da qui alla fine”. 

In difesa basta una squalifica e siamo contati. Ci stai pensando? È un discorso venuto fuori nell’ultima partita. E allora le chiedo: Cittadini è pronto?

“Sì, Cittadini ha avuto un netto miglioramento da quando è arrivato perché era arrivato con un leggero infortunio. Ha avuto un momento nel quale si è dovuto mettere a posto, adesso sta bene: ho parlato anche con Giorgio, lo considero molto perché si allena sempre forte, è fisico e ha possibilità di migliorarsi. Lui lo sa, e penso che avrà le sue chance come le hanno avute tutte. Bohinen? Emil come Cittadini ha fatto pochi minuti e sono due giocatori che non saltano un allenamento, che lavorano. In questo momento chiaramente ci sono idee e gerarchie tecnico-tattiche ben chiare in testa, ma quando ce ne sarà la possibilità anche lui cercherò di farlo giocare perché merita, come Thorsby e tanti che han giocato meno. Fanno parte di un gruppo e, se sono arrivati questi punti, è soprattutto merito di questi giocatori che magari giocano meno, ma vanno forti dentro gli allenamenti. È fondamentale e determinante per il nostro percorso”.  

Davanti Retegui è in Nazionale, Gudmundsson anche coi suoi 10 gol. Messias gioca con continuità d titolare. Musi lunghi davanti non dovrebbero essercene…

“La volontà basilare è quella di toglierci, ognuno di noi, qualcosa di personale per donarlo alla squadra. In queste dieci partite dobbiamo essere focalizzati su questo: toglierci qualcosa di egoistico, di personale, per donarlo alla squadra. Diventa fondamentale per questo finale di campionato. Abbiamo fatto miglioramenti netti da settembre ad oggi sia nella fase difensiva sia nella costruzione e nella volontà di ricercare gli spazi e affidarci ad alcune individualità all’interno del campo. C’è possibilità di migliorare e dare continuità ai miglioramenti fatti. La volontà passa attraverso la quotidianità, gli allenamenti, e credo che un giocatore – come una persona nella vita – debba avere sempre input e stimoli per migliorare”.

Sulla crescita e il percorso di Spence: “Ci lavoriamo molto da quando è arrivato sulla fase difensiva perché aveva necessità di migliorarsi. Ha una gamba importantissima, da giocatore vero, e deve essere bravo a sfruttare la sue caratteristiche nel modo migliore con grande sacrificio in fase difensiva. Deve fare cose concrete e semplici, ma è un giocatore importante”.

Domani la tifoseria organizzata non sarà allo Stadium, ma oggi dopo allenamento vi caricheranno in vista di Torino…

“Credo non ci siano più aggettivi per il nostro popolo e la nostra gente per quello che ci dimostrano ogni partita, e ancora oggi dopo l’allenamento verranno a salutarci. Dispiace domani non averne tantissimi come accaduto a Empoli o in altre parti d’Italia, ma sappiamo che anche domani, da casa, il loro cuore sarà a Torino. Sappiamo che un piccolo pensiero va anche a loro quando saremo dentro il campo”. 


Fiducia