Durante la consueta conferenza stampa della vigilia, il tecnico del Genoa, Alberto Gilardino, ha chiarito le varie situazioni dall’infermeria. Si è espresso, in particolare, sullo stato di forma di Bani, Retegui e Gudmundsson.

Ci può spiegare un po’ meglio dell’infortunio di Gudmudsson: vi siete fatti un’idea delle tempistiche?

“Albert ha accusato un fastidio dopo l’ultima partita, in gara non aveva sentito alcun tipo di problema muscolare, ma il giorno dopo svegliandosi e camminando ha riportato questo tipo di disturbo al polpaccio. Sono stati effettuati esami strumentali che hanno riportato questo infortunio muscolare da non sottovalutare. È importante rieducarlo nel modo migliore. I tempi prestabiliti non so darveli con certezza, mi auguro siano brevi. Retegui sta proseguendo il suo lavoro e anche per lui mi auguro che inizio (o metà settimana prossima) possa tornare in gruppo. Se ha giocato, è perché stava bene: non andrei a rischiare un giocatore come Albert”. 

Sono assenze pesanti perché colpiscono un reparto in modo particolare. Ti pesa questa emergenza? Davanti avete tanta scelta, in realtà però Retegui sono due mesi che non lo hai e Messias non ha praticamente mai giocato…

“Senza Bani, Retegui, Gudmundsson, Ekuban e Jagiello a livello numerico e di qualità qualcosa un po’ ci manca, ma nello stesso tempo confido molto in chi c’è, come ho sempre fatto. Credo che un grande comandante, assieme alla sua grande truppa, debba saper navigare sia quando ha il vento a favore sia quanto lo ha contro. È fondamentale e determinante avere obiettivo e meta ben precisi. Chi ci sarà domani a Frosinone, anche fossimo in dodici o tredici, deve fare una partita di grande consapevolezza, sacrificio e gioia nel potersi giocare questa partita. È quello che ho detto a ragazzi e squadra. Ci sono giocatori che hanno giocato meno in quest’ultimo periodo, è in queste che potranno dare un contributo. È lì che devi farti trovare pronto, allenandoti sempre a duemila. Detto questo, è reale che abbiamo infortunati importanti e ci auguriamo tutti, per il bene della squadra e del gruppo, che possano rientrare il più presto possibile”. 

Retegui è fuori da 60 giorni: le era mai capitato un infortunio del genere, pur non avendo nulla di rotto?

“È vero, sno due mesi, è tanto, ma quello al collaterale è un problema molto fastidioso e doloroso e se non è curato in maniera perfetta può portare striscici o cose più gravi. Stiamo facendo delle valutazioni assieme allo staff medico e ai rieducatori. Sta correndo, sta già toccando la palla, e quindi mi auguro sia una questione di giorni rivederlo in gruppo”.


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